Il sindaco di Catania Enzo Bianco e May East, referente per i rapporti internazionali di Gaia Education, una organizzazione non governativa con sede in Gran Bretagna, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per il progetto “Sicilia Integra”, messo a punto da Salvatore e Caterina Timpanaro, che ha il fine di “supportare l’integrazione socio-economica dei migranti attraverso attività di formazione all’agricoltura sostenibile da attuare in Sicilia e esportare poi nei rispettivi Paesi di provenienza”.
«Sarebbe interessante – ha detto Bianco – comprendere in che termini questo progetto possa essere coniugato con l’iniziativa degli Orti sociali nel quartiere di Librino che, dopo una fase di sperimentazione, stiamo adesso per lanciare su più vasta scala».
Bianco, nel corso della cerimonia alla quale era presente anche l’assessore alla Legalità Rosario D’Agata, ha inoltre ringraziato la Gaia Education per aver scelto l’Università di Catania come Agenzia di formazione per realizzare il progetto e il Comune di Catania come partner istituzionale.
«La città di Catania – ha aggiunto il Sindaco – ha compiuto un grande sforzo accogliendo i migranti e con questa iniziativa supera la fase dell’emergenza per aprirsi a quella della seconda accoglienza che comporta da una parte una dignitosa inclusione e dall’altra indubbie ricadute positive sul territorio visto che il progetto produrrà vantaggi nel campo della salvaguardia delle biodiversità con benefici anche per le imprese locali».
Salvatore Cosentino, direttore del Dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Università di Catania, ha ricordato come la Sicilia abbia un’ampia superficie di terra organica fertile e il maggior numero di operatori biologici, oltre che una delle più ricche concentrazioni di biodiversità in Europa.
«Negli ultimi anni – ha aggiunto Paolo Guarnaccia, docente di agricoltura biologica – c’è stata una ripresa di metodi agricoli tradizionali che hanno salvato più di 40 popolazioni di grano. Con questo progetto Catania si candida a diventare un laboratorio per una nuova filiera alimentare con finalità sociali oltre che economiche».
«E’ interessante – ha detto May East – sottolineare come le indicazioni degli organismi internazionali in tema di sviluppo sostenibile, si incrocino con la volontà dei giovani migranti africani di tornare nei Paesi d’origine dopo aver acquisito competenze, in questo caso agricole, da applicare nelle loro comunità. ‘Sicilia Integra’ vuole mostrare come l’immigrazione possa diventare un’opportunità per i migranti che vogliono tornare a casa. E per chi non può farlo, supportare le aziende agricole biologiche siciliane».
Alla cerimonia della firma del protocollo era presente il prof. Carlo Colloca che, nella sua qualità di consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema d’accoglienza dei migranti, domani a Roma illustrerà, nell’ambito dei lavori della Commissione sui modelli di integrazione per Cara e Sprar, l’architettura del progetto “Sicilia Integra”.
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