Il segretario Regionale ART.1-M.D.P.  Pippo Zappulla a Catania- art.1 non è una costola del P.D.

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Il segretario Regionale ART.1-M.D.P.  Pippo Zappulla a Catania- art.1 non è una costola del P.D.

Si è svolta, presso al sede di via cavalieri a Catania l’assemblea di art. 1-mdp, con l’obbiettivo di fare chiarezza sul futuro del movimento dato le tante illazioni e fantasticherie dette, scritte e fatte nei mesi scorsi. Oltre agli iscritti e simpatizzanti erano presenti anche Pippo Zappulla nuovo segretario regionale di Art.1-M.D.P. e Arturo Scotto vice segretario nazionale.
Dopo l’introduzione di Paolino Mangano Segretario Prov. il quale, apre il dibattito attraverso un  riassunto  dei vari passaggi di M.D.P. a livello locale e nazionale, i numerosi interventi degli iscritti in maniera unanime espongono la preoccupazione per la deriva destrosa del  Paese, esprimendo nel contempo  amarezza per i silenzi dei dirigenti Nazionali sulle vicende nazionali accaduti in questi mesi, e per non avere posto una linea ferma e dritta per il percorso del movimento, “dove è? il partito  tante volte promesso siamo a Novembre ma non c’è nulla” “siamo di fronte ad una crisi epocale ed occidentale della sinistra e dei suoi valori, una sinistra non  più in grado di entrare nelle maglie tra capitale e lavoro”, “mentre gli altri fanno politica e campagna elettorale art.1 pettina le bambole”.
Questo in sintesi il succo degli interventi che hanno un sentore non di richiesta,  ma un atto di accusa nei confronti di tutta la politica di Art. 1.
Pippo Zappulla nella nuova vestE di segretario regionale, capisce anche lui e li condivide i malumori della base “per molti mesi abbiamo cercato di essere unitari con gli altri , oggi però siamo di fronte a delle scelte forti che debbono essere coerenti con l’uscita dal P.D.” Zappulla nella sostanza vuole un partito di sinistra che sia votato a crescere a diventare una forza che abbia come obbiettivo il governo del Paese, non gli sta bene un partitino di nikkia, votato a fare sempre opposizione , come vogliono altre compagini partitiche di sinistra che hanno fatto parte del cartello elettorale di L.e U.
Fà  autocritica rimproverando di essere usciti tardi dal P.D. “ lo si doveva fare quando si doveva votare il Job Sart” pagandone il prezzo il 4 Marzo con la sconfitta non solo di L. e U. ma di tutta la sinistra Italiana. Ribadisce comunque a chiare lettere che art.1 –M.D.P. non è ne lo sarà mai una costola del P.D. “noi abbiamo la nostra autonomia ed il nostro pensiero politico” quindi quando si dice il contrario si afferma una menzogna frutto il più delle volte di fuoco amico, “quando si afferma di essere curiosi delle dinamiche interne del P.D. non significa attendere il momento opportuno per rientrare , un partito che fa politica deve necessariamente osservare quella parte politica che volente  o nolente è vicina a noi”.
Dialogare eventualmente con il P.D. ma da alleati non da sudditi, anche perché un rientro nelle file del P.D. non verrebbe visto bene da molti elettori e sarebbe molto umiliante. Nella conclusione bisogna immediatamente fare un congresso dato che L.e U. come lista elettorale non esiste più, e sciogliere art,.1. non per cambiare nome ma per aprire a tutte quelle forze sociali che si riconoscono nei valori della Sinistra Italiana “cambiare nome e rimanere da solo , come vuole fare S.I. non avrebbe senso sarebbe un suicidio politico”.Il giro degli Interventi viene concluso poi da Arturo Scotto, vice segretario Nazionale di Art. 1-M.D.P.
Il quale inizia comunicando che i vertici nazionali attraverso la partecipazione alle assemblee locali vogliono tastare con mano, gli umori della base “la lista L.e U. ha perso e il progetto L. e U è fallito; le aspettative erano migliori ma è uscito invece quel dato” .
Si parla comunque e di oltre un milione e mezzo di voti che potevano andare o al partito dell’astensionismo o ai 5 stelle quindi anche se piccolo L.e U. è stato un argine nell’erosione di voti del P.D.  Anche Scotto  ripete con forza che ART.1 non è il P.D. ma è la sinistra, una sinistra che non ha nulla a che vedere con il P.D. ma con il quale deve necessariamente parlare: “ viviamo un momento storico particolare dove al governo ci sono due partiti di destra che non hanno nulla a che vedere con i partiti dell’arco costituzionale del dopoguerra” aggiungo una destra che ha il volto sociale ma mostra il portafoglio ai padroni. Attenzione non è più la lotta di classe; operaio contro padrone, oggi per padrone non si deve intere una persona fisica ma bensì una figura astratta, la finanza!! ;  tutte quelle lobbi, fondi comuni, multinazionali, gestite da scatole cinesi con cui non si può avere un dialogo umano . Scotto fa un’autocritica soprattutto perche art. 1-M.D.P. non è riuscito a produrre in questi mesi un’opposizione alternativa al Governo;su economia ,immigrazione, pensioni, ecologia. “la costruzione di un partito di sinistra è un passaggio importante”  si ribadisce che guardare al P.D. non significa, come  alcuni dicono rientrare,invece osservare alle sue dinamiche significa fare politica. Fa un accenno a Piero Grasso il quale in sindesi deve decidere che vuole fare da grande; il politico in un grande  partito di sinistra condiviso da tutte quelle realtà locali che fanno opposizione al di fuori degli schemi politici , oppure tornare a fare il magistrato?.

 

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