“Sono pochi i popoli – ha scritto Paul Radin – su cui la mentalità europea nutra più equivoci che sugli abitanti autoctoni dell’Africa. Le ragioni, forse, sono facili da spiegare. Le culture africane appartengono al tipo che i profani sono abituati a considerare primitivo in tutti significati di questo abusatissimo termine. Si tratta, inoltre, di culture di una razza rimasta schiava dal XV al XIX secolo. E anche dove certi appartenenti a questa razza erano stati affrancati, destino loro era di venir confinati in una posizione di inferiorità sociale. Isolati dalla popolazione bianca, relegati nelle più umili mansioni, erano in sostanza costretti a vivere una vita economicamente, spiritualmente e intellettualmente depauperata”.
Adesso, fortunatamente, la cultura africana sta trovando il suo giusto spazio nel consesso mondiale e sta offrendo il suo contributo allo sviluppo culturale ed intellettuale del nostro pianeta che risente ormai dell’impoverimento e della mancanza di originalità della tradizionale cultura “bianca”. Uno scambio culturale, quindi, che per gli africani rappresenta il riconoscimento dopo secoli di emarginazione, per gli europei nuova linfa e nuovi stimoli per continuare ad andare avanti.
A Catania la cultura africana è degnamente rappresentata, dall’arte di Eric Vangu. L’artista africano è nato a Boma, nell’attuale Congo, ed ha seguito gli studi superiori di ceramica nell’Istituto Artistico di Kinshasa e, successivamente sempre nella capitale africana, ha conseguito il Diploma dell’Accademia di Belle Arti. Ha girato il mondo esponendo le sue opere in Camerun, Cina, Francia e Belgio. Infine, diversi anni or sono, dopo aver vinto una borsa di studio messa a disposizione dal Ministero degli Esteri italiano, si è stabilito a Catania.
Le terrecotte di Eric Vangu sono il risultato di una tecnica antica che si chiama “tecnica a Lucignolo” o “a colombine”. Essa consiste nel formare con le mani tanti anelli di argilla che vengono sovrapposti gli uni agli altri, saldandoli insieme per pressione e si da’ corpo alle pareti dell’oggetto a secondo delle forme desiderate. Vangu ha sviluppato questa tecnica lavorando per anni, con le sole mani, senza utilizzare nessuna apparecchiatura, ed il risultato che sortisce da questa attività è il frutto di un momento magico in cui l’acqua, la terra ed il fuoco si uniscono come in un rito antichissimo e si traducono in un risultato irripetibile. E’ per questo che tutti i suoi oggetti sono pezzi unici.
Altri grandi risultati vengono raggiunti con la lavorazione del rame sbalzato che viene utilizzato sia a livello di progettazione che di decorazione. In quest’ultimo caso, sono veramente notevoli i quadri che rappresentano scene di vita africana che rivelano tutta la potenzialità, il calore e la forza vitale di quella terra. L’Africa nera, dunque, in tutta la sua enorme carica di mistero e di vita che si ripropone nel nostro paese per offrire i suoi valori millenari alla cultura europea dalla quale, in uno scambio reciproco, si aspetta di ricevere elementi vitali per crescere e progredire sempre di più.
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