“Il percorso individuato nei giorni scorsi dall’assessore regionale della salute, Ruggero Razza, che rivaluta il nuovo ruolo delle strutture sanitarie private convenzionate in Sicilia, individuandole come supporto al sistema pubblico, non può che trovarci pienamente d’accordo perchè in linea con le proposte da noi più volte formulate. Da qualche anno, infatti, chiediamo una concreta riforma del settore che veda, a fianco di strutture pubbliche sempre più organizzate ed efficienti, una rete di case di cura convenzionate che possano garantire un’importante mano d’aiuto soprattutto sui temi del sovraffollamento dei pronto soccorso, dei reparti di degenza e delle liste d’attesa per le visite.” Lo dicono Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri, rispettivamente segretari regionali delle federazioni sanità e medici della Ugl, aggiungendo: “La nostra idea è quella che la sanità privata nella nostra Regione venga sempre più inquadrata come un’entità pubblica a capitale privato, tale da poter a tutti gli effetti sopperire alla gran mole di richiesta di assistenza proveniente dagli ospedali. Per questo immaginiamo la creazione di un “cruscotto” per la disponibilità dei posti letto, così da eliminare l’overbooking negli ospedali inviando i pazienti nel privato dove possono avere il medesimo livello di cura, anche in termini di lungo-assistenza. Così come chiediamo venga attivato un centro prenotazioni unico tale da consentire un efficace smistamento delle visite ed un notevole abbattimento dei tempi di attesa con relativo risparmio per sistema sanitario siciliano. E’ chiaro – fanno notare Urzì e Lanteri – che, parimenti alla redistribuzione delle risorse per l’ospedalità privata, è indispensabile riformare la vecchia legge regionale n° 39 del 1988 per dare anche ai privati gli stessi standard operativi del pubblico, specie in termini di piante organiche, se no nulla avrebbe senso. Ancora oggi purtroppo c’è un disequilibrio evidente tra i due settori, ad esempio anche relazione all’impiego della figura dell’operatore socio sanitario che, nella normativa di trent’anni fa, neanche esiste ed oggi invece è indispensabile. Si andrebbe anche a far scomparire il triste fenomeno del continuo ricorso alle partite Iva (medici, infermieri, operatori sanitari) che da mesi denunciamo e che deve far posto a contratti a tempo indeterminato. Come Ugl continuiamo ad insistere su questa strada e siamo ben contenti di aver trovato nell’assessore Razza e nel governo Musumeci un interlocutore attento alla problematica, ma ci auguriamo che dalle parole si passi subito ai fatti perchè solo così potranno essere massimizzati i costi e, principalmente, potrà essere assicurata una sanità più efficiente e vicina alle esigenze degli utenti e capace di tutelare i suoi lavoratori.”
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