CATANIA – Il Magnifico Rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro, con una lettera aperta ha reso nota la sua volontà di non ricandidarsi.
Ai Docenti, al Personale tecnico-amministrativo, agli Studenti dell’Università di Catania
Negli anni trascorsi dalla mia elezione e dal mio successivo insediamento, il 13 marzo del 2013, il nostro Ateneo ha affrontato tante difficoltà, nazionali e locali, ma ha anche messo in essere tante importanti realizzazioni. Ho guidato questo processo con “disciplina ed onore”, come prescrive, a chiunque svolga funzioni pubbliche, l’art. 54 della nostra Costituzione. Partendo dal mio programma, sulla base del quale avevo ricevuto il consenso e il mandato della Comunità accademica, ne ho avviato la realizzazione nel rispetto dell’articolazione democratica e istituzionale dell’Ateneo (Organi di governo e Dipartimenti). Il confronto, all’interno degli Organi di governo, è stato aperto e ha valorizzato tutti i contributi; le delibere di maggior rilievo sono state sempre assunte dopo una lunga e articolata preparazione, realizzata in riunioni preventive con Senatori accademici, Consiglieri di amministrazione e Direttori di dipartimento. Con questi ultimi, il raccordo è stato costante, al fine di consentire anche a quelli tra loro non presenti in Senato di partecipare attivamente al processo decisionale dell’Ateneo. Sono state organizzate assemblee di Ateneo, per discutere delle questioni e delle realizzazioni più importanti. Abbiamo affermato, in definitiva, un metodo di assunzione delle decisioni fondato sulla partecipazione e sulla condivisione, nel pieno rispetto dei ruoli decisionali di ciascuno e della loro autonomia. Non si sono mai verificate interferenze nelle sfere di competenza proprie delle strutture dell’Ateneo, così come delle rappresentanze.
È stato realizzato un grande lavoro di innovazione nell’ambito della didattica e della ricerca. La questione della qualità e dell’efficacia della didattica è stata affrontata nei suoi aspetti strutturali, intervenendo sull’organizzazione dei corsi di studio, sul raccordo con le istituzioni dell’istruzione superiore, sulle metodologie di apprendimento, sul rafforzamento dell’assistenza agli studenti. Abbiamo investito risorse in progetti innovativi (MatIta, Incipit, tutorato alle matricole), anticipando talvolta misure nazionali, come quelle che sono state quest’anno destinatarie di finanziamenti nella legge di stabilità. Ancora più importante, abbiamo sviluppato un confronto sistematico con i presidenti di corso di studio, al fine di evitare che le misure adottate fossero calate dall’alto e risultassero, invece, arricchite da tutti coloro che lavorano in prima linea sul fronte della didattica. Dopo tanti anni, grazie a questi interventi e anche alla razionalizzazione dei meccanismi di accesso, le immatricolazioni sono tornate a crescere e abbiamo significativamente migliorato i risultati in termini di numero di CFU conseguiti alla fine del primo anno.
Sulla ricerca, abbiamo ripreso il finanziamento di ateneo sui progetti di ricerca e sul dottorato (riuscendo ad ottenere anche l’intervento della Regione attraverso il Fondo Sociale Europeo). Dopo l’esperienza del FIR, abbiamo predisposto un piano triennale della ricerca (già deliberato dal Senato accademico), che trasferisce il finanziamento dei progetti alla responsabilità dei Dipartimenti e che prevede un fondo speciale per finanziare docenti che abbiano avuto una valutazione positiva su progetti di rilievo nazionale e internazionale, senza ricevere finanziamento, impegnandoli a proporre nuovi progetti su quelle linee. È stata contrattualizzata un’assistenza esterna alla progettazione, ed è stata già avviata un’attività di formazione per il personale che, nell’ambito dei Dipartimenti, si occuperà di collaborare i docenti nella fase di presentazione dei progetti e della loro rendicontazione. È stato costituito il Centro di ricerca BRIT, come modello di Ateneo di organizzazione interdisciplinare della ricerca, al fine di avere una “massa critica” importante per la competizione in ambiti tematici molto importanti, sia per gli aspetti strettamente scientifici sia per i finanziamenti.
Abbiamo deliberato un atto di programmazione triennale del reclutamento che, pur nella ristrettezza delle risorse disponibili, rappresenta il primo grande investimento sulle risorse umane dopo tanti anni, e ci consentirà di proseguire nelle progressioni di carriera (con 37 punti organico), di assumere 100 giovani ricercatori, di accompagnare i nostri ricercatori a tempo determinato verso un processo di stabilizzazione, di assumere nuovi professori associati e ordinari per sopperire alle gravi sofferenze di alcuni settori disciplinari. Allo stesso tempo, ci siamo impegnati a concludere il processo di stabilizzazione del personale tecnico amministrativo entro il 2019 (su tale processo, la mia amministrazione ha già investito il 60% circa dei punti organico disponibili del periodo 2012-2015), a prevedere risorse per nuovi concorsi e per offrire opportunità di carriera per il nostro personale. Sempre sul personale, dopo un blocco di anni, abbiamo riportato alla normalità le relazioni sindacali ed è ripresa la sottoscrizione dei contratti integrativi (è sostanzialmente conclusa la contrattazione 2015-2016); è stato raddoppiato il peso dei voti del personale nell’elezione del rettore; sono tornate le rappresentanze nei Consigli di Dipartimento.
