RAGUSA – «La professione si sta caratterizzando sempre più per il ruolo di mediazione tra gli interessi pubblici e privati, e ha sviluppato negli anni capacità e competenze sussidiarie rispetto a quelle degli organi statali, che non sempre riescono a garantire standard adeguati di efficienza». Da questa riflessione ha preso il via la tavola rotonda sulle Politiche professionali introdotta dal presidente dell’Ordine degli Architetti di Catania Giuseppe Scannella, all’interno dei lavori del sesto congresso regionale della Consulta degli Architetti di Sicilia.
Presente gran parte del consiglio nazionale di categoria con il presidente Giuseppe Cappochin, che ha salutato i presenti prima di passare la parola al presidente della Consulta regionale Giovanni Lazzari. Quest’ultimo ha illustrato le azioni che il consesso regionale della categoria sta portando avanti – grazie a un’interlocuzione costruttiva con le istituzioni politiche – come le proposte di modifica alla legge regionale sul recupero dei centri storici e la costituzione della rete delle professioni tecniche e scientifiche.
«La nostra professione – ha sottolineato Scannella – si occupa di materie costituzionalmente rilevanti, e così come la nostra carta preserva ambiente e il paesaggio, bisogna ricordare che tutela anche il lavoro come diritto inalienabile e la sua equa retribuzione. Per parlare di futuro bisogna immaginare delle azioni che correggano le distorsioni del passato di cui abbiamo esperienza: a partire dal riordino delle competenze che si rende necessario soprattutto nella definizione del ruolo del progettista, figura ibrida in Italia, con l’obiettivo di restituirgli il valore connesso alla funzione sussidiaria che svolge nell’interesse pubblico. Passando per il riequilibrio dei diritti e dei doveri fiscali nell’ottica della competizione internazionale, i nostri professionisti per esempio – ha continuato Scannella – subiscono il doppio del carico tributario dei colleghi d’oltralpe. Altro aspetto è quello legato ai professionisti che sono dipendenti pubblici: bisogna chiarire che anche loro svolgono la stessa professione dei colleghi che lavorano con le committenze che arrivano dal libero mercato. Tutti e due svolgono la medesima funzione, ovvero quella di far star meglio le persone».
Tanti gli argomenti emersi durante gli interventi moderati dal giornalista Giorgio Liuzzo, dalla rivoluzione culturale legata all’introduzione degli strumenti tecnologici esposta dal consigliere nazionale Marco Aimetti, alle normative di semplificazione messe a punto dal legislatore e illustrate dal segretario del Consiglio nazionale di categoria Fabrizio Pistolesi. La parlamentare e architetto Serena Pellegrino ha poi fornito un excursus dei lavori parlamentari oggetto d’interesse per la categoria e più in generale di tutto il comparto legato all’urbanistica e ai lavori pubblici, mentre l’architetto e giornalista Paola Pierotti si è soffermata sugli aspetti legati alla comunicazione e al networking professionale.
A conclusione del dibattito il presidente Scannella, ha sottolineato l’importanza di interventi urgenti e contestualizzati al territorio in cui operano i professionisti: «Le azioni portate avanti dal Consiglio nazionale – ha concluso – sono di alto profilo e di ampio respiro. Ma gli obiettivi strategici devono contemperarsi con le azioni di più piccola scala, che incidono sulla vita quotidiana di tutti noi professionisti».
All’inaugurazione del congresso sono intervenuti per i saluti istituzionali il sindaco di Ragusa Federico Piccitto, il presidente dell’Ordine degli Architetti di Ragusa Giuseppe Cucuzzella, il viceprefetto Giuseppe Carcià e il presidente del Consorzio universitario ibleo Cesare Borrometi. Presente inoltre il consiglio direttivo dell’Ordine etneo al completo, oltre a una numerosa delegazione di consiglieri e iscritti.
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