MINEO – Quattro cani che vivevano nel Centro Accoglienza per i Richiedenti Asilo di Mineo (Catania) sono stati avvelenati; gli animali sono deceduti tra atroci sofferenze. I cani erano tra quelli sterilizzati e microchippati dall’Ente Nazionale Protezione Animali nell’ambito di una iniziativa di contrasto e prevenzione del randagismo. Al momento non si hanno notizie certe su chi possa essere stato l’autore di un gesto così ignobile e vigliacco.
«Tuttavia – denuncia la presidente nazionale dell’associazione, Carla Rocchi – se le autorità acquisissero i filmati delle telecamere si potrebbe fare chiarezza sull’accaduto. So che richieste in tal senso sono state avanzate dai nostri volontari catanesi».
Inoltre, secondo l’Enpa, non risulta sia stata seguita la procedura prevista, ossia la messa in sicurezza del corpo dei poveri animali e l’invio all’istituto zooprofilattico per le analisi del caso.
«Da quanto ne sappiamo – aggiunge il presidente dell’Enpa di Catania, Cataldo Paradiso – i cadaveri potrebbero trovarsi ancora sul posto, oppure potrebbero essere stati smaltiti come un qualsiasi rifiuto. Finora in questa terribile vicenda si è attivata solo l’Asp di Caltagirone che ha più volte chiesto di procedere come previsto dalla legge».
Secondo l’ente animalista il «Comune di Mineo invece, passato l’entusiasmo e il compiacimento per la missione Enpa, è tornato a disinteressarsi dei suoi cani e ad oggi non ha né istituito una figura di raccordo nel CARA per la gestione dei cani, né sottoscritto alcuna convenzione con un canile».
«La Protezione Animali – si legge in una nota – torna a chiedere alla Prefettura di organizzare un incontro per fare il punto della situazione sui cani del CARA e per pianificare iniziative volte a prevenire il randagismo e ad evitare possibili situazioni di crisi. L’Ente Nazionale Protezione Animali farà quindi il possibile con il proprio ufficio legale per identificare i responsabili dell’avvelenamento e per chiamare le istituzioni a rendere conto delle loro inadempienze».
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