Esiodo, autore vissuto tra l’VIII e il VII secolo A. C., autore del poema “Le opere e i giorni”, ha ispirato l’Atto unico “Pandora” messo in scena a Palermo, nei Cantieri Culturali della Zisa, dalla compagnia “Officina Teatro Limite Massimo Consentito”, una compagnia siciliana che da anni si dedica alla drammaturgia contemporanea, con la regia di Enzo Caputo, presenza ben nota soprattutto nei teatri del trapanese e de palermitano.
Prima di entrare nel merito dello spettacolo, merita una menzione Alma Passarelli Pula, autrice dei testi che, in merito allo spettacolo, con il regista afferma: “ Pandora è il risultato di uno studio approfondito svolto sulla voce con particolare cura per il ritmo, il tempo di recitazione, la struttura immaginata oltre la parola, la lingua, la scrittura del corpo, la visone del suono. L’ambientazione post-catastrofe apre uno scenario fatto di umanità dispersa. Ma è il suono, quasi orfico, a dettare i tempi. Ogni moviemnto, ogni segno, ogni parola, ogni gesto è diretto dal suono: viene da esso introdotto e guidato secondo una vera e propria regia. Un segno impalpabile, invisibile metastorico che spinge le orbite del senso. Ciò che resta, in fondo, oltre ogni umanità possibile, è solo il suono”.
Tutti meritevoli di menzione i componenti della compagnia: Diego Aiello – Zeus, Giuseppe Distefano – Prometeo, Matilde Sofia Fazio – La Speranza, Alma Passarelli Pula- Pandora, Luica Poma-L’Aquila, Rosalba Santoro – La dea Atena, Rosaria Tranchida – L’Umanità. Danzatrici: Mariagrazia Ales, Diletta Cultrera, Alessia Riccio.
Fondamentale per la messinscena è la musica di Alfredo Giammanco, che con la sua opera di sound- design prodotta ed eseguita per Pandora ha creato “la piattaforma sostanziale di sviluppo di quell’onda dinamica che tutto dirige e sfonda il buio con l’energia della natura trasmutata in corpo estenuato. Moltitudini spaventate producono visioni e danza, l’ira degli Dei induce sommovimenti dell’animo innescando opere che esplodono eternamente” afferma Francesca Cannavò, che da anni segue con attenzione il lavoro del regista Enzo Caputo e della sua compagnia. Con “Pandora” – afferma – si mette in scena la guerra spietata fra gli uomini e gli dei, un conflitto che da sempre è la contesa per la conoscenza.”Gli uni sono lo specchio degli altri, una sola misura: la creazione. Alla danza la funzione taumaturgica, ai danzatori il compito di ricucire la ferita, mediatori fra l’uomo e il suo dio, giustappongono il ritmo al rituale dell’offerta di ognuno al corpo scenico corale”.
La Cannavò dà una propria interpretazione dei vari moneti dello spettacolo e spiega che il Terremoto altro non è che la punizione divina viene giù trascinando con sé persone e cose. “L’abile regia di Enzo Caputo costruisce dall’alto opere di suono visivo, sculture apocalittiche descritte dalla luce sui corpi che ospitano Arte e la rimandano in punta di dita, e la vediamo quell’arte, affluire dalla terra svilupparsi in movimento per fluire in forma di effimero dardo fin dentro i terminamenti neuronali degli spettatori inconsapevolmente soggiogati, pressati, incollati con forza alla platea”. Nello specchio dell’altro è l’orrore di sé, e si rincorre moltiplicandosi.
L’occhio del dio illumina il giorno e la notte
Rulla la latta rulla il cuore morso
Rulla la latta rulla il cuore morso
La speranza alle porte bussa
È chiaro il giorno E cupa la notte
Presenze immortali proiettano destini senza scampo traghettando la storia.
Non s’inganna un Dio
Non si inganna
Pentiti gli uomini pregheranno il ritorno Al padre
Zeus – Il Padre- (Diego Aiello)
….
Danzeranno l’inutilità
La perdita
E l’aquila aliterà vendetta
il ritmo forsennato diviene giusta misura nella dannazione alla ricerca della conoscenza ritmo di pizzica , ritmo popolare , ancestrale e taumaturgico urlo e lamento dell’umanità dannata dallo sfregio continuo della tortura delle sue viscere per quel che deve essere : fuoco , fuoco di ragione, di conoscenza e cultura e crescita. Il fuoco movente dello strappo irreversibile e seme di tutto. La vendetta provvede al riordino. Fatta la legge, nessuna eccezione. Il potere sta nella negazione. Prometeo ( Giuseppe Distefano), lo sa. L’aquila assolve al suo pasto e agli ordini ricevuti da fedele soldato della banale compiacenza del male; con sinuosa pervicacia la splendida Lucia Poma dispensa torture senza speranza.
Hai forse dimenticato la tua piccola
spuma leggera che copre ogni misfatto
….
In quel vaso è riposta la storia
ed io ci devo essere
non puoi ignorare che l’uomo s’ha da salvare
niente uomo niente Dio
….
pulire lo specchio
mandar via i riflessi
io sono dea
tu no
….
Il diniego divino della superba dea Atena (Rosalba Santoro), che non abbisogna di magnifiche vesti per imperare con la sua opera, bisogna accoglierlo, Pandora ( Alma Passarelli Pula) , semplicemente ne prende atto
Ah!
Sa che deve soltanto aspettare, lei sa che la bambina la piccola spuma leggera che copre ogni misfatto, corre felice nella luce delle sue viscere, e cerca nel vaso il dono prezioso
Ed eccomi qui
In questo tempo che non esiste
Rovisto e cerco
sono certa qualcosa è rimasto
un prezioso sentire
un filo
non lo so
Infine, la Speranza compagna dell’umanità, meraviglia di rinascita , affidamento ultimo al destino, è la bambina che offre la mano, che spinge e accompagna , impalpabile come schiuma, tenace come cristallo, Matilde Fazio, non avrebbe potuto non essere acqua e cristallo; Impeccabile!
….
sono qui
dove nessuno mi vede
battiti filari e uova
energia del vento
ecco che batte la luna nuova
un solo rintocco
niente tempo
ora è tempo d’amore
ora ora ora
…
Così gli dei ci hanno inchiodati alla nostra schiavitù, il dono di un verde parassita che ci ha resi eterni danzatori di stelle, immobili.
E così si ascolta la vita, così si costruiscono cattedrali di suono visivo.
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