CATANIA – “Apprezziamo la volontà espressa dall’amministratore unico di Pubbliservizi di voler valutare l’opportunità di riportare la discussione sindacale su due piani, che riguardano rispettivamente l’organizzazione interna e le problematiche aziendali, da noi da tempo proposta.” Lo dichiarano il segretario della Ugl igiene ambientale Santo Gangemi ed i rappresentanti sindacali aziendali che, nel contempo, evidenzano come sia ancora oggi elevata la preoccupazione dei lavoratori in merito al futuro della società partecipata della Città metropolitana di Catania. “Siamo già al secondo incontro con il vertice aziendale, ma continua ad imperversare la mancanza di chiarezza e trasparenza in relazione alla strategia che lo stesso e l’ente partecipante vogliono adottare per salvare l’azienda dalla profonda crisi in cui versa. Se l’ipotesi del passaggio all’azienda speciale è ormai tramontata, non è affatto chiaro il tentativo di ricapitalizzazione paventato. Ciò che oggi traspare, invece, è la necessità che dalle “voci” ed alle comunicazioni, si passi alle azioni fattive per condurre la Pubbliservizi verso un clima più sereno – aggiungono gli esponenti Ugl, che hanno rappresentato la preoccupazione dei dipendenti in una nota inviata all’amministratore Ontario. Facciamo riferimento, soprattutto, al piano di rilancio che, ad ora, neanche ha visto la luce, ma è fondamentale per la vita della partecipata. Quello che noi ci auguriamo è che la classe sindacale non sia più considerata soltanto nel momento in cui diviene necessario condividere informazioni, ma diventi protagonista di una indispensabile fase di partecipazione e concertazione sui passaggi che, da ora in avanti, si dovranno fare nell’ambito della gestione aziendale. Il tutto – concludono i sindacalisti – a partire dalle improcrastinabili iniziative da individuare per consentire alla struttura di tornare ad essere più produttiva. Questo è il nostro accorato appello rivolto ad Ontario ed al sindaco metropolitano Enzo Bianco, affinchè ci sia maggiore concretezza a cominciare dalla non più rinviabile formazione di tavoli per la contrattazione e la concertazione permanenti.”
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