La Sala Vaccarini della Biblioteca civica e Ursino Recupero è tornata al suo antico splendore. Il sindaco di Catania Enzo Bianco e la soprintendente ai Beni Culturali Fulvia Caffo hanno simbolicamente tagliato il nastro questa mattina di fronte a una piccola folla di autorità. Erano infatti presenti, oltre alla direttrice della Biblioteca, Rita Carbonaro e al prorettore Alessandra Gentile, il presidente della Corte d’Appello di Catania Giuseppe Meliadò, il procuratore generale di Catania, Salvatore Scalia, il presidente del Tribunale Bruno Di Marco, il viceprefetto Enrico Gullotti,, l’assessore alla Cultura Orazio Licandro, il barone Mario Ursino. C’erano anche rappresentanti del mondo accademico e della cultura, delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate, del Consiglio comunale – a partire da Elisabetta Vanin e Nuccio Lombardo – e dei Consigli di Circoscrizione con i presidenti della Prima Municipalità Salvo Romano e della Terza Salvo Rapisarda.
«In due anni – ha detto Bianco – è stato compiuto un restauro eccezionale, che ha provveduto non solo alla messa in sicurezza ma anche al recupero di questa splendida sala, dai manufatti lignei agli affreschi. Riconsegniamo quindi questo gioiello alla città ma anche ai turisti. Meritano un ringraziamento sincero tutti coloro i quali hanno lavorato per raggiungere questo magnifico risultato».
«Purtroppo – ha concluso il Sindaco – l’assessore regionale ai Beni culturali Vermiglio non è potuto essere presente, ma mi ha assicurato che verrà presto a visitare questa magnifica struttura».
«E’ un punto d’orgoglio – ha detto la Soprintendente Caffo – poter restituire alla città uno dei suoi gioielli più preziosi; un’opera di pregevole fattura, di ingegno e di modernità. Uno scrigno di sapere e di sapienza. L’intervento della Soprintendenza è stato volto alla sicurezza e all’integrità del bene si inquadra nella nostra attività di tutela».
Il progetto di restauro della Sala Vaccarini è stato finanziato nel 2011 con una somma di 1.789.000 euro grazie al Pon Fesr 2000-2013. Il progetto è stato elaborato da Giuseppe Sciacca, Carmelo Cappa, Luisa Paladino, Vittorio Di Blasi, Paolo Comito e Alberto Africano; architetti, catalogatori e restauratori. La direzione dei lavori è stata affidata all’architetto Giuseppe Sciacca.
L’intervento, iniziato nel 2014, ha visto il completo recupero della sala, sia nella parte lignea, sia attraverso il ripristino delle parti mancanti. Sono stati attuati interventi di ebanisteria e di rinforzo strutturale soprattutto in corrispondenza di aree interessate da precedenti non idonei interventi e da un attacco di termiti particolarmente aggressiva. Le principali opere hanno riguardato la complessiva disinfestazione degli insetti xilofagi e la pulitura chimica, condotta in forma stratigrafica per rimuovere patine non idonee applicate anche parecchio tempo fa.
Il trattamento finale, a base di resine naturali, ha consentito la complessiva valorizzazione del manufatto in legno di noce. Le ante sono state tutte smontate e sono stati revisionati i sistemi di scorrimento e chiusura.
Il restauro degli affreschi, interessati nel passato da pesanti ridipinture spesso non adatte, ha consentito tramite la pulitura chimica di riportare alla luce ampie superfici originali in discreto stato di conservazione. Le opere di consolidamento, eseguite tramite infiltrazione di malta a basso peso specifico, garantiscono la perfetta tenuta degli intonaci sotto la pellicola pittorica. Le lacune di piccola entità e le abrasioni sono state ricucite con la tecnica del tratteggio e della velatura.
I dipinti su tela e cornici dorate, dopo lo smontaggio e il trasferimento in laboratorio, sono stati consolidati su nuovo telaio a espansione meccanica. La pulitura chimica ha consentito la valorizzazione dei colori e delle dorature settecentesche ancora vivide.
Il pavimento, in discreto stato di conservazione, è stato pulito manualmente con detergenti neutri e integrato nei punti di maggior degrado con nuove mattonelle in ceramica decorata.
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