CATANIA – Il progetto per il recupero dell’area, che si estende su un’area di circa 1800 metri quadrati proprio nel centro della città, è stato finanziato con i fondi regionali per l’incentivazione di forme di democrazia partecipata. Cartelli turistici bilingue che descrivono Torre del Vescovo e lo stesso Bastione sono stati donati dal Kiwanis club Catania est
Il sindaco di Catania Enzo Bianco ha “posato la prima pianta” – così è stato simboleggiato l’inizio dei lavori, trattandosi di un giardino – nell’ambito del progetto di recupero del Bastione degli infetti di via Torre del Vescovo, che si estende su un’area di circa 1800 metri quadrati proprio nel centro della città ed è stato finanziato con i fondi regionali per l’incentivazione di forme di democrazia partecipata.
“Attraverso un avviso pubblico – ha spiegato Bianco – sono stati invitati tutti i cittadini catanesi a esprimere la loro preferenza per l’utilizzo delle somme, scegliendo tra alcuni progetti, tra cui, appunto, la riqualificazione del Bastione degli Infetti – Torre del Vescovo, sostenuto dall’associazione Antico Corso. L’idea è quella di esalta la ricchezza storico-architettonica di questo luogo creando un community garden con spazi collettivi in costante evoluzione per sperimentare la creatività, nuovi spazi per i giochi dei bambini del quartiere e della socializzazione”.
Il progetto prevede che il luogo storico diventi anche un percorso articolato dall’inserimento di alcuni alberi e di piante officinali e con un’illuminazione scenografica che avrà lo scopo di esaltare la storicità e la bellezza del sito, punto di attrazione turistica
Il bastione degli infetti si trova sulla collina di Montevergine, antica acropoli di Catania. Venne costruito in pietra lavica per volere di Carlo V e fa parte delle fortificazioni un tempo presenti nella città di Catania. Le Mura di Carlo V – furono edificate dall’architetto Antonio Ferramolino a partire dall’inizio del XVI secolo – erano un complesso murario eretto a difesa di Catania e costituito da undici bastioni con sette porte d’accesso. Le mura racchiudevano la città del tempo e la difendevano dai pericoli. Una delle poche testimonianze rimaste è costituita dal Bastione degli infetti – del quale rimane visibile soltanto una piccola parte – edificato nel 1556 ad opera del vicerè Vega e che deve il suo nome a una grave epidemia di peste che colpì Catania nel 1576.
Nella giornata di oggi, oltre alla posa della prima pianta, sono stati sistemati dei cartelli turistici bilingue – in italiano e inglese – che descrivono Torre del Vescovo e Bastione degli infetti. I cartelli sono stati donati dal Kiwanis club Catania est, rappresentati dalla presidente Gigliola Marino e da Elio Garozzo e dal Comitato popolare antico corso, rappresentato dal presidente Salvo Castro, e messi a punto da Comitato popolare Antico Corso, Ibam del Cnr, e da tre licei: il classico Spedalieri, l’artistico Emilio Greco e lo scientifico Boggio Lera.
Alla cerimonia erano presenti gli assessori al decoro urbano Salvo Di Salvo e al Verde Rosario D’Agata, il comandante del Corpo della Polizia municipale Pietro Belfiore e la Dirigente del Verde Lara Riguccio, che ha stilato il progetto per il Bastione degli infetti.
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