Occhi sempre neri, nasi spesso rossi o arancioni, bocche di tutti i colori, fronti e colli, capelli ma non sempre…Il tutto racchiuso in una linea ben chiara e ferma di contorni. Volti, veri volti, come il nostro essere umani dai mille volti, questo piccolo florilegio di Franco Barbato della sua ultima produzione dei mille volti dell’umanità.
I suoi volti di mare, in cui la figurazione tende a confondersi con l’astrazione per trasfigurarsi in maniera artisticamente originale in una ri-trasfigurazione, poggiano fissi sul monocromatico sipario della vita e della realtà, sospesi tra terra e cielo, in mezzo a cui respirano aria. E si raccontano, ognuno con la propria terra interiore intessuta di sogni o di pacate o turbate intimità, da tenere imprigionate dentro e dietro le bocche serrate, o raramente da far uscire dalle labbra con il color verde della speranza nella verità e libera di ogni vanità.
A pennellate dolci o forti, o con spessore di colori impastati, visti da vicino o meglio ancora da lontano, questi volti di volti raccontano tante intime realtà e altrettante verità che Barbato coglie tra gioie dolori rassegnazioni riflessioni attese pianti turbamenti e forse anche tra armonie interiori o nascondimenti di un doppio volto dietro le parvenze di un’utile/inutile pur sempre trasparente maschera.
Una grammatica e sintassi artistica ben solida, che ne ritrae i mille tentativi e traguardi riusciti tra il più e il meno in svariate epoche e mondi pittorici. Colpiscono con i loro silenzi dietro i quali è celata la narrazione dell’autore, un pittore che sa bene come esprimere al meglio, con i propri mezzi di arte delle forme e dei colori, i sentimenti e le emozioni, i sogni e le visioni, di chi traduce i pensieri più reconditi in tratti e tonalità di parlanti silenzi.
Oggigiorno, con l’esubero della cosiddetta comunicazione, dietro la quale spesso non rimane che l’incomunicabilità, i volti di Franco Barbato, oltre che essere artisticamente originali, possono definirsi innovativi per la loro poetica, e/o addirittura svelarci la chiave del suo umano impegno civile, che ben si coglie se si mettono uno accanto all’altro, come tasselli di un grande mosaico, questi dipinti dell’autore napoletano di formazione accademica parigina.
Comunichiamo davvero con le parole che sempre più spesso ormai ci sommergono in ogni ambiente facendoci sentire discorsi privati di tanta gente sui treni, nelle metropolitane, per strada, in spiaggia, negli ospedali…? O comunichiamo con le nostre Anime?
La risposta di Franco Barbato è altamente artistica e evidente: ci salviamo ancora rifugiandoci nell’arte come in un sogno che produce introspezione, ma al contempo ci riconcilia con quell’Anima Mundi a cui dovremmo, ora più che mai, capire di appartenere, tornandoci.
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