“Questo è uno de luoghi più belli della città, abbandonato da anni, era diventato un letamaio. La proposta dell’intervento è arrivata dalla società civile e, in collaborazione con la Soprintendenza, abbiamo fatto un bellissimo restauro. Questo luogo ospiterà spettacoli musicali e teatrali. La gestione sarà affidata ai cittadini. Un esempio di collaborazione che riconsegna alla città un monumento splendido”. Così il sindaco di Catania Enzo Bianco, questa mattina, consegnando alla città il Bastione degli Infetti, dopo un importante intervento di ristrutturazione e restauro.
Oltre al sindaco Bianco c’erano gli assessori all’Ambiente Rosario D’Agata e al Centro Storico Orazio LIcandro, il presidente dalla I Municipalità Salvo Romano, il Kiwanis club Catania est, rappresentato dalla presidente Gigliola Marino e da Elio Garozzo e il Comitato popolare antico corso, rappresentato dal presidente Salvo Castro.
“Il progetto è il frutto della Democrazia partecipata – ha spiegato il Primo cittadino -. Attraverso un avviso pubblico sono stati invitati tutti i cittadini catanesi a esprimere la loro preferenza per l’utilizzo delle somme, scegliendo tra alcuni progetti, tra cui, appunto, la riqualificazione del Bastione degli Infetti – Torre del Vescovo, sostenuto dall’associazione Antico Corso. L’idea è quella di esaltare la ricchezza storico-architettonica di questo luogo creando un community garden con spazi collettivi in costante evoluzione per sperimentare la creatività, nuovi spazi per i giochi dei bambini del quartiere e della socializzazione”.
Quello del Bastione degli infetti un progetto che mantiene ed esalta la ricchezza storico-architettonica cercando di stabilire un metodo di fruizione che salvaguardia la sua protezione e valorizzazione. Si tratta infatti di una “osmosi” che genera “community garden” e spazi collettivi in costante evoluzione che sperimentano la creatività; luoghi interattivi, mutabili, estendibili atti a divenire occasioni di comportamento, destinati ad accogliere e favorire relazioni vitali.
Su questa base, in stretta collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali, il progetto è stato realizzato senza lo stravolgimento dei luoghi creando uno spazio pubblico dinamico e soprattutto rinnovato nel suo stile all’interno del quartiere storico.
Questo è il principio su cui si snoda il processo di greening urbano inteso come la trasformazione di luoghi ricondizionati ad uno stile di vita e ad un’immagine che includa una versione socialmente molto attiva e dinamica.
Il Bastione è quindi diventato, un “percorso” in cui sono stati inseriti elementi di arredo (panchine in legno iroko e cestini) e piante senza stravolgere l’equilibrio fra la storia dei luoghi e la fruibilità del sito.
Le piante inserite riguardano sia alberi come la Jacaranda, il carrubbo, l’arancio amaro nonché cespugli di vario genere servite da un sistema irriguo automatizzato di ultima generazione.
L’ingresso è stato rivisitato attraverso un camminamento in basole laviche ed è stata posta in loco una casa “custodia” in legno.
Il “nuovo giardino” si esalta nella sua completezza durante le ore serali, dove tutto diventa suggestivo e in cui vengono risaltate le emergenze architettoniche dei bastioni “rinconcciati”, attraverso una illuminazione scenografica a led a basso impatto ambientale, che avrà lo scopo di esaltare la storicità e la bellezza del sito, divenendo punto di attrazione turistica.
La superficie è stata con una finitura a ghiaia di fiume di colore grigio posta su telo “pacciamante”, al fine di favorire la fruizione e non impattare con l’architettura storica mentre gli arredi composti da panche in legno sono state inserite nel rispetto del valore architettonico e paesaggistico del sito.
La recinzione composta da tavole di abete alcune delle quali sostituite e riverniciate contorna l’area mentre il parapetto in legno prospiciente la via Torre del Vescovo è stata ripristinato.
Anche l’area adiacente la Torre del Vescovo è stata riqualificata con inserzione di arredi urbani, pavimentazione in ghiaia lavata, impianto di irrigazione automatizzato e inserimento di piante cespugliose.
L’area interessata dall’intervento è di circa 1.800 metri quadrati, sono stati spesi poco più di 200 mila euro provenienti dai fondi della Democrazia partecipata.
Il bastione degli infetti si trova sulla collina di Montevergine, antica acropoli di Catania. Il bastione degli Infetti venne costruito in pietra lavica per volere di Carlo V, e fa parte delle undici fortificazioni un tempo presenti nella città di Catania. Le Mura di Carlo V erano un complesso murario che venne fatto realizzare a Catania a difesa della città: esse erano costituite da undici bastioni ed avevano sette porte di accesso alla città. L’incarico della costruzione venne dato all’architetto Antonio Ferramolino all’inizio del XVI secolo. Esse racchiudevano completamente la città del tempo e la difendevano dai pericoli esterni. Una delle poche testimonianze rimaste è costituita dal Bastione degli infetti costruito nel 1556 ad opera del vicerè Vega. Il Bastione degli infetti, del quale rimane oggi visibile soltanto una piccola parte nei pressi di via Plebiscito, prese questo nome in ricordo della grave epidemia di peste che colpì Catania nel 1576.
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