25 aprile, si celebra Kertész lo “Schindler di Catania”

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25 aprile, si celebra Kertész lo “Schindler di Catania”

Una via cittadina sarà intitolata a Géza Kertész lo “Schindler di Catania”, l’Auditorium del Palazzo della Cultura a Concetto Marchesi e la Sala lettura della Biblioteca “Vincenzo Bellini” a Carmelo Salanitri. Lo ha deciso il sindaco Enzo Bianco nell’ambito delle iniziative del prossimo 25 aprile, 70° anniversario della Liberazione, che si terranno nel capoluogo etneo.
L’intitolazione ufficiale, e quindi la scelta della via o della piazza, avverrà nella prossima riunione della Commissione Toponomastica del Comune composta dai professori Antonio Di Grado, Lina Scalisi e Enrico Iachello e dai consiglieri comunali Sebastiano Anastasi, Antonino Vullo e Giovanni Marletta. L’intitolazione a Marchesi e Salanitri avverrà invece su proposta dell’assessore alla Cultura Orazio Licandro.
Catania, dunque, ricorda tre fra le sue figure più importanti collegate alla resistenza ed all’Olocausto.
Géza Kertész nacque a Budapest nel 1894 e visse in Ungheria fino al 1925, quando si trasferì in Italia. Era stato un buon giocatore di calcio. Aveva infatti giocato nel Btc Budapest e nel Ferecvanos, collezionando anche una presenza in Nazionale. In Italia venne a fare l’allenatore prima con la Carrarese poi con Viareggio, Salernitana e Catanzarese (allenerà anche Taranto, Atalanta, Lazio e Uipest). Nel 1933 arriva a Catania dove rimarrà, tranne per qualche breve parentesi, fino al 1941, quando si trasferì a Roma per allenare la squadra capitolina che l’anno precedente aveva vinto il suo primo scudetto. Sotto la sua guida il Catania sarà promosso nel campionato 1993-34 per la prima volta in Serie B.
In città, dove era molto conosciuto e stimato, abiatava nella Villa Spadaro Ventura nella zona di Cibali anche se lo stadio a quei tempi era nella vecchia pizza Esposizione, oggi piazza Giovanni verga. Con l’intensificarsi della guerra e l’interruzione del campionato, Kertész decise di tornare in patria. In Ungheria prese il grado di colonnello dell’esercito e creò un’organizzazione che salvò decine di ebrei e partigiani ungheresi dai campi di sterminio nazisti. Si travestì anche da soldato della Wehrmacht per aiutare delle persone a scappare dal ghetto di Budapest oltre ad avere rapporti con i servizi segreti alleati. Kertész fu arrestato dalla Gestapo e fucilato pochi giorni prima della liberazione di Budapest. Al suo funerale parteciparono migliaia di persone e anche diversi catanesi. Gli fu riconosciuto il titolo di “martire della patria” ed è seppellito nel cimitero degli eroi di Kerepes.
Concetto Marchesi, docente catanese, da Rettore dell’Università di Padova si schierò apertamente contro la Repubblica di Salò al punto tale che per sfuggire alla morte dovette rifugiarsi in Svizzera. Alla fine della guerra venne eletto alla Costituente dove il suo contributo al redigendo testo della Costituzione Repubblicana non fu certamente di secondo piano. Fu deputato del Pci nella I e nella II Legislatura.
Carmelo Salanitro fu attivo sostenitore del movimento antifascista, prima come consigliere alla Provincia di Catania per il Partito Popolare, poi come semplice insegnante di latino e greco. Lavorò al Liceo Gulli e Pennisi di Acireale e al Cutelli di Catania, dove era l’unico docente a non avere la tessera del partito fascista. Durante il suo insegnamento, lavorò contro il fascismo diffondendo dei biglietti che contenevano le verità sull’olocausto e sul regime. Il 14 novembre 1940 fu scoperto e denunciato dal preside del Cutelli. Fu condannato a diciotto anni di carcere, che scontò a Civitavecchia e Sulmona prima di essere consegnato alle autorità naziste e deportato al Campo di concentramento di Dachau, poi in quello di Mauthausen, dove fu ucciso in una camera a gas tra il 23 e il 24 aprile 1945, all’età di 51 anni.

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