CATANIA – La riunione in Prefettura sul futuro della Pubbliservizi non ha sortito nulla perché la Regione ha dichiarato di non potere sborsare un solo centesimo. Dura la reazione del sindaco della Città Metropolitana di Catania, Enzo Bianco: «La Regione nella riunione in Prefettura riguardante la situazione della Pubbliservizi ha comunicato che non può trasferire le risorse a cui la Città Metropolitana ha diritto. Tagli inaccettabili che in questi anni hanno avuto in questi mesi l’apice. Le città Metropolitane siciliane, hanno avuto riduzioni dei trasferimenti che impediscono ai nostri enti di fornire servizi essenziali. Non abbiamo chiesto trasferimenti straordinari, ma quelli ordinari. La Pubbliservizi si trova in grande difficoltà ma se la Regione ci desse ciò che è dovuto avremmo la possibilità di ricapitalizzare con le nostre risorse, anche grazie al piano industriale all’opera di risparmio e moralizzazione che abbiamo attuato con il presidente Ontario in questi mesi. Abbiamo condotto una forte operazione di legalità e moralizzazione, rimuovendo persone e denunciando all’autorità giudiziaria. A questo punto sono pronto a guidare la protesta dei lavoratori alla Regione a Palermo, purché essa sia civile, perché la Città metropolitana abbia ciò che le è dovuto in maniera che si possa ricapitalizzare la Pubbliservizi risolvendo così le sorti dell’azienda».
Rabbia anche da parte dei sindacati. «Adesso più che mai è opportuno mettere in campo ogni azione possibile per salvare la società, abbandonando beghe politiche di ogni sorta ed attivando tutti i metodi partecipativi possibili per coinvolgere nel processo tutte le parti interessate». E’ quanto dichiarano i segretari territoriali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci, al termine della riunione che si è tenuta in Prefettura in merito alla vertenza Pubbliservizi.
Un vertice, coordinato dal vice capo di gabinetto Domenico Fichera in rappresentanza del Prefetto Silvana Riccio, al quale hanno preso parte il dirigente generale del dipartimento delle autonomie locali della Regione siciliana Maurizio Pirillo, il ragionere generale della Città metropolitana etnea in qualità anche di delegato dal sindaco Enzo Bianco, Francesco Schillirò, l’amministratore unico della società Silvio Ontario, gli stessi leader sindacali ed i rappresentanti di categoria Davide Foti (Filcams Cgil), Rita Ponzo (Fisascat Cisl), Salvo Bonaventura (Uil trasporti) e Santo Gangemi (Ugl igiene ambientale).
A chiedere l’incontro, infatti, erano stati gli stessi sindacati, alla luce delle ultime difficoltà riscontrate dall’assemblea dei soci (che ancora non si è chiusa) e del blocco delle attività quotidiane a causa della mancanza di risorse nonostante la recente proproga del contratto di servizio scaduto. Ad infrangere il sogno di ricapitalizzare o, quanto meno, di poter ricevere un contributo straordinario per sopravvivere, coltivato nelle ultime settimane sia dalla proprietà che dal vertice dell’azienda, è stato lo stesso Pirillo che ha confermato come allo stato attuale l’amministrazione regionale non ha nei capitoli risorse disponibili, se non quelle relative al trasferimento ordinario di 200 mila euro.
La sorpresa più amara, però, è arrivata poco dopo quando il presidente Silvio Ontario ha comunicato di aver avviato la procedura di liquidazione così come previsto dalla legislazione vigente. Un’attività che, adesso, porterà alla nomina di un liquidatore, mentre il Ragioniere Generale Francesco Schillirò ha spiegato che per l’immissione di nuovo capitale è necessario il pronunciamento del Consiglio dei ministri, visto che la Pubbliservizi ha chiuso tre bilanci consecutivi in perdita.
Intanto, sotto la Prefettura sono rimasti ad attendere numerosi lavoratori che, non appena hanno conosciuto l’esito della riunione, si sono radunati in corteo fino a piazza Duomo dove hanno inscenato una protesta ed altri hanno occupato la sede della ex provincia in via Nuovaluce a Tremestieri.
«E giunto il momento – affermano gli esponenti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – che ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti a 400 dipendenti che rischiano di essere licenziati. Ora la politica può più sbagliare e, per questo motivo, a conclusione del vertice abbiamo rappresentato all’esponente dell’ufficio territoriale del governo l’impellenza di convocare un nuovo tavolo prefettizio cercando di coinvolgere nell’immediato i massimi livelli istituzionali regionali e nazionali, perché si possa trovare una soluzione comune per il superamento di questa vertenza estremamente difficile e delicata».
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