C’è grande agitazione tra i dipendenti degli uffici periferici della Motorizzazione civile e del Genio civile, dopo la conclusione delle trattative per il rinnovo del contratto. Motivo scatenante del malumore è l’intesa sulla contrattazione delle stesse strutture che, da decentrata, da ora in poi sarà svolta nella sede centrale di Palermo per le 9 realtà provinciali. “E’ una novità che, così com’è, penalizza e mortifica i servizi ed i lavoratori, una macchia nell’accordo sul contratto che creerà una disparità di trattamento e svuota di ogni prerogativa il personale delle altre 8 sedi dei due uffici tecnici – attaccano Ernesto Lo Verso, segretario regionale della federazione Ugl autonomie, ed il coordinatore dei dipendenti regionali etneo Giuseppe Zappalà. Una scelta illogica, intanto perché include soltanto due tra i numerosi servizi periferici regionali, e poi perché esigenze diverse provenienti da territori profondamente diversi non possono essere inclusi e trattati nel medesimo calderone. Quando si parla di decentramento al secondo livello il riferimento, ad esempio, è all’organizzazione del lavoro, del servizio da svolgere, dell’impiego delle risorse, degli orari da applicare, dell’utilizzo del Famp il fondo per il miglioramento delle prestazioni e di tanti altri strumenti utili a gestire il funzionamento di queste sedi periferiche. Ci troviamo davanti ad un progetto folle – aggiungono Lo Verso e Zappalà – perché riteniamo sia obbligatorio pensare a delle contrattazioni diverse, quando ogni sede ha la sua peculiarità. Le ripercussioni più gravi di questa decisione le avrà indubbiamente Catania, provincia in cui la Motorizzazione ha non solo il suo sistema centrale di controllo, ma serve quasi il doppio delle autoscuole che attualmente sta servendo Palermo, per non parlare delle differenze con Ragusa piuttosto che Enna. Parimenti il Genio civile, oltre a gestire diverse emergenze, ha una mole di lavoro maggiore nella nostra provincia piuttosto che in altre. Allo stesso tempo, Siracusa non ha le stesse esigenze di Trapani o Messina non è paragonabile ad Agrigento. Con la contrattazione unica queste peculiarità andrebbero annientate, con il rischio dell’emersione di una linearità che non andrebbe a vantaggio di nessuno se non dell’incremento del rischio di potenziali problemi per questi uffici. Non vorremmo che questo nuovo cavillo sia mirato proprio a creare disagi ad un assessorato strategico come quello delle infrastrutture, nonché ad una realtà metropolitana complessa come quella di Catania. Siamo indubbiamente soddisfatti di questo rinnovo, frutto della concertazione tra sigle sindacali e governo regionale. Al governatore Nello Musumeci, all’assessore regionale della funzione pubblica Bernadette Grasso e all’assessore regionale delle Infrastrutture Marco Falcone, chiediamo una decisa presa di posizione a difesa dell’autonomia gestionale delle sedi decentrate e dei loro dipendenti, con la revisione dell’accordo in sede di Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni per la Sicilia. Auspichiamo un ritorno al sistema precedente, diversamente non ci faremo trovare impreparati rispetto all’avvio di tutte le forme di protesta utili a far valere le ragioni dei territori.”
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