CATANIA – “Abbiamo individuato alcuni percorsi, sbloccando ad esempio i tirocini formativi, e lavoreremo per seguire e soprattutto sostenere queste persone, queste famiglie, che hanno situazioni molto diverse tra loro, per aiutarle agendo nel pieno rispetto delle regole”.
Lo ha detto l’assessore al Welfare Fortunato Parisi dopo un nuovo incontro con il gruppo di persone che, dalla fine del mese di novembre, occupa la Cattedrale di Catania.
“Considero importantissimo – ha sottolineato Parisi – che i manifestanti abbiano cominciato a dialogare con il Comune. Come si ricorderà appena un’ora dopo l’inizio della protesta mi ero recato a offrire un tavolo tecnico sotto l’egida della Prefettura, che era stato sempre rifiutato. Il 20 dicembre, l’incontro del Sindaco con l’Arcivescovo e con i parroci della zona Sud della città e l’indomani il primo incontro con i manifestanti che ci ha consentito finalmente di cominciare ad analizzare le singole situazioni. Consentendoci di comprendere come posizioni e richieste siano, come detto, molto diverse tra loro e soprattutto spesso non conosciute dai nostri Uffici. Le posizioni sembrano ancora distanti ma adesso abbiamo situazioni concrete su cui discutere e la novità è rappresentata dai tirocini formativi che il Comune ha sbloccato proprio in questi giorni”.
L’indagine condotta dagli uffici del Comune di Catania sulle singole posizioni ha consentito di accertare le posizioni dei manifestanti, una trentina, tra cui i rappresentanti di una ventina famiglie. Tre dei nuclei familiari usufruiscono del Sia, il sostegno per l’inclusione attiva del Ministero del Lavoro, uno della pensione d’invalidità, ma singoli e famiglie sono spesso del tutto sconosciuti ai Servizi sociali. Tre famiglie hanno già una casa popolare ma soltanto cinque delle altre 16 che la chiedono hanno fatto domanda per ottenerla. E tre l’hanno presentata soltanto da una ventina di giorni. Una decina di persone, poi, cerca soltanto un lavoro e non un alloggio.
“Il dialogo non è semplice – ha sottolineato Parisi dopo l’incontro di oggi – perché qualcuno soffia sul fuoco. I manifestanti ci parlano di un fantomatico palazzo di edilizia popolare che potrebbe essere subito occupato, come avvenne, dicono, nel 2005. In affetti una dozzina d’anni fa le assegnazioni vennero fatte, a seguito di un’analoga protesta in Cattedrale, con criteri non trasparenti che oggi qualcuno vorrebbe emulare forzando il Comune a trasgredire regole e legalità. Gli attacchi all’Amministrazione sulle lenzuola esposte sul sagrato, rendono evidente la cinica speculazione politica che c’è dietro un reale disagio, ma questo non significa che non siamo pronti ad agire per aiutare, osservando legalità e regole, chiunque viva una condizione di difficoltà”.
L’Amministrazione sta dunque lavorando per mettere a punto dei percorsi per ogni differente situazione di disagio sfruttando tutte le possibilità a disposizione, dal Sia al Reddito di inclusione sociale, che prevede un assegno mensile di importo variabile a seconda delle dimensioni del nucleo familiare e altre variabili, e un progetto personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo.
“Ci siamo resi conto – ha detto Parisi – della necessità di dare supporto a questi come gli altri cittadini distribuendo l’elenco dei Centri di assistenza fiscale convenzionati con il Comune di Catania per ottenere quel certificato Isee che consentirà di accedere al Reddito di inclusione. Quest’ultimo partirà dopo il 16 gennaio perché, appunto, Inps sta rielaborando i dati fiscali. Da martedì prossimo, poi, seguiremo i manifestanti, così come gli altri cittadini, nel presentare le domande per i tirocini formativi come detto appena sbloccati. Ma soprattutto speriamo che, adesso che è stato aperto un canale di dialogo, possiamo prendere in carico queste persone come Servizi sociali per seguirli anche, per esempio, nella presentazione delle domande per gli alloggi popolari. Ora che finalmente abbiamo i dettagli delle singole situazioni le potremo seguire e non lasceremo sole queste persone. Ci auguriamo dunque che la protesta cessi, perché non porta alcun vantaggio ai manifestanti e impedisce ai fedeli una corretta fruizione della Cattedrale”.
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