CATANIA – Oltre quindici milioni di euro di investimenti, il numero dei visitatori dei musei comunali quadruplicato in tre anni, passando da 26.000 a oltre centomila, quindici Notti dei Musei con 148 partner e un totale di 145.000 partecipanti, l’Estate in città che – contando anche il festival I-Art -, ha fatto registrare 141.000 spettatori e 530 spettacoli dal 2014 al 2016. Sono soltanto alcuni dei numeri emersi dal terzo incontro tematico “Il tempo del raccolto”, dal titolo “Cultura a Catania, obiettivi raggiunti e progetti futuri”, svoltosi nell’auditorium nell’auditorium Concetto Marchesi del Palazzo Platamone e che segue quelli sul Welfare e i Lavori pubblici svoltisi rispettivamente il 30 settembre e l’11 novembre del 2016. Con questi appuntamenti l’Amministrazione comunale intende non solo fare conoscere e spiegare quanto finora fatto ma anche aprire un dialogo e un confronto costruttivo con la Città.
A introdurre e chiudere l’incontro è stato il sindaco di Catania Enzo Bianco, mentre la relazione è stata illustrata dall’assessore Orazio Licandro. Moderatore il giornalista Andrea Lodato, che, introducendo i lavori, ha sottolineato come il processo culturale innescato a Catania e in particolare in alcuni luoghi simbolo della città come l’area di piazza Federico di Svevia “abbia contribuito a combattere la mentalità mafiosa, ad allontanare la paura e a rendere la città più vivibile”.
Nel bilancio di questi quattro anni è risultato subito evidente il salto di qualità rispetto al passato. Si è parlato dei Capodanno in piazza, da Bregovic fino alla Notte della Taranta con Carmen Consoli, dei concerti come quello di Ligabue, e delle grandi mostre. La prima, dal gennaio del 2015, è stata Artisti di Sicilia, cui è seguita Diva Agata del maestro Santacroce, sempre nel Castello ursino. Nel Palazzo della cultura tra il 2015 e il 2016 è stata la volta dell’Urban art con Codici sorgenti. Dall’incontro con la fondazione Terzo Pilastro per quest’iniziativa nacquero iniziative capaci di mutare Catania in un museo a cielo aperto con interventi sui silos del porto, compreso lo sguardo del marinaio di Vilhs. Tra le altre esposizioni d’arte quelle di Pablo Picasso e di Chagall nel Castello, insieme al Museo della follia di Ligabue e a Warhol, ancora in corso. Segnalate anche Migrant Volcano, Eterogenesi della Forma, Fino all’ultimo respiro e le personali di Giuseppe Bergomi e Pino Pinelli al Platamone. Per concludere con la splendida mostra di Escher, aperta fino a settembre. Valorizzate poi, anche con interventi di restauro, le collezioni del Museo civico – Biscari, Benedettini e Finocchiaro – con “L’Istinto della formica” che propone le opere d’arte raccolte dai Benedettini, compreso un “ritratto di gentiluomo” di El Greco.
“Non è azzardato affermare – ha sottolineato Licandro – che mai prima d’ora, nella storia amministrativa di Catania, si sia investito tanto nella cultura e questo ha portato a una nuova, diffusa, e sino a qualche anno fa imprevedibile, sensibilità per i Beni culturali. Abbiamo allineato Catania ad altre città con una vita culturale significativa e abbiamo ricostruito immagine e reputazione. Questo ci ha consentito di varare uno dei più importanti progetti, che, con due milioni e seicentomila euro, ci consentirà di realizzare a Catania una sezione del prestigioso Museo Egizio di Torino con i reperti provenienti da Tebtunis. Come anteprima, già nel prossimo mese di dicembre, proporremo nello spazio espositivo che ospiterà i reperti, una mostra su Ernesto Schiaparelli, storico direttore dell’Egizio, dal titolo ‘Dalle Sabbie al Museo’. E c’è poi il grande progetto sul Castello Ursino: un finanziamento di oltre sei milioni di euro consentirà di realizzare un nuovo deposito permettendo di creare un nuovo Piano espositivo anche sfruttando il nuovo collegamento verticale”.
Licandro ha illustrato i piani – in parte già avviati e comunque finanziati – che agiranno da effetto moltiplicatore sull’offerta culturale di Catania attraverso le nuove tecnologie: il Museo virtuale della Musica realizzato nel Palazzo Gravina-Cruyllas grazie al progetto BellinInRete, da quasi un milione di euro; il progetto Museo della Città, finanziato con un milione di euro, con VivereCatania, spazio museale per conoscere e sperimentare, grazie al digitale, la città attraverso i quattro elementi naturali e i cinque sensi; il progetto Diffondo, che con un milione di euro permetterà la digitalizzazione e la diffusione sul web dei 18.000 preziosi volumi del Fondo dei Benedettini e delle Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero; il progetto Epicum, che prevede, con poco più di 100.000 euro, la digitalizzazione di tutte le iscrizioni dell’importante collezione epigrafica del Castello Ursino, su un unico portale Web. A questi si aggiunge il progetto Filo di Arianna, dal costo di tre milioni di euro, che prevede l’implementazione delle reti WiFi di supporto al percorso turistico culturale che tocca i siti di eccellenza. Ma ci sono anche progetti non legati al web, come quello sul Passiatore, che con 600.000 euro prevede la creazione di un atelier-museo a cielo aperto lungo la passeggiata tra la Stazione e il Porto.
