La Fontana dell’Amenano ri-svelata alla città

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La Fontana dell’Amenano ri-svelata alla città

Il sindaco di Catania Enzo Bianco insieme alla Soprintendente Fulvia Caffo ed al direttore dell’Accademia di Belle Arti Virgilio Piccari, ha tirato giù le lenzuola che coprivano le tre statue della Fontana dell’Amenano (quella del dio e dei due tritoni) restituendo il monumento alla città dopo l’intervento di restauro. Presenti l’assessore alla Cultura Orazio LIcando e quello al Decoro Urbano Salvo Di Salvo. La città si è dunque riappropriata della sua “Acqua o’ linzolu”. La piazza, infatti, si è man mano riempita di gente per quello che più che una cerimonia è diventato un vero e proprio evento.
I lavori erano iniziati a fine gennaio, dalla sinergia tra l’Amministrazione comunale e l’Accademia di Belle Arti, che si è impegnata nel restauro senza alcun compenso. L’intero intervento non è quindi costato nulla al Comune. E’ stata anche installata una telecamera di videosorveglianza.
In questi cinque mesi , in cui è stato possibile per i cittadini e i turisti assistere ai lavori di restauro che si sono svolti “a vista”, non soltanto è stata restituita alla statua (personificazione del fiume Amenano) la mano che anni fa era stata distrutta da dei vandali, ma è stato svolto un lavoro di restauro completo dell’intera scultura.
Sono stati impegnati nel restauro gli allievi dell’Accademia: Filippo Davì, Nunziella La Placa, Chiara Castro, Sara Albanese, Aurelia Agosta, Roberta Tringali, Marisa Cappello, Laura La Rosa, Tanya Laudani, Noemi Rapisarda, Erica Minni, Manuela Carullo e Sara Di Marco. Con loro i tutor-cultori Francesca Riccina, Maurizio Palano e Lorenzo Basile. Si sono ccupati della “dipintura” Salvo e Federico Alibrio, Graziano Finocchiaro, Pier Luigi Portale e Salvo Ecora. I ragazzi sono stati guidati dai professori Antonina Foti e Rocco Froiio, la mano ed il pollice sono stati realizzati dal professore Concetto Guzzetta e il professore Enrico La Rosa è stato il direttore dei lavori. A tutti costoro il sindaco Bianco e la Soprintendente Caffo hanno consegnato degli attestati di merito.
La fontana, realizzata dal maestro napoletano Tito Angelini in marmo di Carrara, rappresenta il fiume Amenano come un giovane che tiene una cornucopia dalla quale fuoriesce dell’acqua che si versa in una vasca dal bordo bombato. L’acqua, tracimando da questa vasca, produce un effetto cascata che dà la sensazione di un lenzuolo. Da qui il modo di dire catanese “acqua a linzolu” per indicare la fontana. i tritoni furono invece realizzati dai fratelli Pietro e Filippo Bardi. L’opera fu deliberata nel 1864 dal sindaco Antonino Alonso con un impegno di spesa di 26.000 lire e inaugurata nel 1867 dal sindaco Francesco Paternò Gioeni d’Imbert.
“Siamo nel cuore di una delle più belle piazze barocche d’Italia – ha affermato il sindaco Enzo Bianco -, così è stata definita piazza Duomo da illustri critici dell’arte. E gli elementi identificativi di questa piazza prima ancora del prospetto barocco della Cattedrale, del Palazzo dei Chierici, del Palazzo degli Elefanti, i simboli per i catanesi sono il “Liotru” e quella che per noi è “L’acqua o’ linzulu”. Ogni volta, da assiduo frequentatore della Pescheria, che passavo da qui non ne potevo più di vederla sporca e danneggiata. Ed allora ho lanciato un appello che è stato raccolto dall’Accademia delle Belle Arti e in particolare dal suo direttore che ringrazio di cuore come ringrazio i ragazzi che hanno lavorato. Sono contento che questa fontana sia tornata alla sua originale bellezza. Per di più senza spendere un solo centesimo”.
“Sono molto soddisfatta – ha detto la Soprintendente Fulvia Caffo – perché attraverso la conservazione del nostro patrimonio, attraverso gli interventi di restauro ricordiamo ancora una volta che questa città sia talmente ricca di storia da avere pochi uguali”.
“In un momento di forte crisi economica- ha detto Virgilio Piccari – in un momento di grande difficoltà per i comuni di gestire l’ordinario, il sindaco Bianco riesce ugualmente a mettere la cultura al centro del progetto di questa città”.
Dopo la cerimonia di “svelamento” l’orchestra da camera di archi dell’Istituto Musicale “Vincenzo Bellini” ha tenuto un concerto di aree belliniane.

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