Arriva alla resa dei conti il caso Siri, con i vertici del governo che si riuniscono nel Consiglio dei Ministri mattutino convocato dal premier Conte. Oltre alle varie ed eventuali, all’ordine del giorno c’è il futuro del sottosegretario leghista Armando Siri, al centro di un caso di corruzione.
Nel Consiglio dei Ministri dell’8 maggio si arriva allo scenario che Luigi Di Maio non avrebbe mai voluto: il muro contro muro. Il leader del Movimento Cinque Stelle aveva invitato il collega Salvini ad essere responsabile annunciando le dimissioni di Siri prima del Cdm. Decisamente di diverso avviso, il leader della Lega ha confermato la sua intenzione di continuare a difendere Siri fino a quando non sarà la giustizia a condannarlo (se mai dovesse succedere). Salvini, a poche ore dal Cdm ha anche aggiunto che con il Movimento c’è una frattura che va oltre la questione legata alle dimissioni di Siri.
L’ago della bilancia sarà ancora una volta Giuseppe Conte. Il premier ha fatto sapere in conferenza stampa di ritenere doverose e necessarie le dimissioni di Siri e aveva fatto sapere che le avrebbe proposte in Consiglio dei ministri, dove il Movimento Cinque Stelle detiene la maggioranza. Per Salvini si aprono due possibili scenari: fare un passo indietro accettando la decisione degli alleati di governo, o andare allo scontro frontale che potrebbe infiammare gli ultimi giorni di campagna elettorale prima delle elezioni europee. Dal M5S fanno sapere che il sospetto è che il leader della Lega stia cercando un pretesto per far cadere il governo nel caso in cui si creassero le condizioni necessarie e convenienti.
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