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Medicina estetica professionalità e curiosità

Home Rubriche L'intervista Medicina estetica professionalità e curiosità
Medicina estetica professionalità e curiosità

di Patrizia Orofino

Un ramo della medicina, è dedicata all’estetica ed al benessere che un paziente trae da essa. Spesso la medicina e la chirurgia estetica vengono additate e considerate più un capriccio che una necessità, cui la gente ricorre per insicurezze personali riguardo il proprio fisico; ma è davvero così? Ne parliamo con l’esperto: Marcello Stella, medico d’esperienza in questo campo.

Domanda: Dottore, perchè ha scelto di dedicarsi alla chirurgia estetica, ed alla medicina estetica?
Risposta: Per lo stesso motivo per il quale ho scelto di fare il medico: aiutare a migliorare la qualità della propria vita. In più di trent’anni di attività specialistica, ho anche capito che il mio lavoro di chirurgo plastico e di medico estetico mi rende felice perchè, oltre a permettermi di aiutare i pazienti ed a darmi soddisfazioni professionali, mi consente di continuare a fare ricerca e ad imparare. Riesco ancora ad affinare i metodi e le tecniche che uso ed ottenere risultati sempre migliori .

D: Chi si accosta maggiormente alla medicina estetica ed alla chirurgia estetica, gli uomini o le donne?
R: La risposta è nota a tutti: da sempre, sono le donne le committenti più numerose. Tuttavia, il numero degli uomini che richiedono procedure estetiche aumenta esponenzialmente, di anno in anno.

D: Secondo lei i canoni di bellezza sono cambiati in modo eccessivo?
R: Sfogliando le riviste, ci si accorge subito che il senso estetico attuale si fonda unicamente su apparenza e superficialità. Le leggi del capitalismo sono applicate alla lettera: tutto ciò che conta è una facciata impeccabile. Questo è davvero deplorevole, secondo me. Tuttavia, trovo che il continuo mutare, nel corso dei secoli, del concetto di bellezza femminile sia affascinante, sia dal punto di vista culturale, come trovo estremamente affascinante le diversità della bellezza individuale. Per questo motivo non mi fido di chi proclama solennemente l’esistenza di misure e proporzioni universalmente valide. Sarebbe veramente noioso, anche se fosse possibile, clonare la gente in base ad un modello di bellezza o di un altro o di base alla moda del momento. L’unico principio universale ed eterno che accetto è il dato di fatto che una persona è veramente bella quando vive in armonia con il proprio aspetto interiore.

D: Le è mai capitato di dire:”no” a richieste assurde da parte di un paziente?
R: Mi capita spesso! Ritengo che sia assolutamente necessario, prima di mettere in atto qualsiasi procedura estetica e/o chirurgica che sia, individuare, attraverso le consultazioni pre-trattamento, i pazienti ad “alto rischio”. L’alto rischio può essere: medico-chirurgico, ossia essere dovuto ad un rapporto svantaggioso tra probabilità di complicanze e probabilità di successo, il primo principio ippocratico dice:-“Primum: non nocere”-impone di evitare di mettere in atto la procedura stessa. D’altra parte, l’alto rischio può anche essere emotivo, ossia legato alla persistenza di una prospettiva non razionale da parte del paziente, il quale rimane intrappolato nella propria sfera emozionale e, pertanto, non riesce ad essere sereno ed obbiettivo nel valutare cosa è opportuno aspettarsi e cosa non è realistico attendersi dalla procedura concordata. Anche in questi casi è imperativo evitare di mettere in atto la procedura stessa.

D: Molti pensano alla chirurgia estetica come a qualcosa di futile; a prescindere dalle sue competenze tecniche chirurgiche, di cosa si occupa il chirurgo estetico?
R: Come ho detto fin da ragazzo il mio sogno è stato quello di diventare medico per aiutare la gente ad essere felice, di questo fondamentalmente si occupa il chirurgo estetico: aiutare la gente ad essere felice. Ciò che mi affascina del mio lavoro, è la possibilità di fornire ai miei pazienti, attraverso le mie competenze tecniche ed attraverso un comune percorso umano e psicologico, una qualità della vita migliore, che essi stessi possono sperimentare ogni volta che fanno introspezione psicologica. Quando sono contenti del loro aspetto, la loro autostima aumenta di molto. Accrescere la felicità delle persone è il piacere maggiore del mio lavoro. Tutto ciò sembra futile? La gioia di vivere, secondo me , è uno dei motivi che ci tiene in vita.

D: Perchè i costi sono così esosi?
R: I costi, secondo me, non sono esosi affatto. Quando si compra un qualsiasi oggetto di uso consumistico-da un televisore a megaschermo ad una vettura ad un vestito ad un orologio- si è disposti a spendere una cifra di danaro anche onerosa pur di possederlo, perchè possedere in questa società, equivale a sentirsi importanti e realizzati. Io ritengo che quello sia un modo stupido di spendere il danaro e di concepire la vita. Sotto questo punto di vista, i costi degli status symbols sono esosi e del tutto ingiustificati. Per contro, spendere in modo congruo e moderato del denaro per migliorare il proprio aspetto e la propria autostima e la propria qualità di vita in modo profondo non è affatto ingiustificato.

D: Cosa migliorerebbe del SSN?
R: Lo renderei un “sistema” ben diverso dall’attuale bailamme disorganizzato ed improduttivo, lo renderei “Sanitario”, ossia finalizzato realmente al miglioramento della qualità della vita dei pazienti e, infine, lo renderei veramente “Nazionale”, ossia con le stesse caratteristiche e gli stessi standard in tutte le regioni d’Italia. Attualmente, il cosidetto “SSN” NON è nè un “sistema” nè “sanitario”.

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