I cavalieri di Damone e Pitia: “Introduzione all’esoterismo”

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I cavalieri di Damone e Pitia: “Introduzione all’esoterismo”

Il giorno Venerdì 2 Marzo 2018, alle ore 17,30, a Siracusa, nel salone di villa Reimann, indetta dall’Antico ed Accettato Ordine Supremo Internazionale dei Cavalieri di Damone e Pithias e dal Consorzio Universitario “Archimede”, si è svolta la Conferenza su “In troduzione all’Esoterismo”.
La Conferenza, i cui lavori sono stati diretti dal Presidente del predetto Consorzio Avv. Silvano La Rosa, ha pure visto la partecipazione dell’Avv. Silvio Aliffi, attuale Supremo Gran Cancelliere Comandante del predetto Ordine. Alla Conferenza, che ha visto come relatori il neurologo Prof. Ignazio Vecchio e la fisiatra Prof.ssa Cristina Vecchio Tornali ha partecipato pure un folto pubblico interessato all’argomento. Dopo i saluti dell’Avv. Aliffi, e la breve prolusione dell’Avv. La Rosa, la Conferenza ha visto l’esposizione dei relatori Proff.ri Vecchio e Tornali. In particolare il Prof. Vecchio ha ripercorso la struttura delle scienze esoteriche dalla Grecia antica pre-platonica e pre-aristotelica ai tempi moderni, ed il suo riflesso sulle scienze mediche, non senza nascondere che il termine alchimia deriva dall’arabo al-khīmiyya o al-khīmiyya, o, secondo un’altra etimologia con la parola Al Kemi, che significa “l’arte egizia”, dato che gli antichi Egizi chiamavano la loro terra Kemi ed erano considerati potenti maghi in tutto il mondo antico. Il Prof. Vecchio, dunque, riprendendo le teorie degli antichi alchimisti, ha sottolineato come l’alchimia fosse una scienza esoterica il cui primo fine era trasformare il piombo, ovvero ciò che è negativo, in oro, ovvero ciò che è positivo nell’uomo. E ciò per fargli riscoprire la sua vera “natura interna”, il proprio Dio.
La trasmutazione dei metalli di base in oro, alla fine simboleggiava un tentativo di arrivare alla perfezione e superare gli ultimi confini dell’esistenza. Gli alchimisti credevano infatti che l’intero universo stesse tendendo verso uno stato di perfezione, e l’oro, per la sua intrinseca natura di incorruttibilità, era considerato la sostanza che più si avvicinava alla perfezione. Era anche logico pensare che riuscendo a svelare il segreto dell’immutabilità dell’oro si sarebbe ottenuta la chiave per vincere le malattie ed il decadimento organico. La scienza dell’alchimia ebbe così una notevole evoluzione nel tempo, iniziando quasi come un’appendice metallurgico-medicinale della religione, maturando in un ricco coacervo di studi, trasformandosi in scienza sapienziale, ed alla fine fornendo alcune delle fondamentali conoscenze empiriche nel campo della chimica e della medicina moderne, le quali tuttavia sono state interpretate anche come una sua forma di decadenza. Da ciò l’intrecciarsi di tematiche chimiche, spirituali ed astrologiche che furono caratteristiche dell’alchimia medievale. In linea con Paracelso, il quale voleva contrapporre nel progresso uno slancio verso uno studio più approfondito della natura, in cui lui (Paracelso medesimo) era convinto ci fosse la cura per ogni sorta di malattia, si spiega come nei dieci libri degli Archidoxa, nella natura ci sono delle forze guaritrici chiamate Arcana che vengono portate alla luce dall’arte alchemica. I quattro arcana principali sono la prima materia, il lapis philosophorum, il mercurium vitae e la tintura. Se dunque il Prof. Vecchio rifiutando l’interpretazione metallurgica del sapere alchemico ha appuntato la sua attenzione sulla ricerca degli esoterici della produzione di metalli preziosi da quelli più vili, introducendo così il sapere alchemico dall’incontro tra S. Francesco d’Assisi ed il Sultano