Si è svolto nel prestigioso contesto del Circolo di Cultura “Luigi Capuana” di Mineo la prima proiezione nazionale del video realizzato da Massimiliano Perrotta dal titolo “Matteotti parla”. Ad aprire l’evento un minuto di silenzio per le vittime dell’atroce omicidio di Palagonia.
Moderati dal giornalista Giovanni Iozzia, i relatori del mondo politico, della cultura e accademico si sono alternati offrendo un quadro del periodo storico fascista in cui si colloca l’atroce omicidio del senatore socialista, come ha sottolineato Elina Gugliuzzo Ricercatrice di Storia Moderna dell’Università Telematica “Pegaso” di Napoli “dopo il primo conflitto mondiale inizia un movimento che si articola in maniera diversa nelle sue diverse fasi, inizialmente non sembra avere un “nemico” da abbattere come nel caso del nazismo, ma una compagine di radicalismo, una rivoluzione rispetto al sistema politico vigente in quel periodo molto debole e precario; nel suo evolversi questo ventennio fascista incorre in situazioni che lo fecero cadere irrimediabilmente”.
Ad entrare più nel merito della figura di Giacomo Matteotti è stato Pierangelo Spadaro, Ricercatore di Scienze Politiche dell’Università di Catania e Presidente della Consulta Giovanile del Comune di Catanua “si tratta di una figura che ha cambiato la storia, facendo alcune scelte quali la denuncia del regime fascista e in Parlamento decide di avere la “schiena dritta” e affrontare un nemico politico quale era il fascismo. Possiamo affermare che proprio con la sua morte si apre l’epoca antifascista”.
Massimiliano Perrotta, regista del video, ha raccontato il modo in cui è nata l’idea della messa in scena il celebre discorso contro il fascismo pronunciato il 30 maggio 1924 alla Camera dei Deputati proprio da Matteotti “Matteotti parla è la versione televisiva dell’omonimo spettacolo teatrale che ha debuttato a Rieti nel 2014, prodotto dalla Fondazione Giacomo Matteotti di Roma, dalla Fondazione di Studi Storici Filippo Turati di Firenze e dalla Color Teatro, nell’ambito delle celebrazioni del novantesimo anniversario della morte del politico antifascista, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato proiettato in anteprima al Senato della Repubblica lo scorso 10 giugno, e sono molto felice che la prima di questo video sia stata proprio nel mio paese di origine”.
A raccontare l’umanità del personaggio, visto dall’esterno “tutto ad un pezzo”, è stato Roberto Pensa, che proprio nei panni di Matteotti si è calato, sviscerandone la parte più umana, l’isolamento di un uomo che combatte per un ideale di cui presagiva gli sarebbe costata la vita.
A fare gli onori di casa Paolo Ragusa, Presidente del Centro Studi C.E.S.T.A., promotore dell’evento in tandem con il Teatro Mediterraneo che ha sottolineato “Siamo orgogliosi di dare ospitalità a un evento artistico di sicuro interesse nazionale che vede questo territorio protagonista, tramite l’opera dell’autore Massimiliano Perrotta, cittadino di Mineo. Non ci sfugge neanche il valore civile di questa iniziativa culturale che mantiene viva la memoria sulla radice antifascista del nostro Paese. Vogliamo rilanciare la forza del messaggio di democrazia e di umanità che appartiene all’eredità morale di Giacomo Matteotti, in un Paese che anche oggi, troppo spesso, viene affascinato da forme di pericoloso estremismo, che bussano anche alla nostra porta”.
A portare i saluti della città a nome del Sindaco di Mineo, è stato il Consigliere Giuseppe Biazzo che ha tenuto a sottolineare la valenza culturale dell’evento, in cui, oltre che Matteotti sono protagonisti due importanti concittadini menenini quali Massimiliano Perrotta, autore del video; ma anche di Antonio Albertini, senatore che partecipò al processo Matteotti.
A raccontare quest’ultimo personaggio importante per Mineo è stata Marianna Lisa Alessandro, Dottoressa in Beni archivistici e librari, che ha offerto un quadro su questo importante magistrato e politico menenino, una figura ambivalente e secondo la ricostruzione storiografica seppur iscritto al partito del fascio, dopo il processo Matteotti negò la sua vicinanza ad esso.
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