I Bastioni, nell’architettura militare del 500” rappresentavano il punto principale di difesa delle mura, ove si svolgevano cruente battaglie. A Catania ancora oggi il bastione rappresenta un punto di scontro, ovviamente non armato, ma a colpi di comunicati stampa . Mi riferisco al confronto tra il comitato del bastione degli Infetti e il Comune di Catania; storicamente il Bastione degli Infetti, come la Torre del vescovo, situati nel quartiere antico corso tra l’ospedale Santo Bambino e quella parte di via Plebiscito comunemente detta”arrusti e mangia”, era uno degli 11 bastioni nati con la costruzione delle possenti mura denominate “Carlo V”che dalla seconda metà del 500 servivano a difendere la città dagli attacchi esterni .
Oggi di queste mura ne rimangono solo alcune tracce, per lo più incastrate tra le costruzioni del centro storico, il bastione degli infetti invece si è conservato abbastanza bene fino ai nostri giorni, nonostante i disastri causati dalla natura ( la colata lavica e il terremoto della fine del 600”) e dal catanese, il quale poco alla volta completò l’opera della natura.
Oggi però lo scontro lungo le sue possenti mura ha ripreso a colpire ; il bastione che l’incuria dell’uomo aveva, nei decenni scorsi, fatto diventare una selva di erbacce e discarica abusiva, per merito dell’associazione “ Antico Corso” fu riportato parzialmente fruibile ai visitatori, grazie ad un’opera volontaria di pulizia e manutenzione,e con una raccolta firme il sito entrò come “luogo del cuore” della F.A.O. il contrasto con il comune di Catania nasce per la destinazione finale del sito. Sul finire dell’anno scorso il comune fa un bando di “democrazia partecipata” dove chiunque poteva presentare delle idee di progettazione, vince l’idea dell’associazione “antico corso” sul bastione degli Infetti che lo vede come punto d’inizio di un contesto archeologico e storico. Il Comune nel marzo di quest’anno, presenti gli Assessori Rosario D’Agata e Orazio Licandro convocano un’assemblea proprio al Bastione presentando il progetto che nasce dall’idea dell’Associazione ma modificandola. Il sito non sarà più solo storico –Archeologico ma (per il comune) anche un luogo dove gli abitanti della zona ne possono usufruirne con panchine e alcuni giochi. Il comitato però esprime la Sua perplessità, vede nella modifica dell’idea iniziale, un progetto bello, ma fuori luogo, che stona con la vocazione del Bastione. Un progetto che vede dare un apporto anche dalla sopraintendenza dei beni culturali, la quale pone il sito sotto sorveglianza. Il Comune di Catania a cui in effetti preme il completamento dell’opera , tende a smorzare le diatribe.
Lunedi 19 giugno ha convocato un tavolo tecnico di discussione tra le associazioni, la sopraintendenza e il Comune stesso, con la volontà di superare le incomprensioni, stabilendo le modalità di partecipazioni al progetto di tutti i soggetti, asserendo di essere disponibile ad apportare le modifiche eventualmente necessarie a superare gli intoppi e portare a compimento l’opera. La Sopraintendenza, parte attiva, seguirà le fasi dei lavori , in modo da non danneggiare la zona Archeologica da poco venuta alla luce (ma ancora da datare) cosi come fa in qualsiasi lavoro urbanistico nella città.
L’Assessore D’Agata alla fine della giornata ha dichiarato “Abbiamo lavorato con il metodo della partecipazione” questo perché tutti i soggetti convocati hanno mostrato il loro pensiero per una comunione d’intendi , che è quella di migliorare il sito.
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