ROMA – Il sindaco di Catania Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, ha chiuso gli interventi dei primi cittadini nell’aula di Montecitorio gremita di seicento fasce tricolori provenienti da tutt’Italia – e tra essi i sindaci delle zone terremotate di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo – per una giornata di confronto con il Governo e con il Parlamento sulle urgenze del Paese riguardo ad alcuni grandi temi: ambiente, piccoli Comuni, cultura, politiche di genere, accoglienza e integrazione, welfare.
Dopo l’intervento introduttivo della presidente delle Camera, Laura Boldrini, nel corso dell’incontro – organizzato in collaborazione con l’Anci e trasmesso in diretta dalla Rai – hanno preso la parola i sindaci Alemanno (Norcia), D’Alonzo (Crognaleto), Pirozzi (Amatrice) e Rinaldi (Ussita), provenienti da quattro fra i centri più colpiti dai terremoti di agosto e ottobre. Sono poi intervenuti Pizzarotti (Parma), Gallello (Gasperina), De Ruggieri (Matera), Palazzi (Mantova), Merola (Bologna), Gori (Bergamo), Nicolini (Lampedusa), Nogarin (Livorno) e Petrangeli (Rieti), confrontandosi con i presidenti di Commissione della Camera Ermete Realacci (ambiente), Flavia Piccoli Nardelli (cultura, scienza e istruzione), Andrea Mazziotti di Celso (affari costituzionali) e Mario Marazziti (affari sociali). In conclusione, e prima delle risposte del ministro dell’Interno Angelino Alfano e del sottosegretario alla Presidenza Claudio De Vincenti, hanno preso la parola il presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, ed Enzo Bianco.
Il sindaco di Catania ha posto quattro questioni: piccoli Comuni, autonomia decisionale dei primi cittadini, reputazione e sicurezza urbana.
«L’emergenza dell’Italia dei piccoli Comuni – ha detto Bianco -, delle montagne, l’abbiamo toccata con mano guardando le immagini dai luoghi del terremoto. Si tratta di un’Italia per troppo tempo abbandonata e dobbiamo fare tutto il possibile per tutelare questi territori fermando l’irrazionale esodo da questi luoghi, che peraltro va anche ad aggravare la condizione delle grandi città. Che hanno i loro problemi, come quello della sicurezza urbana. Da tempo è pronto, con un lavoro accurato del Ministro dell’Interno, che ringrazio, un disegno di legge su questo tema delicatissimo, che tocca profondamente i cittadini. Un’altra questione riguarda l’autonomia dei sindaci e la responsabilità che i cittadini ci hanno affidato con l’elezione diretta: oggi una legislazione inadeguata, una burocrazia soffocante limitano la nostra azione, impedendoci di fare ciò che i cittadini ci chiedono. In più, troppe volte leggiamo sulle prime pagine dei giornali di un sindaco incriminato per una qualunque vicenda, poi un poche righe qualche settimana dopo, nascoste in quarta pagina, spiegano che quel sindaco non aveva commesso nulla».
«Chi offende la reputazione dei sindaci – ha detto Bianco, suscitando gli applausi dell’aula – offende uno dei patrimoni della democrazia del nostro Paese».
Bianco ha concluso parlando di Catania, che qualche giorno fa «ha ospitato cinquecento ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia andando in giro per strade e piazze a suonare i loro strumenti». Questi ragazzi, tra cui duecento catanesi, «Hanno poi chiuso con un grande concerto nel Teatro Massimo Bellini grazie al Pon sicurezza voluto dal Ministero dell’Interno». Bianco ha spiegato che c’erano 14 orchestre e cori di otto diverse regioni «a suonare musica per far vincere la legalità». E ha citato il testo di una canzone di Enrico Strobino, “La Città del bambini”, che parla di una città multietnica, tra mare e giardini, in cui i grandi sono impegnati ad abbattere steccati e a studiare… da bambini.
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