“Orgoglio di questa nostra città”, “Siete stati strabilianti … Magici … La vostra anima volava nel nostro Teatro”, “Splendido concerto e bravissimi interpreti”: questi sono alcuni giudizi apparsi sulla pagina FB del Teatro Massimo Bellini all’indomani del Concerto di Sant’Agata, eseguito la sera del Primo febbraio.
Protagonisti della serata sono stati tre giovani talenti catanesi: il violinista Andrea Timpanaro (nato nel 1991) e i pianisti Daniele Rametta (2001) e Nicolò Cafaro (2000). I tre strumentisti, dalla carriera promettente, sono stati allievi dell’Istituto Musicale Vincenzo Bellini, che è fucina di grandi artisti (in questi giorni altri ex allievi sono applauditi in ambito internazionale) oltre ad essere, purtroppo, protagonista della recente cronaca giudiziaria.
Accompagnati dall’Orchestra del Teatro, diretta da Antonino Manuli, i tre musicisti si sono esibiti come solisti. Andrea Timpanaro, in trasgressiva camicia rossa e barbetta in stile hipster, è stato il convincente interprete del Concerto per violino e orchestra n. 5 in la maggiore, K 219, di Wolfgang Amadeus Mozart. Commovente vederlo suonare a fianco del suo maestro, Vito Imperato, spalla del Teatro. Mostrando personalità già matura, ha voluto esternare i suoi sentimenti di “cervello in fuga” (ha parlato della sua esperienza all’estero) e ha proposto un sorprendente fuori programma: la rielaborazione in stile classico di un brano di musica pop della coppia Brassens/De-André. Considerato l’attuale clima “sanremese” è stata una scelta felice e applaudita, giacché ormai i grandi maestri della canzone d’autore sono stati sdoganati e adesso, a pieno titolo, sono considerati musicisti/poeti rappresentativi del XX secolo.
Listz e Cajkovskij sono stati i due colossi con i quali si sono misurati i due giovani pianisti. Daniele Rametta ha eseguito con stupefacente abilità il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi bemolle maggiore, S 124, di Franz Liszt, mentre Nicolò Cafaro, con altrettanta abilità ha eseguito il celebre Concerto per pianoforte e orchestra n. 1, in mi bemolle minore, op. 23.
Cafaro, che ha anche concesso un bis (eseguito alla perfezione), ha chiuso il Concerto di Sant’Agata con il quale, per una volta, i solisti hanno surclassato l’Orchestra. Il loro entusiasmo, la loro palpitante emozione, la loro coinvolgente passione hanno contrastato con i visi lunghi degli orchestrali, sconsolati per aver appena appreso dell’ennesimo imminente taglio imposto della manovra finanziaria. Il pubblico ha applaudito con esultanza e in moltissimi sono andati dietro le quinte per stringere in un abbraccio i giovani strumentisti, promesse del Teatro.
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