ACIREALE – Il limone dell’Etna ottiene finalmente il parere favorevole dall’Assessorato regionale all’Agricoltura, passo indispensabile e fondamentale per il riconoscimento del marchio di Indicazione Geografica Protetta. Grande soddisfazione ad Acireale all’arrivo della notizia, comunicata alla stampa dal sindaco Roberto Barbagallo, dal vicesindaco Nando Ardita e da Renato Maugeri, presidente dell’Associazione dei produttori di Limoni dell’Etna, che lavora ormai da anni al progetto e raccoglie oltre 50 tra produttori, trasformatori e operatori commerciali. La procedura era stata avviata a dicembre 2015 con la presentazione della domanda alla Regione. Il parere dell’Assessorato all’Agricoltura sarà quindi trasmesso al Ministero delle Politiche agricole e in seguito a Bruxelles per il via libera definitivo.
«E’ un riconoscimento prezioso, è fondamentale per consentirci davvero di valorizzare in tutto il mondo il nostro limone, in particolare il verdello, un prodotto d’eccellenza che coltiviamo da secoli con tecniche che si tramandano di padre in figlio, – ha dichiarato entusiasta Renato Maugeri-. L’assessore Antonello Cracolici ha accolto la nostra richiesta, grazie alla regia e al forte interessamento dell’onorevole Nicola D’Agostino. Abbiamo un prodotto certificato di qualità ed è il momento di riprendere la nostra tradizione. Abbiamo lavorato tanto con il CREA, l’Osservatorio delle malattie delle piante e l’UIA di Acireale. Avere il marchio IGP è fondamentale, soprattutto in termini di marketing, per ottenerlo ci vuole la certificazione di un istituto di controllo, che ne garantisce l’origine e la qualità. C’è ancora da fare, l’Associazione conta produttori da Calatabiano ad Aci Castello, ma invito tutti a fare fronte compatto».
«Il nostro è un prodotto unico nel modo. Il brand “Etna” nel mondo è sinonimo di qualità ed eccellenze, – ha sottolineato il sindaco Roberto Barbagallo -. L’agricoltura e il turismo sono le chiavi per lo sviluppo del nostro territorio e per la rinascita economica della Città. Adesso ottenuto il riconoscimento dalla Regione, c’è bisogno di cooperazione e dello sforzo di tutti».
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