Beccati i furbetti del cartellino al Comune di Acireale: tre arrestati, 62 indagati

Home Cronaca Beccati i furbetti del cartellino al Comune di Acireale: tre arrestati, 62 indagati
Beccati i furbetti del cartellino al Comune di Acireale: tre arrestati, 62 indagati

62 dipendenti comunali (su oltre 600) del comune di Acireale sono finiti nel mirino della magistratura per aver utilizzato in maniera impropria il badge personale per attestare falsamente la loro presenza in servizio nel luogo di lavoro. L’accusa per tutti è di truffa ai danni di un pubblico impiego e che riguarda il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza.

A condurre questo blitz antiassenteismo è stata la polizia e la questura di Catania guidata da Marcello Cardona, mentre l’inchiesta è stata coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica Pasquale Pacifico e Marco Bisogni: grazie all’uso di telecamere nascoste si è scoperto che molti dipendenti utilizzavano i tesserini magnetici di altri che, invece, non erano in servizio. La polizia ha anche accertato che un impiegato ha timbrato il cartellino per altri cinque colleghi.

A far scattare le indagini le lamentele dei cittadini che spesso trovavano gli uffici vuoti: c’era chi entrava in ritardo, c’era chi se ne andava a casa prima e addirittura chi a lavorare non ci andava

Dei 62 indagati, tre sono stati arrestati e ammessi ai domiciliari, per dodici il gip del tribunale di Catania che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare ha disposto l’obbligo di firma, gli altri invece risultano indagati a piede libero.

Il gip Giovanni Cariolo ha deciso gli arresti domiciliari per i tre impiegati più assenteisti, che hanno accumulato più ore di assenza per avere fatto vidimare il proprio badge ad altri colleghi: in particolare, nei 12 giorni i n cui sono state installate le telecamere nascoste si è notato come un impiegato su quattro faceva il furbetto. E così si è riusciti a dare un volto a questi lavoratori poco ligi: si tratta del funzionario del’ufficio tributi Orazio Mammino e dei due dipendenti Mario Primavera e Venera Lizio per cui sono scattati gli arresti domiciliari; per altri dodici invece il gip ha imposto l’obbligo di firma (Antonio Grasso, Mario Cocilovo, Giuseppe Galvagno, Carmelo Di Bartolo, Carmelo Amore, Pietro Currò, Anna Maria Anastasi, Teresa Messina, Orazio Musmarra, Pietro Valerio, Salvatore e Santo Trovato), 47 gli indagati a piede libero.

Considerevole anche il numero di ore non lavorate per un notevole danno all’erario: su circa 80 ore alcuni ne avrebbero fatte solo il 50 per cento.

Amare le parole del primo cittadino di Acireale che ha commentato dicendo: “Un sindaco – spiega – non può cogliere con piacere una simile notizia, ma bisogna essere severi nei confronti di coloro che adottano atteggiamenti che vanno contro la pubblica amministrazione. Attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio, ciò nel rispetto dei dipendenti del comune di Acireale che giornalmente svolgono il loro dovere. Saremo rigorosi nell’applicare le leggi vigenti di competenza dell’amministrazione comunale previste per questo genere di reati.  Ci costituiremo parte civile negli eventuali procedimenti penali e confermiamo fin da ora la massima collaborazione con la Procura etnea e le forze dell’ordine, a cui forniremo subito tutti gli atti in nostro possesso necessari per le indagini. Confido nell’azione della magistratura e spero che gli impiegati coinvolti possano trovare ragioni per giustificare i fatti contestati”.

L’inchiesta potrebbe non essersi conclusa con i provvedimenti di oggi: la procura di Catania sta valutando se perseguire anche i funzionari che in qualche modo potrebbero essere responsabili delle assenze dei loro dipendenti.

Condividilo:

Lascia un commento