CATANIA – “Con il progetto l’Onu tra le dita vogliamo sfatare due tabù: quello che l’alternanza scuola lavoro non è un mero adempimento formale ma può e deve trasformarsi in concreta buona scuola, e che attraverso il binomio vincente tra l’alternanza scuola lavoro e il Braille, si può contribuire a diffondere fin dai banchi di scuola persino nella tanto bistrattata Sicilia, una nuova cultura della disabilità e della diversità”.
Lo ha detto il prof. Gianluca Rapisarda, tutor del progetto e direttore scientifico dell’Irifor, presentando l’Onu tra le dita nell’auditorium del Polo Tattile Multimediale nel corso di un incontro al quale hanno preso parte il presidente Nino Novello e il direttore Pino Nobile per la Stamperia Braille, la dirigente del Galilei Gabriella Chisari, e degli studenti del Liceo, che hanno anche realizzato un filmato sull’esperienza.
L’Onu tra le dita si è svolto nella Stamperia regionale Braille e che ha visto impegnati tiflologi e allievi della quarta h del liceo Galileo Galilei nella realizzazione dell’unica copia al mondo in nero-braille, in italiano e in inglese, della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. La stampa congiunta nero-braille, inventata nella Stamperia Braille di Catania, può essere letta contemporaneamente da non vedenti, ipovedenti e vedenti e quindi rappresenta un importantissimo strumento di integrazione. Nei giorni scorsi, nella sede del Miur la trascrizione della Convenzione Onu è stata consegnata ai rappresentanti del Ministero perché il suo messaggio di inclusività diventi un Manifesto della Scuola italiana contro pregiudizi, barriere e discriminazioni.
“Abbiamo avuto – ha detto, parlando dell’esperienza, Nobile – la possibilità di insegnare a questi ragazzi cos’è la disabilità visiva e come si vive al buio. È stato molto importante perché ancor oggi resistono molti pregiudizi nei confronti dei disabili visivi. Attraverso queste esperienze i ragazzi si sono confrontati con queste realtà ricevendo gli strumenti per comprenderla e dunque per convivere con i ragazzi diversi da loro”.
Di esperienza di grande importanza per i ragazzi ha parlato anche la preside Chisari.
“Non si apprende – ha detto – soltanto nelle aule scolastiche, ma anche fuori, sviluppando delle competenze di base e trasversali, soprattutto quelle del saper fare. Questi progetti sono stati molto importanti anche perché hanno comportato uno sviluppo di competenze di cittadinanza attiva e a una riflessione sull’inclusione dei disabili, in questo caso dei non vedenti”.
La dirigente si riferiva a un precedente progetto di alternanza scuola-lavoro della Stamperia e del Galilei, denominato “Braillando insieme”, premiato dal Ministero che lo aveva inserito tra le migliori pratiche delle scuole secondarie italiane.
“La scuola – ha sottolineato Novello – è molto importante per noi perché è il luogo in cui si possono eliminare o comunque ridurre le discriminazioni riguardanti la disabilità visiva. Con due progetti di scuola lavoro che hanno avvicinato a noi gli allievi del Galileo abbiamo fatto un buon lavoro che pensiamo di poter estendere anche ad altre scuole. Pensiamo, con un’apposita formazione che siamo disposti a offrire agli insegnanti di tutte le scuole siciliane, di potere a poco a poco abbattere le discriminazioni”.
Il fine è quello, come ha affermato Rapisarda, di far nascere “una nuova cultura che scaturisca da un confronto visto e vissuto non come un rischio, un pericolo, ossia con paura, ma come un’occasione imperdibile di crescita umana e sociale”.
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