Agatino Spampinato, Roberto Mirabella, Salvatore Castrogiovanni tutti tra 19 e 21 anni questi sono i tre orchi che il 15 marzo nei pressi di P.zza Europa in un luogo buio, appartato hanno violentato una ragazza Americana di 19 anni che da poco più di un mese vive a Catania come ragazza alla pari (Baby sitter) presso una famiglia Catanese.
Non saprei come definire questi individui che commettono un crimine tanto schifoso; suscitando un coro unanime di sdegno da parte di tutti, istituzioni in primis, con note di solidarietà alla ragazza e ai carabinieri, i quali aiutati dalla ricostruzione certosina della vittima hanno in cosi poco tempo individuato e tratto in arresto le bestie, uno su tutti quello dell’UGL “Siamo affettuosamente vicini alla ragazza straniera che si trovava a Catania per lavoro e che, nei giorni scorsi, è stata violentata e filmata da tre individui che sono stati assicurati alla giustizia. Un plauso ai Carabinieri per la brillante operazione ed abbiamo fiducia nella magistratura perché possa restituire giustizia a questo atto di gravità inaudita. Catania non merita una simile vergogna, che lede pesantemente l’immagine di una città, che non è certamente violenta e poco sicura “;
Bisogna fare delle considerazioni, non è purtroppo la prima volta che questi casi succedono, e quello che è successo a Catania non è un fatto isolato limitato alla nostra città, sempre più sovente leggiamo o viviamo in prima persona fatti criminali rivolti verso le donne, dalla violenza sessuale a quella fisica, arrivando alle estreme conseguenze; il femminicidio. La violenza fisica contro le donne, il più delle volte viene commessa da individui di genere maschile (volutamente non li chiamo uomini) sempre più di giovane età, i quali non riescono a vedere e capire il limite invalicabile dove ci si deve fermare quando l’avance non è più ben accetta.
Ma cosa scatta nella mente in questi individui per effettuare simili porcherie? viviamo in una società dove c’è una caduta di valori intensa, si tende a valorizzare l’apparenza; fisica e materiale, le foto di questi tre individui dicono tutto; vanitosi, vanesi, tronfi, con i tatuaggi bene in mostra sopra i muscoli pronunciati da ore di palestra dopo il lavoro, due fanno gli operatori ecologici uno il cameriere. Il farsi vedere, l’apparenza fa dimenticare o in alcuni casi neppure si conosce che la donna è colei che li ha generati, si dimentica che la donna è colei che li ha cresciuti, colei a cui ci si rivolge nei momenti di sconforto quando si cerca una parola di conforto.
Non si vede più la donna come una complice ma come una nemica, come colei che ci vuole togliere la regia della vita, come una antagonista quando non accetta di sottostare al “passo indietro” preteso da questa società vanesia. Lo si vede nei luoghi di lavoro; meno opportunità di avanzamento, licenziamento firmato in bianco, meno retribuzioni. Quindi al soluzione? Innanzi tutto pene più severe nei casi di violenza domestica e violenza carnale, questi tre animali dovrebbero marcire in galera, ma non è solo con le pene detentive che si risolve il grave ploblema sociale, dobbiamo fare un’opera di rieducazione al rispetto del genere femminile, quel rispetto che si riassume in una frase tipica di quando ero piccolo “la donna non si tocca neppure con un fiore”
(foto di agenzia)
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