Garozzo campione d’Italia

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Garozzo campione d’Italia

Primo titolo tricolore in carriera per Enrico Garozzo, che conquista meritatamente il successo nella gara individuale di spada maschile ai Campionati Italiani di Scherma 2015, in corso di svolgimento a Torino. Lo spadista acese ha confermato le attese, sbaragliando nettamente la concorrenza degli sfidanti. A fare da preludio alla sua vittoria è stato certamente il 7-6 inflitto nei sedicesimi di finale al concittadino Marco Fichera, contro il quale ha dimostrato di non voler lasciare spazio a nessuno degli avversari. Il cammino verso la medaglia d’oro è entrato nel vivo con il successo per 15-12 contro Melocchi nei quarti di finale, bissato poi in semifinale con lo stesso punteggio inflitto a Ferraris.
Il capolavoro è invece arrivato in una finale praticamente perfetta, nella quale Garozzo ha sconfitto il compagno di nazionale Andrea Santarelli con un netto 15-9, salendo così sul gradino più alto d’Italia.
Grande soddisfazione quindi per l’atleta del Gruppo Sportivo dei Carabinieri, che aggiunge l’oro di oggi al bronzo mondiale conquistato nel 2014 e festeggia per aver centrato quel traguardo sfuggito d’un soffio in altre occasioni: «Il titolo italiano assoluto lo cercavo da tempo – dice Enrico Garozzo –, l’ho sfiorato in due occasioni ed è arrivato nel momento in cui più mi serve. Non è stato facile smaltire la delusione degli Europei di Montreux, soprattutto per la modalità un po’ sfortunata con cui ho perso l’assalto decisivo. Oggi serviva il 100% di capacità mentale, occorreva tenere salda la concentrazione fin dai primi assalti, proprio per lasciarsi alle spalle gli Europei. La semifinale è stata atleticamente molto difficile, vista l’abilità di Ferraris di ecceller fisicamente. Viceversa, ho cercato di portare la finale sui ritmi che prediligo fin da subito. Sono molto felice! Torino è una bellissima città, che mi ha regalato grandi emozioni non solo personali, ma anche per la vittoria di mio fratello nella prova di fioretto. Adesso l’obiettivo sono i Mondiali di Mosca, la testa è già lì. Non resta che ricaricarmi un paio di giorni, per poi ripartire a mille».

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