Autore: Francesca Lo Faro
Il violoncellista Martin Löhr e l’arpista Marie-Pierre Langlamet sono due solisti dei Berliner Philharmoniker. Il loro recital al Teatro Massimo Bellini è stato un omaggio ai compositori loro conterranei: Robert Schumann e Franz Schubert nella prima parte dello spettacolo; Gabriel Fauré e Claude Debussy, nella seconda.
I brani di musica da camera eseguiti sono troppo noti per dilungarci sulla loro genesi e fortuna: la Sonata “Arpeggione”dell’austriaco Schubert (1824); la Phantasiestücke e le Romanze del tedesco Schumann (ambedue del 1849); alcune composizioni del maestro della melodia francese Gabriel Fauré (1845-1924) e la Sonata n. 1 di Debussy (1915) rinomato esempio di simbolismo in musica.
Il recital ha parlato al cuore a alla ragione, catturando lo spirito dei tempi in cui quelle pagine furono composte. Sorprendente è stato sentire eseguiti per violoncello e arpa pezzi musicali più spesso suonati con altri strumenti (violino, clarinetto, pianoforte).
Gli artisti si sono mossi sul palco con un aspetto rassicurante e sono apparsi visibilmente emozionati, nonostante la loro pluridecennale carriera internazionale. Lei – in pantalone nero e maglia rosso fantasia – viso acqua e sapone, senza acconciatura e con tanta semplicità francese: charmant madame! Lui con la barba di tre giorni per aumentare ancor di più, se necessario, il fascino. Quando suonano fianco a fianco sono visivamente belli, con l’oro brillante dell’arpa (prestata da una collega catanese) che si specchia nella vernice color miele del violoncello. La tecnica esecutiva è ineccepibile ed è gradevole la leggerezza di tocco, con il violoncello mai preponderante ma sensibile al delicato pizzicato dell’arpa.
Verso la fine del recital l’arpista si sfila le decolté per suonare un assolo, mentre i piedi nudi agevolano i movimenti sui pedali. Il pubblico si scioglie e anche l’artista allenta con un sorriso la tensione, ma si allentano continuamente anche le corde dell’arpa: si sa, gli strumenti a corda temono l’umidità e hanno bisogno di una continua messa a punto dell’accordatura, soprattutto se c’è caldo.
La stagione inoltrata e i tepori di inizio giugno hanno tenuto lontano dal teatro tanti spettatori, persino gli abbonati. Se le poltrone restano vuote per le assenze degli abitué ci pensano i turisti a colmare i vuoti: il recital ha richiamato in sala molti stranieri e vacanzieri. Peggio per chi non c’era. Ha perso l’occasione per condividere uno spazio – fisico, sonoro e mentale – in cui bisogna convergere per dovere civico e morale.
Il prossimo appuntamento della Stagione sarà il concerto il sinfonico – corale (venerdì 8 giugno alle ore 20,30; sabato 9, ore 17.30) con l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini, diretta dal Luigi Piovano.
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