“Pediatria al Policlinico ha rappresentato per anni un punto di riferimento grazie alla professionalità dei lavoratori, innanzitutto, ma anche per la disponibilità di ogni disciplina specialistica e diagnostica in un solo presidio. Un polo sanitario di eccellenza da difendere, rendendo nuovamente disponibili nella loro interezza i locali del complesso pediatrico con la piena garanzia di sicurezza strutturale e ambientale. Se poi le difficoltà di recupero dell’intero padiglione 9 dovessero imporre in futuro lo spostamento dal Policlinico al San Marco, venga almeno evitato lo … spezzatino. Niente frammentazioni!”. L’appello-denuncia arriva dalla Uil Rua, l’organizzazione Uil dei lavoratori della Ricerca-Università-Alta formazione, al termine di un’assemblea con i lavoratori nel presidio ospedaliero di via Santa Sofia a Catania. Alla riunione, convocata dalla coordinatrice aziendale Uil Rua Caterina Chiarenza, ha partecipato il segretario regionale Uil Rua Nino Gatto. Nel corso dell’incontro, in cui s’è discusso anche delle carenze di personale al Policlinico, hanno preso la parola i docenti universitari di Oncoematologia, Clinica e Broncologia pediatrica, oltre ai rappresentanti delle associazioni dei familiari di bambini affetti da diabete e malattie metaboliche.
Gli intervenuti hanno sottolineato come la Pediatria del Policlinico abbia rappresentato per anni un sicuro punto di riferimento: “L’assemblea ha manifestato in modo corale, unanime, la convinzione – commenta Nino Gatto – che smembrare la Pediatria significherebbe creare un gravissimo danno all’utenza, all’Università e al Sistema sanitario. Noi chiediamo che resti tutto, in blocco, nel presidio Gaspare Rodolico o che venga aperto un ospedale pediatrico d’eccellenza al San Marco. In caso di trasferimento, peraltro, la Uil Rua sottolinea che servirà un significativo incremento di organico e che al personale attualmente in servizio dovrà essere garantita la possibilità di scegliere su base volontaria, senza imposizioni”. Il segretario regionale Uil Rua, infine, ribadisce “l’anomalia di un’Azienda universitaria ospedaliera che, unica in Italia, ha mescolato le missioni diverse fra Università e Sanità rischiando di compromettere l’obiettivo, prioritario, di formazione dei futuri medici in un contesto di eccellenza”. “Intanto – conclude Nino Gatto – appare incomprensibile il ritardo della Regione nella nomina del direttore generale dell’Azienda. Ciò provoca un intollerabile pressapochismo nella gestione di questa struttura, peraltro in un momento particolarmente delicato per l’intero Ateneo catanese”.
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