ottomano Solimano (siamo nel XIII secolo), la Prof.ssa Vecchio Tornali ha ribadito, invece, il ruolo di Paracelso nelle scienze esoteriche (medico, alchimista e astrologo svizzero al secolo Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelso (Einsiedeln (nel cantone svizzero di Svitto) 1493 – Salisburgo 1541)), argomento che pure era stato oggetto di scritto dei due predetti. In particolare la Prof.ssa Vecchio Tornali ha chiarito come secondo gli esoterici ogni essere umano possieda dentro di sé le doti necessarie per esplorare il mondo. A sua volta in linea con l’uomo medievale, che ha visto Leonardo da Vinci (Leonardo di ser Piero da Vinci (Anchiano 1452 – Amboise 1519)) vivere nello stesso periodo di Paracelso. L’uomo è dunque un’immagine in uno specchio, un riflesso dei quattro elementi, e la scomparsa dei quattro elementi comporta la scomparsa dell’uomo. Ora, il riflesso di ciò che è esterno si fissa nello specchio e permette l’esistenza dell’immagine interiore: la filosofia quindi non è che scienza e sapere totale circa le cose che conferiscono allo specchio la sua luce. Come in uno specchio nessuno può conoscere la propria natura e penetrare ciò che egli è (poiché egli è nello specchio nient’altro che una morta immagine). E così l’uomo non è nulla in sé stesso, e non contiene in sé nient’altro che ciò che gli deriva dalla conoscenza esteriore e di cui egli è l’immagine nello specchio.
Al dibattito hanno partecipato fra gli altri: l’Avv. La Rosa, il quale ha chiesto dei rapporti fra il Cattolicesimo, le dottrine alchimistiche, e gli esoterici; il noto storico Avv. Giacomo Lo Bue di Lemos del Foro di Palermo; l’Avv. Giovanni Intravaia; il Dott. Nino Scandurra; il Prof. Emilio Galvagno anch’egli noto Docente di Storia greca e Lettere classiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania; ed il Console di Grecia a Catania Dr. Arturo Bizzarro e Coutsogeorgou. In particolare, l’Avv. Lo Bue di Lemos nel sottolineare, fra l’altro, e nel plauso generale anche dei relatori, l’incongruità di agganciare le dottrine cattoliche alle teorie esoteriche all’incontro tra S. Francesco ed il Sultano Solimano, ha rilevato come esse dovessero invece essere retrodatate di almeno un secolo, e cioè all’incontro-scontro fra il Dottore della Chiesa (e poi Santa) la suora tedesca (della Renania-Palatinato) Ildegarde von Bingen (Bermersheim vor der Höhe 1098 – Bingen am Rhein 1179)) ed il noto assertore delle teorie esoteriche Federico di Hohenstaufen detto il Barbarossa ((Waiblingen (nel Baden-Wurttenberg) 1122 – fiume di Goksu (poi detto fiume Saleph) 1190). L’ex Consigliera di Federico Barbarossa (in lotta anche con l’Arcivescovo di Magonza Ottone di Bamberg) per aver il Barbarossa, nella lotta alle investiture, iniziato a nominare una serie di antipapi.
Se dunque l’Avv. Lo Bue di Lemos, al quale si è poi aggiunto l’Avv. Intravaia, sottolineava poi come l’influsso delle teorie esoteriche abbiano avuto un forte impatto sino a che la scienza medica con il microbiologo Dott. Louis Pasteur (Dole (nella Regione della Borgogna-Franca Contea) 1822 – Marnes-la-Coquette (nella Regione dell’Ile di France) 1895) non prese il definitivo sopravvento sulle teorie alchemiche, il Prof. Galvagno ed il Console di Grecia Dr. Bizzarro e Coutsogeorgou rilevavano infine come nella Grecia antica e nella Grecia attuale, termini esoterici siano comunque rimasti di uso comune.
Da insuperabile padrone di Casa, in ultimo, il Presidente Avv. La Rosa ha illustrato la villa Reimann agli Ospiti intervenuti, ivi compreso il letto di morte della benemerita siracusana, e danese di nascita, Christiane Elisabeth Reimann (Copenaghen 1888 – Siracusa 1979).

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