CATANIA – La cultura a Catania cresce. Ma si tratta ancora di un tenero virgulto che dopo quasi tre lustri di incuria e abbandono è fragile e va sostenuto e curato. E’ questo l’obiettivo del “Centro Studi Concetto Marchesi” che si è presentato alla città nell’omonima sala conferenze del Palazzo della Cultura alla presenza del sindaco Enzo Bianco e del rettore Giacomo Pignataro. Un incontro che ha attirato decine di persone pronte a sostenere il progetto che ha un preciso riferimento nazionale nell’omonima associazione nata a Roma lo scorso anno e che ha un comitato scientifico presieduto dallo storico Luciano Canfora composto tra l’altro da personalità Mario Torelli, e Giorgio Inglese.
Nel corso dell’incontro sono dunque state illustrate le aree tematiche che costituiscono il focus della mission dell’Centro Studi: Economia Sostenibile (ambiente, lavoro, sviluppo, turismo, mobilità), Culture (Università, scuola, ricerca, formazione, arti, digital community), Metropolis (La nuova realtà della Città Metropolitana di Catania), Polis (politica, democrazia, partecipazione), Nuove frontiere, Sport e salute, Diritto e diritti.
Aree tematiche che non esauriscono o limitano l’attiva del Centro Studi perché l’incontro non è servito solo alla presentazione del nuovo soggetto ma anche ad acquisire nuove adesioni, idee e progetti.
La parola d’ordine, come ha detto il dottore Vittorio Bertone nel suo intervento di apertura, è che «C’è bisogno di studiare». E ancora Bertone: «Il Centro Studi Concetto Marchesi si affianca alle tante associazioni che contribuiscono alla vitalità ed alla crescita culturale della nuova realtà cittadina».
Ma non solo di cultura si tratta, come ha spiegato nel secondo intervento Genny Mangiameli, Sociologa e presidente dell’Associazione di Volontariato “Amici di Villa Fazio”: «Vogliamo indagare sulla Solidarietà intesa come valore antico che recupera le relazioni cariche di significato umano proponendo modelli comportamentali in grado di migliorare la società che diventa lo strumento per legare ciascuno con tutti».
«Il Centro Studi – ha detto a sua volta Katerina Papatheu, docente universitaria – mira all’importanza della coesione e dell’inclusione sociale, valorizzando il diritto della biodiversità fra le generazioni e le competenze. L’università e la ricerca danno priorità alla partecipazione attiva delle culture, alla formazione dell’identità, in base all’idea che la crescita culturale sia fattore prerequisito per lo sviluppo sociale e la crescita economica».
«La formazione – ha aggiunto Salvina Gemmellaro, Dirigente scolastica dell’I.I.S. “Gian Battista Vaccarini” di Catania -, in termini di conoscenze, competenze, abilità, si mette in moto in un processo che coinvolge persone e per questo il riconoscimento dell’altro è fondamentale. Il rischio delle nostre realtà cittadine e della nostra vita è quello di diventare estranei, di non riconoscere gli altri. Per tale motivo è necessario parlare di culture, non di cultura. L’idea di un centro libero nasce inoltre dalla consapevolezza del rischio del degrado culturale: al primato del prodotto va sostituita la logica del processo, e università e scuola operano in questo senso».
Ma cultura senza economia sostenibile e senza lavoro resterebbe concetto vuoto e quindi Laura Pergolizzi, avvocato, ha spiegato che « L’area tematica “Economia sostenibile” si propone di dare un impulso diretto alla competitività del nostro territorio, coinvolgendo non solo il tessuto urbano, ma soprattutto i suoi attori, creando lavoro e innalzando il livello d’eccellenza dell’isola»
E del lavoro ha parlato Irina Zisa, avvocato: «Le parole di Concetto Marchesi mettono in evidenza come il lavoro sia strumento di riscatto dell’uomo. I problemi che affliggono tuttavia il mondo del lavoro sono diversi, tra cui il precariato, la disoccupazione, l’inoccupazione, l’assenza di tutela per alcune categorie. L’unico welfare che rimane è quello della famiglia; è necessario, dunque, guardare oltre, e questo è l’obiettivo del centro».
Altro tema importante sono Sport e salute e su questo sono intervenuti Francesco Santocono, responsabile della comunicazione dell’Azienda Sanitaria Garibaldi e Davide Bandieramonte presidente provinciale della Federazione Atletica Leggera.
«È importante analizzare i rapporti che esistono tra cittadino e concetto di salute e tra cittadino e organizzazione sanitaria – ha detto Santocono -. L’organizzazione sanitaria si basa su un complesso di norme giuridiche obsolete e le incongruenze sono molte, a discapito dei cittadini. La vera innovazione di questi anni è la rete civica della sanità: essa si serve della tecnologia e prevede che il cittadino sia informato per ciò che concerne la sanità. L’obiettivo principale è quello di valorizzare questo strumento, non opportunamente sfruttato».
«La Federazione di Atletica Leggera – ha aggiunto Bandieramonte – ha realizzato numerosi progetti nella città, tra cui quello con alcuni pediatri di Catania per avviare all’attività sportiva i bambini. La Federazione intende creare altre iniziative in collaborazione con il Centro Studi, allo scopo di promuovere lo sport sul territorio».
Presente anche Dario Stazzone dell’Associazione Dante Alighieri e la consigliera comunale Elisabetta Vanin.
Ma è Orazio Licandro, assessore comunale alla Cultura, che entra definitivamente nel merito: «Il Centro studi risponde a tre bisogni, studiare, confrontarsi e progettare. Le trasformazioni che sono in atto da un ventennio sono profonde; basti pensare al ruolo delle tecnologie nelle comunicazioni e nelle relazioni umane, o ancora agli eventi politici ed economici europei, e per questo c’è bisogno di capire. Bisogna poi confrontarsi, recuperare il senso delle relazioni, ascoltare, riflettere, stando insieme. Occorre porre al centro dei nostri sistemi l’uomo. Occorre progettare per creare nuove connessioni, valorizzare nuove idee».
Plauso e compiacimento sono giunti dal sindaco Enzo Bianco che ha detto: «Positività, chiarezza, sensibilità, passione sono emerse dai vari interventi. Il denominatore comune è il pensare positivo ed il fatto che in una democrazia le questioni si affrontano diventando protagonisti, non delegando ad altri. La porta della comunicazione è aperta, e soltanto insieme si può ricostruire la città».
«I social media – ha detto a sua volta il rettore Pignataro – hanno un valore positivo nell’ambito della comunicazione poiché moltiplicano i momenti di riflessione; questa riflessione è spesso povera. Bisogna aumentare le occasioni di studio e di confronto plurale sulla base della presenza fisica; bisogna riportare il modo di essere di questa città su un terreno di studio, ricerca, progetto, sfuggendo alla retorica dell’ottimismo ma anche a quella del pessimismo.
Ultimo intervento è stato quello di Brunilde Zisa di Emergency che sottolineato che «Lo studio, l’analisi della realtà, la ricerca della collaborazione sono strumenti fondamentali per la promozione del cambiamento sociale, culturale, economico dell’uomo. Per tale ragione nasce la collaborazione tra il Centro studi ed Emergency che sicuramente funzionerà bene anche a Catania, con il contributo delle istituzioni, dell’amministrazione, delle associazioni».
Foto di Salvatore Torregrossa
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