Il 17 giugno al Piscator la Melopoiesi ideata da Berta Ceglie e Mario Modestini, autore delle musiche di tanti spettacoli della cantatrice del popolo siciliano, con i testi di Antonio Luca Cuddé. In scena con la Ceglie la ballerina Michelangela Cristaldi e la violoncellista Wanda Modestini. Tutti rappresenteranno durante la conferenza stampa, per operatori e fotografi, alcuni momenti dello spettacolo. Il progetto prevede anche la realizzazioni di audiovisivi interattivi
Sabato prossimo, 17 giugno, alle 20.45, nel Teatro Piscator di Catania, andrà in scena “Rosa di rosa. Un sciuri russu comu lu sangu sparsu”, tributo in occasione del novantesimo anniversario dalla nascita di quella stupefacente cantrice del popolo siciliano che fu Rosa Balistreri. Lo spettacolo – una Melopoiesi, il momento della creazione del canto – è prodotto dal Centro cultura Mediterranea con testi di Antonio Luca Cuddè, musiche di Mario Modestini e coreografie di Sergio Platania, e interpretato e diretto (con Modestini) da Berta Ceglie, in scena con la ballerina Michelangela Cristaldi e con la violoncellista Wanda Modestini. L’abito di scena di Berta Ceglie è di Gabriella Ferrera.
Rosa Balistreri nacque a Licata nel 1927 da una famiglia molto povera ed ebbe una vita piena di avventure e dolore. Conobbe fame, carcere, umiliazioni, emigrazione, il dolore profondo per la disabilità del fratello e l’uccisione di una sorella, per un figlio nato morto. Nonostante ciò era una donna piena di gioia e quando cantava i suoi tormenti diventavano arte e spirito indomabile. Se ne accorsero Ignazio Buttitta e Dario Fo, che la conobbero attraverso il pittore Manfredi Lombardi, suo compagno per dodici anni. Dopo essersi trasferita a Firenze – dove visse vent’anni e dove si trova sepolta – tornò, nel 1971, in Sicilia, a Palermo, dove esiste un’associazione a lei intitolata. Prese a cantare per le feste dell’Unità e a recitare, in particolare nel Teatro Stabile di Catania. Nel 1966 e nel 1969 partecipò alle prime due edizioni dello spettacolo “Ci ragiono e canto”, diretto da Dario Fo e nel 1974 partecipò, con altri artisti folk, a Canzonissima. Dal 1976 fu spesso accompagnata da Mario Modestini, musicista e compositore, che ha scritto per la sua voce le musiche de “La ballata del sale” (1979), di “Buela” (1982) e di “Ohi Bambulè” (1987). Colpita da un ictus cerebrale durante una tournée in Calabria, morì a Palermo nel 1990.
“Rosa – afferma Berta Ceglie – non era una donna, era un’orchestra. Una grande anima che sapeva toccare tutte le corde del sentimento. Era forte e dolce, ribelle e ironica. Meravigliosa”. D’altronde, come scrive Cuddè nella nota di presentazione di “Rosa di rosa”, “L’uso del canto come mezzo di ribellione e di libertà ha radici antiche: il canto è mezzo di salvezza e insieme espressione del dolore più acuto e della gioia più forte”. Certo, rappresentare nel 2017 uno spettacolo su una donna cresciuta a sudore, fatica e musica potrebbe mutarsi, sottolineano gli autori, una sorta di documentario sulla condizione delle donne lavoratrici in Sicilia nel Novecento.
“Invece no – spiega Modestini -, perché la vita e gli insegnamenti di Rosa posseggono una modernità che la pongono tra i grandi pensatori, con quella sua attenzione alla Libertà vista come rispetto delle regole e non come libertinaggio”. Per questo il progetto prevede anche la realizzazioni di audiovisivi interattivi, con le testimonianze di tutti coloro i quali hanno vissuto a stretto contatto con Rosa Balistreri.
Nella foto: Berta Ceglie e Michelangela Cristaldi durante le prove
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