“Il campo delle attività culturali – ha detto il sindaco Bianco – è uno di quelli in cui registriamo un enorme miglioramento rispetto a qualche anno fa. Catania era una città spenta, priva di attività museali e artistiche e di spettacolo degne di rilievo. Oggi invece la nostra offerta culturale rappresenta uno dei fattori trainanti dello sviluppo economico della nostra società e del nostro gradimento come città finalmente turistica. Catania pullula di visitatori e questo significa anche l’apertura di bar, ristoranti, bed and breakfast e alberghi. Skyscanner ci pone al quarto posto al mondo come destinazione preferita per le vacanze pasquali dopo Londra, New York e Amsterdam e prima di Parigi e Barcellona. E nella classifica 2017 di eDreams sulle destinazioni più popolari tra i viaggiatori europei, Catania è al sesto posto in Italia. La miglior risposta a chi sosteneva che con la Cultura non si mangia è questa: ingenti risorse investite in questo settore stanno generando non soltanto ricchezza ma felicità. Ricordate quegli economisti che preferivano al pil la fil, la felicità interna lorda? E infatti è un’altra Catania che siamo riusciti a far emergere in questi anni. Una città capace di ritrovarsi in fila, a mezzanotte, per visitare un museo o una mostra”.
Il Sindaco ha parlato dell’importanza di difendere la nostra grande tradizione teatrale, sia operistica, con il Massimo che, nonostante le difficoltà dovute ai tagli, dopo il successo della tournee in Cina sta sempre più affermandosi, sia di prosa, con lo Stabile in via di risanamento. Ha inoltre ha ricordato la battaglia per la statizzazione dell’Istituto musicale Bellini e, sottolineando come “anche nel settore culturale fare squadra porta a grandi risultati”, ha ricordato l’accordo strategico per la valorizzazione del Teatro Antico tra Comune, Teatro Bellini e gli assessorati regionali al Turismo e ai Beni culturali. Ha infine puntato il dito verso chi non solo guarda gli altri lavorare e rimane a braccia conserte, ma addirittura rema contro, a tutto danno della città. Il sindaco ha concluso parlando della città ritrovata, con le Terme Achilliane e quelle della Rotonda, la Cripta di Sant’Euplio e Casa Vaccarini, e la città sorprendente, come quella delle passeggiate sulle cupole, che si deve a operatori culturali illuminati.
E proposte, suggerimenti, idee, persino stimolanti provocazioni sono venuti proprio dagli interventi sia di rappresentanti delle istituzioni culturali, sia di promotori culturali, imprenditori, rappresentanti di associazioni. Hanno preso infatti la parola il prorettore dell’Università Giancarlo Magnano, la soprintendente ai Beni culturali Mirella Patanè, il soprintendente del Massimo Roberto Grossi con il direttore artistico Francesco Nicolosi, il direttore dell’Accademia di Belle Arti Virgilio Piccari, il commissario dello Stabile Giorgio Pace, il direttore dell’Ibam Cnr Daniele Malfitana, quello del Museo diocesano Grazia Spampinato e la presidente dell’Istituto Musicale Bellini Graziella Seminara e Luigi Messina in rappresentanza del Parco Archeologico. Sono poi intervenuti Giovanni Anfuso per il mondo teatrale, Orazio Torrisi per le sale private, Andrea Urzì di Facciamo centro, Dario Stazzone della Dante Alighieri, Francesco Mannino di Officine culturali, Biagio Guerrera dell’Ame, Giusy Belfiore dell’Associazione guide turistiche, e poi ancora Antonio D’Amico, della Cisl, in rappresentanza dei sindacati. C’erano anche esponenti del liceo artistico Lazzaro e dell’istituto Vaccarini impegnati in attività di alternanza scuola-lavoro.
E poiché, come sottolineato sia da Bianco sia da Licandro, i risultati ottenuti non rappresentano un punto di arrivo, ma di partenza, è stato sottolineato l’impegno dell’Amministrazione nella diffusione della Cultura con il progetto Leggere nella città da leggere: con 300.000 euro si punta alla creazione di un distretto urbano fatto di biblioteche, archivi, centri culturali in connessione con Musei, Beni Culturali e luoghi urbani nei quali leggere e promuovere la lettura. Proseguendo nella strada tracciata con iniziative come il Maggio dei Libri, Libro Scambio e l’Autobooks, la biblioteca mobile comunale che ha avuto un grande successo con il Lungomare liberato e le visite nei quartieri.
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