Autore: Francesca Lo Faro
Luigi Piovano è Primo violoncello solista dall’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia. Gira il mondo per concerti e il suo volto è noto alla TV. Lo scorso maggio è stato ospite di Vespa in Rai e poi, in occasione della Festa della Repubblica, ha suonato per il Presidente al Quirinale, nella Sala dei Corazzieri, in un concerto trasmesso dalla rete televisiva di Stato.
A Catania Piovano si è presentato in veste di direttore d’orchestra e – come lui stesso dice – «ci ha messo il cuore». Alla guida dell’Orchestra del Teatro Massimo Bellini ha mostrato una vitalità che ha del prodigioso e, nonostante il programma di sala piuttosto complesso, con il Coro (diretto da Gea Garatti Ansini) sono state raggiunte vette di eccellenza.
Tre i compositori proposti: Johannes Brahms, Das Schicksalslied [Il canto del destino], per coro e orchestra (1871); Anton Webern, Passacaglia, op. 1 (1908); Robert Schumann, Sinfonia n. 4 (pubblicata nel 1853).
Prima di cominciare il concerto il maestro Piovano ha rivolto al pubblico una sorta di “Discorso alla Luna”, che si può così sintetizzare: «Se questo spettacolo vi emozionerà, tornate a casa e comunicatelo ai vostri amici; usate i social e le chat, parlatene con tutti; dite che è possibile avere delle esperienze “stupefacenti”, senza usare alcuna droga; con l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania ci si emoziona!». Il piacere della musica – detto in altri termini – non può rimanere rinchiuso nelle sale da concerto, ma deve uscire prepotentemente fuori dai teatri per accrescere il numero dei potenziali spettatori.
Instaurato il dialogo con la platea, Piovano ha anche suggerito una “guida all’ascolto”. Prendendo per mano gli spettatori, li ha introdotti a piccoli passi nel giardino sonoro delle composizioni musicali proposte. Il suo approccio alla musica “forte” è spigliato. Paragona le viole a “ecclesiastici con la porpora ma senza troppo incenso ”; chiede agli orchestrali di suonare come se volessero “stappare una bottiglia di birra”; e altro ancora.
Ispira ammirazione incredula questo modo di fare del maestro Piovano, che con il suo temperamento aperto ed energico tradisce la schiettezza abruzzese, terra di provenienza. Musicista laborioso e di solida preparazione (ereditata in parte dal padre pianista) sa comunicare in modo coinvolgente, con musica e parole, la sua inarrestabile personalità, apprezzata anche dagli allievi (è reduce da un master class di Violoncello all’Istituto Superiore di Studi musicali di Caltanissetta).
Il suo entusiasmo ha contagiato Orchestra, Coro e pubblico. Il concerto si è così risolto in un vero trionfo. Memorabile. Con il teatro quasi trasformato in stadio, rumoreggiante per l’ovazione agli artisti. Rivolto all’Orchestra, Piovani ha esclamato: «Sono lieto di poter asserire che il Teatro Massimo Bellini è forse la più importante realtà sinfonica de Centro Sud. Ho condiviso con voi una settimana di lavoro. Disciplina, puntualità, precisione: mi sembrava di stare a Zurigo e non in Sicilia. Bravi! Conosco le difficoltà del settore artistico, che è il più penalizzato. Ma non per questo bisogna demordere!».
Il prossimo concerto del Teatro Massimo Bellini si terrà venerdì 15. Il violinista Uto Ughi eseguirà con l’orchestra in due classici di ?ajkovskij. Lo spettacolo se non pioverà si terrà all’aperto (Teatro Antico di Catania) o nella solita sede, in caso contrario.
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