Catania per posizione geografica, storia, tradizione e genetica, si trova ad un incrocio fondamentale del futuro economico, politico, e culturale della Nuova Europa. La Nuova Europa è incentrata al Sud verso l’apertura ai paesi terzi del Mediterraneo, ai nuovi mercati dell’Asia e dell’Africa, alla valorizzazione dei processi della “New Economy” e dello sviluppo strategico di nuove vie turistiche e culturali. Catania potrebbe rispondere benissimo a queste richieste avendo la possibilità di essere anche crocevia culturale, politico delle tre grandi religioni monoteiste (cristianesimo, ebraismo e islam). Queste caratteristiche, lette in rapporto ai collegamenti fra Sicilia e Italia, ma anche nel più ampio scenario del Mediterraneo, determinano una qualità di interrelazione e una potenzialità di scambio come ponte avanzato dell’Europa nei confronti del Medio Oriente, della Grecia e dell’Africa. Quindi Catania città a vocazione commerciale, turistica, culturale e industriale.
Partendo dal contesto oggettivo cittadino, bisogna rilevare come Catania si definisce a partire dalla consapevolezza del ruolo di polo metropolitano dinamico e innovatore, vocato al sistema terziario e dei servizi, particolarmente vivace sotto il profilo della logistica e dell’alta tecnologia, caratterizzato da risorse endogene quale l’offerta di alta formazione universitaria. Queste caratteristiche, lette in rapporto ai collegamenti fra Sicilia e Italia, ma anche nel più ampio scenario del Mediterraneo, determinano una qualità di interrelazione e una potenzialità di scambio come ponte avanzato dell’Europa nei confronti del Medio Oriente, della Grecia e dell’Africa Orientale che appaiono suscettibili di forti crescite incrementali. Il contesto del sistema territoriale che gravita intorno a Catania appare dotato di un potenziale che torna ad esprimere un rinnovato dinamismo, fortemente caratterizzato da un circuito complesso di interazioni con i centri limitrofi che costituiscono un complesso e fitto sistema reticolare che si sviluppa nello scenario un formidabile paesaggio che coniuga miti arcaici e vocazioni tecnologiche d’avanguardia e si snoda in un contesto territoriale che va dalla ricca costa sul mare Jonio, ai circuiti pedemontani dell’anello vulcanico, alla direttrice interna delle valli del Simeto e del Dittaino.
La città di Catania rappresenta infatti l’area urbana di livello gerarchicamente più elevato della Sicilia sud-orientale, quella che un tempo veniva definita la Val di Noto.
Tra gli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 la città è stata interessata da una forte crescita della popolazione, alimentata tra l’altro dai rilevanti flussi di immigrazione provenienti tanto dagli innumerevoli comuni etnei, che si diramano a raggiera dalla sommità del vulcano, quanto dal resto della Provincia e della Sicilia orientale. La forte crescita della popolazione (400.048 abitanti nel 1971), l’aumento della sua mobilità e la progressiva saturazione delle aree edificabili ha determinato negli anni successivi un graduale riflusso degli abitanti e lo slittamento dell’area urbanizzata al di fuori dei limiti comunali, verso i comuni etnei e quelli costieri settentrionali. Un’espansione disordinata che ha toccato dapprima i centri “di prima corona” (Acicastello, Camporotondo Etneo, Gravina di Catania, Mascalucia, Misterbianco, Motta S. Anastasia, S .Giovanni La Punta, S. Gregorio di Catania, S. Pietro Clarenza, S. Agata li Battiati, Tremestieri, Valverde), che in molti casi hanno visto crescere la loro popolazione in maniera esponenziale, poi, dall’inizio degli anni ’70, quelli “di seconda corona” (Nicolosi, Pedara, Trecastagni, Viagrande), contribuendo a ridefinire i limiti della città e dando vita a un’estesa Conurbazione.
Nell’ambito di tale conurbazione il peso demografico di Catania si è gradualmente ridotto rispetto al 1971 (circa 300.000 abitanti nel 2015) ma certamente non si è ridotta l’importanza del ruolo del comune capoluogo.
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