“Le tessitrici contro la violenza – Strumenti e tecniche per l’educazione di genere” è il titolo dell’incontro promosso nel Palazzo della Cultura dal sindaco Enzo Bianco e dall’assessore alle Pari opportunità Valentina Scialfa, su iniziativa della consigliera comunale Ersilia Saverino. Sono intervenute Nadia Muscialini, presidente di Soccorso Rosa Onlus, Graziella Priulla, esperta di Politiche di Genere nell’Università di Catania, Manlia Banci, curatrice del laboratorio tecnico “Le tessitrici contro la violenza”.
L’ampio e articolato dibattito ha evidenziato l’importanza di un progetto condiviso per la tutela della salute e del benessere della donna, in particolare delle donne vittime di violenza. Sul piano pratico si è parlato dell’istituzione del pronto soccorso rosa negli ospedali, sul piano culturale della necessità della lotta agli stereotipi di genere attraverso la valorizzazione delle differenze e la condanna delle disuguaglianze, in famiglia come a scuola. Sul fronte emotivo, invece, dell’iniziativa delle tessitrici, che ha visto la realizzazione da parte di donne di tutto il mondo di coperte composte di tanti pezzi, utili a contrastare, con il loro calore, il freddo di tante offese e violenze subite.
«Il senso della mia partecipazione – ha detto il sindaco Bianco – sta nella conferma della piena disponibilità dell’Amministrazione a sostenere iniziative culturali che contribuiscano a far cadere quel velo di omertà che accompagna spesso chi subisce violenza. Quelle che occorre è la volontà di azioni concrete. Chiederò dunque per prima cosa al Prefetto la convocazione di una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza per la creazione di uffici “dedicati” alle donne vittime di abusi, con personale appositamente formato che, in collaborazione con quanti già operano nel campo, possa alzare il livello del dialogo e la fiducia nelle istituzioni. Ringrazio il Soccorso Rosa per la strada che ci ha indicato. Siamo aperti all’adozione senza remore delle esperienze positive messe a frutto da altri».
Bianco ha anche raccontato come papa Francesco, nell’ambito dell’incontro da lui voluto in Vaticano su clima e politiche ambientali con sindaci provenienti da ogni parte del mondo, abbia scelto di far testimoniare due donne vittime di violenze, quasi a chiedere agli amministratori locali attenzione e ascolto verso questi problemi.
«Sono rimasta profondamente colpita – ha sottolineato l’assessore Scialfa – quando la consigliera Saverino mi ha raccontato dell’esperienza di una mamma che ricuciva le violenze subite dalla figlia con una coperta calda. Dobbiamo tutti insieme fare squadra, come una grande famiglia, e diventare di un rosa intenso per dire no alla violenza sulle donne».
«Mi dovete aiutare – è l’invito che Ersilia Saverino ha rivolto infine al pubblico – a cucire la coperta della solidarietà, perché Catania non ha ancora un soccorso rosa. E’ necessario far crescere la rete antiviolenza sul territorio, preparare operatori, sensibilizzare cittadini e istituzioni».
Erano presenti all’incontro rappresentanti della Sanità, dell’Ufficio scolastico provinciale, delle associazioni e del mondo della cultura (come il regista Giovanni Virgilio autore del film tematico “La bugia bianca”.
Lo scorso 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza, è stata donata alle associazioni “Soccorso Rosa” e “Casa dei Diritti” una coperta da un gruppo di Donne tessitrici. La coperta è composta da patchwork di quadrati di lana, alcuni rosa come il nome del centro antiviolenza, fatti da più mani e cuciti insieme dalla tessitrice più anziana e da quella più giovane.
La coperta e il progetto “tessitrici contro la violenza” sono nati da una donna, mamma di una bimba vittima di abusi, che dopo avere passato periodi difficilissimi per riuscire a sottrarre la figlia alle violenze, si è dovuta occupare lei stessa di riparare gli esiti che la violenza aveva avuto sul benessere e lo sviluppo della bimba (e anche su di lei). Durante il percorso di uscita dalla violenza la donna e la bambina, oltre ad avere goduto dell’aiuto del nostro centro, si sono “inventate” un lavoro di tessitura (ferri o uncinetto) che le aiutasse ad occupare la mente di cose buone per
scacciare pensieri angoscianti e intrusivi di quanto accaduto. Sopratutto la notte quando rimanevano sole e i fantasmi si acuivano.
Dalla constatazione del valore curativo della tessitura, ma anche del lavorio di riparazione del trauma ed empowerment del lavorare a maglia, hanno deciso di proporre ad altre donne con problemi simili di tessere coperte con loro e per altre donne altre coperte.
Il coinvolgimento di un gruppo di donne nella tessitura ha portato alla creazione di numerose coperte che sono state donate a “Soccorso Rosa”. Le donne le hanno donate sperando che possano essere esposte e “regalate” in cambio di offerte che sostengano l’attività di “Soccorso rosa”. Per queste donne le coperte rappresentano simbolicamente il lavoro di tessitura di trame e relazioni d’amore; la creazione di un tessuto sociale solidale per le vittime che devono ancora liberarsi da violenza e abusi. Vogliono essere un messaggio, una voce collettiva che dica Adesso Basta! e che stigmatizzi ogni genere di abusi, discriminazione e violenza, permetta alle vittime di non sentirsi sole.
Oltre a tessere queste donne hanno scritto un breve libro ricco di testimonianze.
A seguito dell’opera di coinvolgimento e sensibilizzazione delle tessitrici sul progetto, altri comuni di Italia (da Courmayer a Catania) hanno aderito all’iniziativa che consiste nel “raccogliere” quadrati di lana in diversi luoghi di Italia che serviranno a formare altre coperte che cucite insieme vogliono diventare un messaggio d’amore che si diffonda da nord a sud in altre città.
I comuni che hanno aderito all’iniziativa esporranno le coperte in luoghi simbolici e offriranno la possibilità di fare donazioni per sostenere l’attività di “Soccorso Rosa”.
In questo progetto è stato coinvolta anche l’associazione farmacie di Milano e l’Ordine nazionale dei medici, allo scopo di divulgarlo e cooptare altre tessitrici, oltre che sensibilizzare le farmaciste e le donne medico (che incontrano moltissime donne) ad occuparsi nella loro pratica quotidiana della violenza di genere.
Tale iniziativa oltre ad essere un evento che diffonde conoscenze e informazioni sul fenomeno e sulle risorse presenti sul territorio, ha anche come obiettivo quello di creare coesione sociale e gruppi spontanei di solidarietà per soggetti fragili come le vittime di violenza.
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