La Commemorazione dei Defunti e la festa dei Morti non sono considerate feste civili.
Data: 1 e 2 Novembre
La data del “ Novembre viene scelta nel VII sec. da Papa Gregorio II per non scontentare il monaci irlandesi che il 31 ottobre festeggiavano Halloween
Origini:
Si narra che la commemorazione dei defunti risalga alla necessità di omaggiare gli uomini che erano stati sacrificati per i loro peccati a favore delle coppie di animali fatte salire sull’arca di Noè; si parla, infatti, di una festa dopo il Diluvio, come si legge nella Genesi (6: 5-7; e 7: 11). In epoca più recente, i Romani festeggiavano i ”Lemuria”, la festa dedicata ai “Lari” (dal latino “focolare”), spiriti protettori della famiglia.
Usanze :
Il primo giorno del mese di novembre, i cari estinti, ritornano sulla Terra ed attraversano le vie della città, facendo infine visita ai propri piccoli cari e portando loro – se si sono comportati bene – giocattoli, dolci e grattugiando i piedi di chi è stato discolo, regalando solo carbone. I doni vengono posti dentro ad un cestino e nascosto, in modo che i bambini possano divertirsi a cercarli in una sorta di mistica caccia al tesoro. Il giorno dopo, ci si reca al cimitero per ringraziare i defunti ed omaggiarne la generosità portando loro fiori colorati, in special modo il crisantemo che fiorisce in questo periodo. La tradizione siciliana prevedeva di lasciare le tavole apparecchiate per permettere ai morti di rifocillarsi, prima di tornare nell’aldilà.
Dolci della Festa:
“Oss ‘i mottu”, pupi di zucchero, rame di Napoli, totò bianchi e neri, frutta martorana e frutta secca.
Motivazioni:
Come Andrea Camilleri definisce ne il racconto “Il giorno dei Morti”, il parente ormai trapassato, non ritorna sotto forma di “fantasma col linzòlo”, bensì uguale a quello ritratto nelle foto in salotto e non fa spavento. Ciò per creare un momento di fantastico incontro con le persone care ormai scomparse affinché i bambini allevino il dolore e riescano a confutare la paura dell’ignoto nella speranza di intercettare una carezza. Essi, in fondo, sono assai più capaci degli adulti, ormai disincantati e troppo razionali, ad attraversare il mistero riuscendo a spiegarselo senza timori se la visione di esso viene spiegata con l’uso dei rituali giocosi di una tradizione.
“…Poi, nel 1943, coi soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano , felici e svegli fino allo spasimo, i figli o i figli dei figli…” A. Camilleri
Sciascia diceva che la festa dei morti in Sicilia “era un’esplosione esistenziale”
Halloween
E’ una festa pagana.
Data: 31 Ottobre
Origini:
Festa pagana mutuata dalle tradizioni dei padri pellegrini che dal’Inghilterra si erano spostati in America. Halloween deriva da All Hallows-Eve, versione arcaica di “all Saints” vigilia di Ognissanti e ritrova le sue autentiche origini in una festa celtica chiamata “Samhain” che sanciva la fine della stagione più mite e dunque dell’ultimo raccolto.
Usanze:
Durante tale festività, “Samhain” , collocato come un velo idealmente a metà fra Terra e Cielo, in un tempo indefinibile, si assottigliava talmente da permettere ai morti di attraversarlo. I defunti raggiungevano la terra e per non farsi riconoscere, attraversavano le strade delle città travestendosi.
L’usanza di privare della polpa le zucche gialle risale alla leggenda di “Jack o’ lantern”, un artigiano irlandese allegro frequentatore di osterie. Si narra che in due diverse occasioni, con un intervallo di dieci anni, avesse incontrato e beffato il diavolo. Una volta passato a miglior vita, gli fu negato l’ingresso nell’al di là a causa delle sue furberie e della leggerezza con cui aveva vissuto e condannato a vagare per l’eternità. Per illuminare il suo cammino senza meta, si era ingegnato a porre delle braci ardenti dentro una rapa vuota, esattamente come una lanterna.
In Italia, anticamente nelle tradizioni contadine era in uso intagliare delle zucche illuminate da candele e poste sopra i muretti per fare degli scherzi o vicino a chiese e cimiteri per simboleggiare i “fuochi fatui”.
Dolci della festa:
Pane dolce con uva passa, torta dolce di zucca, mele candite, semi di zucca tostati, “soul cake” al profumo di cannella.
Ormai entrata nella consuetudine verbale tipica di questo periodo, è la domanda fatta dai bambini “dolcetto o scherzetto?” che si rifà all’usanza del 2 novembre di andare in giro per le case a chiedere l’elemosina in cambio di preghiere.
Motivazioni:
I Celti erano un popolo contadino, sostanzialmente legato ai mutamenti stagionali e la festa “Samhain” costituiva un momento di vuoto temporale dove la luce ed il buio s’incontravano, dove la morte e la rinascita della Natura che si richiudeva in se stessa sino all’allungamento delle giornate (21 dicembre, solstizio d’inverno), determinavamo un momento di tale magia in cui il confine fra il mistero e la realtà si riduceva talmente da rendere possibile un varco fra i due mondi. Rinascita come Speranza; Possibilità come conoscenza dell’Ignoto. Una dimensione di mezzo che dona agli uomini la speranza che nulla che non c’è più sia definitivamente perduto.
di Claudia Lo Presti
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