CAMPOROTONDO ETNEO – Un’evento solidale che ha avuto luogo oggi presso Camporotondo Etneo in provincia di Catania per contribuire a favore di quelle donne che sono vittime di violenza per la giornata dedicata proprio alla lotta contro gli abusi che le vede tristemente protagoniste. Con il patrocinio del comune con in testa il primo cittadino Filippo Privitera, della giunta, e della pro-loco camporotondese, si è dato vita ad un flash mob voluto e sentito sia da parte della gente comune ma anche da chi amministra il paese. L’atto di sottomissione, di prepotenza e di possessione sono alcuni modi che cosiddetti uomini impongono alle mogli, compagne, fidanzate, figlie, sorelle, che finiscono per accondiscendere alle violenze tacendo per paura. La rappresentazione semplice ma incisiva è stata chiara un grido forte di un dolore silente troppe volte soffocato poiché le vittime temono ritorsioni da parte di chi è diretto responsabile degli abusi. Si deve dar voce anche con queste manifestazioni per scuotere le coscienze! Dietro il femminicidio vi è un filo sottile che collega fra loro l’ossessione di possesso come un oggetto da parte del partner o di un famigliare; la sconfitta, il fallimento non accettati innescano un meccanismo diabolico che sfocia nella violenza più cruda, inaudita ed assurda. Le donne che subiscono tali cose devono essere aiutate dalla cosiddetta società civile con leggi più incisive certezze che devono essere date ai cittadini più deboli; una donna ha il diritto di guardare negli occhi il proprio marito o compagno con amore ed essere a sua volta ricambiata da uno sguardo da parte di un uomo che sia ripieno di valori d’amore e di protezione nei confronti di una donna, e non vedere negli occhi del suo uomo il terrore di essere picchiata o uccisa; l’amore non è gelosia possessiva, non è rabbia, non è dolore,non è violenza, non è soffocare! Invece l’amore è gioia, allegria e vita, l’amore da la vita, dona gentilezza, pazienza e coraggio tutti quei sentimenti che permettono di amare una persona così com’è, alta, bassa, magra, o tonda; non si usa una donna, la si ama, non si maltratta, va sostenuta, non si uccide, è un dono prezioso che il buon Dio ha creato per
completarsi all’uomo non per essere distrutta da lui. Le scarpe rappresentano un’assenza quella di ogni donna che avrebbe potuto indossarle, camminando passo dopo passo verso la propria via che vigliaccamente qualcuno che diceva di amarle ne ha interrotto il percorso. Il 1522 è il numero telefonico del telefono rosa istituito dal ministero per le pari opportunità, l’associazione onlus di volontariato sita a Bronte è attiva dal 2011 per aiutare le vittime di violenza e maltrattamenti ad uscire fuori dal tunnel degli abusi; ognuno di noi deve fare la propria parte ed aiutare una persona che si trova in questo tipo di situazione. L’unione fa la forza, dunque avanti con coraggio e solidarietà, l’esercito delle scarpe rosse avanza per dire “basta” e per restituire speranza e dignità a coloro che l’hanno persa.
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