Catania. “Lombardo Radice”, 1600 in assemblea autogestita per discutere di mafia.

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Catania. “Lombardo Radice”, 1600 in assemblea autogestita per discutere di mafia.

Dopo tre riunioni del Comitato studentesco del Liceo G.Lombardo Radice, il Consiglio d’Istituto ha deliberato lo svolgimento,  accogliendo le modalità di svolgimento richieste dagli stessi studenti richiedenti, di una Assemblea studentesca autogestita  presso il complesso Le Ciminiere di viale Africa, per dare la possibilità a tutte le studentesse e a tutti gli studenti dell’Istituto di via Imperia e della succursale di Gravina, circa 1600, di essere presenti all’iniziativa, che ha affrontato il tema della mafia e della mafiosita’.
Ospiti relatori l’avvocatessa cassazionista Maria Fatima Malgioglio, attiva nella  “Associazione Antimafia Agosta” e Orazio Vasta, giornalista freelance e militante sindacalista della Federazione del Sociale USB  Catania.
L’assemblea è stata aperta con un saluto da parte della preside Pietrina Paladino,  a cui ha fatto seguito l’introduzione dello studente Giovanni Saeli, Rappresentante d’Istituto, che, evidenziando il momento storico rappresentato dallo svolgimento di questa tipologia di assemblea d’Istituto, ha presentato il tema scelto per l’assemblea e i due relatori, esortando le ragazze e i ragazzi presenti a riflettere su che cosa è la mafia visibile e invisibile nel quoditiano. A Giovanni Saeli ha fatto seguito la studentessa Ginevra Faro che ha brillantemente interpretato il famoso monologo di Claudio Gioe’ sulla morte di Peppino Impastato. Articolato sulle complesse origini del nome e del fenomeno “mafia” l’intervento dell’ avvocatessa  Malgioglio. Seppur storicizzando il fenomeno, la Malgioglio lo ha attualizzato attenzionando che la mafia si trasforma ogni volta che si trasforma il potere di turno o il potere di turno sceglie con quale parte della mafia stare,  portando come esempio eclatante il caso del Prefetto Mori: “il prefetto di ferro” mandato da Mussolini in Sicilia per debellare la mafia. La vecchia mafia rurale venne sostituita con quella legata al regime fascista.
Dopo l’avvocatessa gli interventi degli studenti  Rappresentanti d’Istituto Giovannii, Paolo Aronica e
Gaetano Ruscica. Invece, la studentessa Vittoria Grasso, ha svolto una interessante riflessione sui giovani e la mafia , e ricordando Giovanni Falcone. A questo punto, é intervenuto Orazio Vasta, che ha sviluppato una sintesi analitica sui Beni confiscati alla mafia e sul fatto che “spesso questi beni da COSA NOSTRA DIVENTANO COSA LORO, con una gestione privata di questi beni comuni e pubblici”. Un altro aspetto affrontato dal giornalista è  il ruolo politico e repressivo della mafia in Sicilia, che , non di rado, è intervenuta, specialmente nelle campagne, per reprimere militarmente le lotte contadine. Insomma, dice Vasta, “dove non è arrivata la repressione dei carabinieri dello Stato italiano, è arrivata puntualmente la repressione dei soldati dei boss della mafia!”.

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