I Dipartimenti sono ritornati al centro del governo dell’Ateneo, avendo trasferito ad essi poteri decisionali veri in ampie materie, dal reclutamento alla didattica e alla ricerca, con un correlato incremento delle risorse a loro disposizione (dal milione di euro, all’inizio del mio mandato, ai circa nove milioni attuali, includendo in questa cifra anche le risorse previste nel piano triennale della ricerca). Tutti i direttori di dipartimento siedono oggi in Senato accademico. È stata completata la riorganizzazione amministrativa, con la costituzione degli uffici dipartimentali e il definitivo spegnimento dei poli amministrativo-contabili.
È stato incrementato (più che raddoppiato) il finanziamento di Ateneo per il diritto allo studio; è stato aumentato il numero delle borse Erasmus e, quest’anno, per la prima volta, saranno finanziati tutti gli idonei; la collaborazione con l’ERSU e l’opera di razionalizzazione interna condotta dal suo Presidente ha consentito, anche in quell’ambito, di ottenere lo straordinario risultato di poter erogare, in tempi rapidi, la borsa di studio al 100% degli idonei; è stata, per la prima volta, costituita la Consulta degli studenti e sono ritornate le rappresentanze degli studenti nei Consigli di Dipartimento.
Il nostro Ateneo, in questi anni, ha sviluppato e consolidato una fitta rete di legami con le Istituzioni, il mondo delle imprese, le associazioni, riguadagnando considerazione e reputazione. Tra le tante iniziative che hanno affermato il nostro ruolo sociale (nell’ambito di quella che viene chiamata terza missione) vorrei ricordare le due edizioni di Porte Aperte che, la scorsa estate, ha portato nei nostri luoghi oltre 20.000 persone, nonché il fatto che, attraverso la nostra disponibilità a partecipare al tavolo prefettizio sulla crisi occupazionale di Catania, a conclusione dell’aggiudicazione dell’appalto dei servizi di pulizia, circa 50 persone oggetto dell’interesse del tavolo troveranno un’occupazione.
Questi sono soltanto alcuni, tra i più significativi, risultati che abbiamo ottenuto in questi anni, tutti insieme, docenti, personale tecnico amministrativo e studenti, Organi di governo e Dipartimenti e Corsi di studio. Il Rettore ha svolto un ruolo di coordinamento, giammai di autocrate o di monarca assoluto.
Cosa è successo, allora, che ci porta oggi in una situazione di gravissimo disagio e sofferenza, che ha impedito, tra l’altro, di dare l’avvio al programma di reclutamento e al piano della ricerca ?
E’ colpa, forse, di tutto questo lavoro collettivo ? No, certamente. Oggi ci ritroviamo “decapitati” degli Organi e nella necessità di doverli ricostituire, a partire dal Rettore, perché il mio predecessore ha seguito un percorso di emanazione dello Statuto che, nel febbraio 2015, ha portato il Consiglio di giustizia amministrativa a dichiararne l’illegittimità. Se non ci fosse stato quel vulnus, nessuno oggi potrebbe affermare che gli Organi di governo, compreso il Rettore, sono stati costituiti illegittimamente e, quindi, non ci ritroveremmo “decapitati” e nella necessità, caso unico in Italia, di dover ripetere l’elezione del Rettore a poco meno di quattro anni di distanza dalla precedente. Non solo. L’iniziativa giudiziaria che, partendo dalla sentenza di illegittimità di quello Statuto, ci ha portato a questa elezione è stata, tra gli altri, promossa proprio dall’autore di quella illegittimità. È bene che tutti siano consapevoli di questa responsabilità e del fatto che, se oggi è possibile votare e votare nel giro di poche settimane, lo si deve alla mia iniziativa di revisione dello Statuto, che ha consentito di ricondurre le sue norme in un alveo di piena legittimità. Se non ci fosse stata quella revisione, oggi non avremmo avuto uno Statuto legittimo e valido per poter eleggere gli Organi e, allo stesso tempo, non avremmo avuto gli Organi per fare un nuovo Statuto: un enorme pasticcio che ci avrebbe costretto ad una ben più lunga paralisi.
