CATANIA – «Otto mesi dopo la presentazione del primo stralcio sul recupero del patrimonio edilizio del Centro storico, l’Assessorato ha presentato al Consiglio comunale, dopo l’ok di Soprintendenza e Genio civile, anche quello conclusivo, riguardante San Giovanni Galermo e San Cristoforo sud, un territorio di 324 ettari con circa 7.500 unità edilizie». Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco sottolineando come, grazie a questo strumento previsto dalla Legge regionale che semplifica le procedure per la rigenerazione dei centri storici, “Quello di Catania potrà diventare propulsore economico, sociale e culturale oltre che polo di attrazione turistica”.
«Un Centro – ha aggiunto – da riconsegnare alla città più sicuro e fruibile, in modo che i catanesi tornino nei circa 20 mila vani da anni disabitati».
Il Comune di Catania, ha ricordato l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo, è stato il primo in Sicilia ad avere intrapreso questo percorso perché quando – il 10 luglio del 2015 – fu varata la Legge regionale 13, si era già in fase avanzata di progettazione grazie a un percorso avviato nel dicembre del 2014 e condiviso dall’Amministrazione con tutte le realtà del territorio attraverso tavoli, incontri, confronti, dibattiti che alla fine hanno condotto a un progetto condiviso di rigenerazione senza cementificazione perché diretto al miglioramento della qualità degli immobili.
«La legge – ha sottolineato Di Salvo – in base alle caratteristiche architettoniche, alle dimensioni e alla struttura, individua otto tipologie edilizie per le costruzioni nei centri storici siciliani, suddividendole in edifici qualificati (tipologie Tc, Td), monumentali (Te, Tf) ed edifici non qualificati (Ta, Tb, Tg, Th), gli unici a poter essere demoliti e ricostruiti. Secondo la legge devono essere i Comuni a classificare gli edifici in base a queste tipologie edilizie, con lo strumento dello Studio di dettaglio, che, dopo i pareri positivi della Soprintendenza e del Genio civile, passa per l’approvazione al Consiglio comunale».
Il centro storico di Catania è diviso, secondo l’attuale Piano regolatore, nelle zone A (di 241 ettari), B(40), A1 (San Giovanni Galermo, 49) e San Cristoforo Sud (26). Per via di questa grande estensione e dell’elevato numero di unità edilizie da esaminare è stato prima predisposto – e presentato nel luglio dello scorso anno – uno stralcio dello Studio di dettaglio relativo alle zone A e B.
«Adesso – ha detto l’Assessore – è stato realizzato anche lo stralcio riguardante San Giovanni Galermo e San Cristoforo, che non hanno edifici monumentali. È stato valutato che la demolizione e ricostruzione degli edifici non qualificati riguarderebbe oltre tre milioni e mezzo di metri cubi, con la realizzazione di edifici sicuri dal punto di vista sismico, idraulico e di contenimento energetico. La rigenerazione urbana, insomma, rilancerà l’edilizia e senza ulteriore consumo di suolo».
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