Una festa che sarà indimenticabile per la cittadinanza e per tutti i fedeli (pochi) e curiosi (tanti) che anche ques’anno sino sono proiettati in città da tutto il mondo. Una festa conosciuta ovunque che attrae migliaia di turisti e curiosi che per tre giorni girano per le strade della nostra città dando una grossa boccata di ossigeno all’economia cittadina.
Quest’anno però è stata martoriata, prima dalla tempesta che il 4 febbraio durante il giro esterno della Santuzza, ha colpito la città (le candelore per questione di sicurezza sono state fatte rientrare) poi alla fine, dopo che il tempo è stato clemente, dai tafferugli avvenuti la mattina del 6 prima della salita di San Giuliano, ma cosa è avvenuto? I fatti: per questioni di sicurezza, il capo vara Claudio Consoli dopo aver cercato invano di fare ordine nel cordone che era “intasato” di troppe persone (non li chiamo devoti) tra cui anche numerosi minori decide in pieno accordo con il parroco della cattedrale Barbaro Scionti e le autorità di pubblica sicurezza di non fare la salita e procedere lungo via etnea.
A questo punto scoppia una specie di battaglia di tiro alla fune, un gioco che di solito facciamo in estate in spiaggia ma che questa volta è stato fatto in via Etnea, mentre le migliaia di turisti guardavano la scena tra l’attonito e il curioso pensando che questa vergogna, fosse caratteristica della festa. Infatti la testa del cordone, che protestava per la decisione di tirare dritto, non ha voluto cedere e tirava il cordone per girare la “Santuzza” mentre la coda tirava a sua volta per andare dritto. Quindi il capo vara prende un’altra decisione, cosa mai accaduta, stacca il cordone del fercolo e fa rientrare la Vara a spinta, mentre i cosiddetti devoti dissidenti prendono il cordone e senza la Vara fanno il giro storico, quindi la salita di san Giuliano ecc ecc. dando una dimostrazione di assoluta mancanza di devozione.
Nell’omelia del rientro don Barbaro Scionti esordisce” I devoti di Sant’Agata e Sant’Agata non sono ostaggio di nessuno. Cari delinquenti siete soli e isolati. Ora fate silenzio perché dobbiamo pregare” ottenendo nel frattempo il pieno appoggio dell’arcivescovo di Catania Salvatore Gristina. L’autorità religiosa finalmente pone le distanze con i facinorosi del cordone che per anni hanno fatto il bello e cattivo tempo al punto che oramai la festa di Sant’Agata ha perso quella devozione religiosa per cui è nata, dato che negl’anni, senza che nessuna autorità civile o religiosa ne ponesse il freno è diventata una specie di fiera di bestiame, con il proliferarsi di bancarelle di torrone, arrusti e mangia che avvolgono il Fercolo di fumo di “arrusti e mangia”, con cittadini che tirano il Fercolo senza il sacco della devozione, con il cordone preso d’assalto al punto che al suo interno non ci si può muovere, dove il “comitato di coloro che tirano”decide i tempi non solo del rientro ma anche delle soste.
Tutto ciò è stato permesso a causa di un’assoluta mancanza di autorità decisionale, perché si è preferito privilegiare il business alla religione. Ricordo che il fondo fu toccato dopo i gravi fatti dello stadio Massimino nel 2007 che culminarono con la morte dell’Ispettore Raciti, quello doveva essere il momento che la religione e la legalità riprendesse in mano la festa, decidendo, anche a costo di inimicarsi i vari comitati d’affari, di non celebrarla per lutto cittadino. Come tutti sappiamo fu deciso altrimenti con le conseguenze che oggi abbiamo visto. Oggi finalmente le autorità religiose hanno dato un grosso segnale di ordine e legalità e mi auguro che questo continui anche per il prossimo anno.
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