In questi anni, come sapete, ho dovuto governare l’Ateneo nel mezzo di una campagna di stampa violentissima, tesa a screditare l’onorabilità della mia amministrazione. Senza volere ripercorrere analiticamente le singole questioni, ho il dovere di precisare, in primo luogo, che tutte quelle vicende, per iniziativa mia personale e del Direttore Generale dott. Portoghese, sono oggetto dell’attenzione della magistratura penale e contabile, avendo entrambi presentato diversi esposti, con dovizia di documentazione, a partire dall’agosto 2015 e, da ultimo, nell’ottobre 2016. Ciò nell’evidente segno della massima trasparenza e del massimo rispetto della legalità, e confidando nell’operazione di chiarezza che la magistratura saprà fare e che, auspico, possa essere la più tempestiva possibile. Inoltre, con particolare riferimento al completamento della Torre biologica, ho assunto, insieme al Consiglio di amministrazione, la responsabilità del suo completamento, nonostante i numerosi difetti e l’incompletezza della progettazione, le gravi carenze di esecuzione, le problematiche dovute alla successione nell’appalto, al fine di non trasformare l’opera in un’ennesima incompiuta, a disdoro dell’Università, e con grande spreco di risorse e anche di finanziamenti. Nella gestione degli appalti e dei servizi abbiamo proceduto con la massima trasparenza e con l’obiettivo della razionalizzazione dei contratti dei servizi che affidiamo all’esterno: il risultato di tutta questa attività, comporterà un risparmio di circa 8 milioni di euro l’anno.
Mi trovo, dunque, nella condizione di serenità per sottopormi al giudizio di tutti voi. Così come, considerato il contenuto della sentenza che ci impone di procedere ad elezione del Rettore, mi trovo anche nelle condizioni giuridiche di eleggibilità. Ed è per questo che, subito dopo la sentenza, ho dichiarato di candidarmi. Nelle settimane che ci separano da quella mia dichiarazione, tuttavia, è stata intensificata una campagna violenta, mai a viso aperto, fatta esclusivamente di minacce e di dubbi insinuati nei corridoi, contro la mia candidatura. Sono state preannunciate nuove iniziative giudiziarie, tese a pregiudicare la mia possibilità di candidarmi o, se eventualmente eletto, a provare di far dichiarare la nullità della mia elezione. Nulla che abbia a che vedere con questioni di merito e di interesse generale dell’Ateneo. In queste condizioni, si profila una campagna elettorale che, anziché costituire un momento di confronto ampio su questioni di interesse della nostra comunità, finirà per concentrarsi su stucchevoli aspetti di (presunto) diritto. Chi si sta facendo promotore o sostenitore collaterale di questa campagna si assume, ovviamente, la grave responsabilità di deturpare la contesa elettorale. Certamente non voglio essere io a contribuire a questo clima torbido. Ritengo che l’evoluzione di queste settimane e quella prevedibile del prossimo futuro non garantisca condizioni di serenità per la nostra Istituzione e per la mia persona, sufficienti per proseguire nella presentazione della mia candidatura e, pertanto, vi comunico che non mi candiderò alle elezioni per il Rettore. Ho assunto questa decisione dopo avere vissuto, negli ultimi giorni, un grande travaglio interiore, con una grande amarezza ma con la consapevolezza che il mio senso di responsabilità verso l’Istituzione, che ho finora servito con disciplina ed onore, mi richiede di evitare che la mia persona possa essere strumentalmente presentata come di ostacolo ad un sereno confronto. Nessuno si illuda, tuttavia, che, senza una persona, possano dissolversi un progetto e i principi che lo ispirano, che ormai fanno parte di un patrimonio che appartiene a tanti di noi. Il nostro Ateneo è oggi a un bivio. Affidarsi a campagne di stampa esterne e a torbidi interessi di parte, o proseguire l’azione di riforma e rilancio, nella legalità e nell’efficienza. Non ho dubbi sulla strada che si vorrà intraprendere, l’unica a potere assicurare un futuro al nostro Ateneo e al nostro territorio.
Per concludere, sento il dovere e il piacere di ringraziare quanti, il Prorettore, Prof. Alessandra Gentile, il Direttore Generale, dott. Federico Portoghese, i Delegati, Senatori accademici, Consiglieri di amministrazione, Direttori di Dipartimento, rappresentanti sindacali e del personale tecnico amministrativo, rappresentanti degli studenti, hanno condiviso e collaborato alle attività istituzionali di questi anni. Un ringraziamento ai tanti, nell’Amministrazione dell’Ateneo, che hanno lavorato, con spirito di abnegazione e con lealtà alla realizzazione degli importanti risultati conseguiti. Infine, ma non da ultimo, un sincero ringraziamento per la fattiva, professionale e affettuosa collaborazione di tutto il personale degli uffici del Rettorato e, in particolare, della dott. Laura Vagnoni.
Con i più cari auguri di un sereno Natale e di un 2017 nel solco di un rafforzamento dell’azione di sviluppo e di innovazione della storia plurisecolare dell’Università di Catania.
Giacomo Pignataro
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