“In questi giorni si sta assistendo in Italia al dibattito sull’opportunità o meno di inserire il pagamento della tariffa dei rifiuti nella bolletta elettrica, come già accade per il canone Rai, in vista di una possibile modifica legislativa nelle aule parlamentari nazionali. Da primo cittadino e grazie anche alla grande esperienza che ho avuto la fortuna di acquisire in questi anni, posso dire di essere perplesso rispetto a questo espediente che potrebbe non servire a risolvere il problema, ma forse sarà soltanto utile a garantire il pagamento puntuale da parte di chi già la tassa la paga.
Sono dubbioso anche perché l’attivazione di un simile metodo potrebbe portare, in breve tempo, ad un caos di vasta proporzione. Mentre, infatti, per il canone Rai la tariffa è unica per tutte le utenze, per il servizio di raccolta rifiuti vi sono varie tariffe per ogni tipologia d’utenza, oltre alle agevolazioni ed alle esenzioni applicate.
Ed, inoltre, essendo che praticamente il canone Rai è paragonabile ad un tributo sul “diritto all’immagine”, al contrario, la tassa relativa alla raccolta dei rifiuti è soggetta fortemente al grado di percezione che il cittadino ha sulla qualità del servizio; l’utente, infatti, spesse volte paga in base al suo gradimento.
Un flusso di dati abnorme da gestire in collaborazione con un numero considerevole di fornitori (non dimentichiamo che tra poco subentrerà in via definitiva il mercato libero ed in Italia si contano decine di venditori).
Tra l’altro consideriamo anche il fatto che da Comune a Comune possono anche cambiare radicalmente i parametri (tariffe, agevolazioni, esenzioni, numero di rate, conguagli, ecc…) e la confusione può praticamente essere dietro l’angolo.
Perché se questo meccanismo dovrà essere istituito lo sarà per tutti gli enti comunali e non solo per una determinata categoria, perché diversamente sarebbe discriminatorio nei confronti degli abitanti di un centro piuttosto che per quelli di un altro.
Oltretutto le aziende del servizio elettrico potrebbero non svolgere gratuitamente questo compito e, dunque, potrebbero anche chiedere un aggio (cifra complessiva che potrebbe pesare di più rispetto al costo odierno di stampa, imbustamento ed invio annuale degli avvisi di pagamento) per l’attività svolta che, di conseguenza, verrà caricata ulteriormente sugli utenti che già pagano, oltre al servizio, anche le strutture ed il personale di pertinenza comunale preposto all’area dei tributi e della raccolta dei rifiuti.
Tra volture, traslochi e cessazioni, immagino cosa potrà accadere. Ed inoltre il canone Rai viene riscosso solo agli utenti residenti in relazione alla prima casa. Resta comunque complicato individuare un sistema per riscuotere la Tari per tutte le utenze. Per questo mi sembra più corretto guardare ad altro, ed Aci Castello ritengo possa essere un esempio di buona amministrazione in termini di lotta all’evasione.
Quando ci siamo insediati abbiamo trovato una situazione preoccupante ed eravamo sull’orlo del dissesto, con la Corte dei conti che ci richiedeva di migliorare la riscossione.
In tempi brevi abbiamo potenziato l’ufficio comunale competente, iniziando ad attuare l’incrocio dei dati con il gestore del servizio idrico e, soprattutto con l’ufficio anagrafe, oltre ad una revisione dei dati catastali.
Operazioni che ci hanno consentito di stanare gli evasori e gli utenti infedeli, inviando loro gli accertamenti, permettendoci di raggiungere un buon 75% di riscossione del tributo, ed il rimanente 25% è relativo ad una quota che stiamo cercando di aggredire con ulteriori iniziative, nonché alla parte considerata “fisiologica” dovuta alla presenza dei meno abbienti che, con altre misure, nel tempo abbiamo cercato di recuperare.
Occorre quindi che si trovino strade diverse, come la corretta applicazione della nuova riforma tributaria voluta dallo Stato ed il passaggio da Equitalia ad Agenza delle entrate, che mi auguro nella nostra Regione venga recepita anche con la trasformazione di Riscossione Sicilia, utile a rendere più veloce la possibilità per i Comuni di prelevare il tributo non versato direttamente dalle risorse economiche degli utenti inadempienti (attivando ad esempio l’acquisizione del 5° dello stipendio, il fermo amministrativo dell’automobile di proprietà, ecc…), o altri strumenti necessari per verificare se un utente non paga perché non ha reddito sufficiente o evade in presenza di reddito.
Solo così si potrà garantire un giro di vite serio sulla tematica ed assicurare ai Comuni quelle risorse tributarie necessarie per il funzionamento dei servizi come la raccolta dei rifiuti.”
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