“Parliamo di Donne”: Francesca Chiaramonte, dalla riflessologia plantare il benessere

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“Parliamo di Donne”: Francesca Chiaramonte, dalla riflessologia plantare il benessere

Assai spesso, si è portati ad interessarsi di ciò che fa clamore: ogni giorno ci passano accanto persone di cui non conosciamo nulla, né in ordine al bene o al male che essi fanno. A cosa pensano, sentono…illustri sconosciuti che perciò sembrano essere immobili. Eppure, così non è: basta prestare orecchio e soffermarsi con maggiore attenzione, vengono a galla profili di marcato interesse, esperti, e di definizione tale da fare impallidire firme in calce a curricola famosi.

La rubrica parla di Donne, in special modo di quelle che emergono ogni giorno da una quotidianeità fatta di lavoro e problemi e gratificazioni ordinarie, spesso senza. Quelle che fanno senza pubblicare sui social ogni propria mossa, che pensano senza esprimerlo platealmente. E portano a casa il risultato senza entrare in una statistica.

Francesca Chiaramonte l’ho conosciuta per caso: un’amica comune mi parla di lei in ragione ad una serie di esperienze che lei doveva fare su clienti disposti a sottoporsi ad un trattamento gratuito di riflessologia, per rispettare un protocollo preciso al fine di conseguire l’attestato di riflessologia plantare. La mia amica mi disse “fidati” ed io mi fidai. E feci bene.

La storia di Francesca – quarantotto anni splendidamente portati – è una storia che parte da Militello Val di Catania, paese ricco di Barocco ma anche di pregiudizi. A lei sarebbe piaciuto scavalcare i confini del tutto già stabilito, completate le scuole iscriversi a Medicina; ma la perdita del padre, quando lei aveva appena tredici anni, interruppe il flusso di questi pensieri concentrandoli sulla fretta di concludere le scuole e mettersi a lavorare. Poi, il matrimonio e la nascita di tre splendidi figli (due maschi ed una femmina) e Francesca ha continuato a lavorare, dentro e fuori casa cercando come meglio poteva di contribuire.

La curiosità di cui è dotata l’ha spinta sempre e comunque a leggere, informarsi e quando i figli sono stati tutti in grado di provvedere da soli, lei ha sentito il bisogno di riacciuffare qualche antico progetto fra le intenzioni riposte e mai dimenticate. Così, riprende i libri e se per Medicina la strada è lunga, concentra la propria attenzione in un ambito somigliante: si iscrive ad un corso di Riflessologia, dopo tre anni consegue l’attestato e, completato questo percorso, si iscrive a Naturopatia che sta attualmente frequentando. Rompe ogni schema andando dritta per la sua strada; all’insegna del  “non è mai troppo tardi” non si ferma un giorno, passando come un acrobata dalla casa, alla spesa, alle rogne burocratiche, ai figli, alla frequenza dei corsi di cui non perde neppure un giorno. E tutto ciò con un sorriso aperto sempre sulla gente. Con grazia e molta modestia mi racconta di sé, quasi stupita di tanto interesse nei suoi confronti. Ribadisco che lei è  una delle innumerevoli eroine silenziose che attraversano con passo felpato la vita facendone un quotidiano piccolo capolavoro.

 

– Chi è Francesca Chiaramonte? Cosa l’ha messa sulla strada della Riflessologia plantare?

Beh! Chi è? Bella domanda. Sono una persona semplice, riservata, molto empatica, amo aiutare gli altri. Io nasco come estetista; sono riflessologa, sto frequentando il 1° anno della scuola di naturopatia. Dell’estetica la cosa che  amo di più, che più  di tutto sento mia, è la passione per il massaggio, che mi ha fatto scoprire quanto sia bello  e gratificante, donare benessere psico-fisico attraverso il tocco, il massaggio è amore, un messaggio da cuore a cuore, una volta imparato, la tecnica, la metti via e lasci fluire le mani.  Il massaggio, non è solo manualità, è rispetto: bisogna essere molto delicati e sensibili per entrare in spazi così intimi, privati, personali. Il semplice tocco delle mani, trasmette fiducia, calore umano e contenimento; diventa anche qualcosa che ci mette in contatto con la nostra interiorità, con l Ātman (Anima). Ciò che mi propongo durante il mio lavoro, è aiutare e sostenere la persona che mi si affida, nel suo processo di autoguarigione; indispensabile sarà conquistare fiducia e rispetto, per facilitare una piena distensione ed ottenere un esito positivo a fine seduta. Tutto questo non ha fatto altro che accrescere sempre più la passione per il mio lavoro, ed approfondire l’applicazione della riflessologia, poiché, sento la necessità di aiutare le persone a ritrovare l’equilibrio perduto a causa di ansie e stress, è una professione per la quale devi avere grandi doti di sensibilità, generosità, ascolto e umiltà. Se ami ciò che fai non lavorerai neanche un giorno diceva Confucio.

Ornella Mauro e Giuseppe Calcagno, insegnanti.

 

– Cos’è la Riflessologia Plantare ?

La Riflessologia del Piede è una disciplina bio-naturale e del benessere, viene definita “scienza dei riflessi”; in biologia un riflesso è la risposta involontaria ad uno stimolo. A livello della corteccia cerebrale, i piedi e le mani occupano un’area più vasta rispetto ad altre zone del corpo, le mani sono utili in caso di emergenza, o per l’auto massaggio, ma la zona più adatta e ricettiva è proprio quella plantare; il piede rappresenta un punto focale del sistema circolatorio e vascolare, considerato il  cuore periferico, e la suola del piede è come una spugna, chiamata appunto la Spugna di Lejart che viene compressa ad ogni passo ed è la spinta che porta il ritorno circolatorio verso l’alto ( venoso ). Nei piedi confluiscono circa settemiladuecento  terminazioni nervose. I recettori della pressione posti nel piede comunicano istantaneamente con il cervello, che per risposta produce dei neurotrasmettitori, endorfine, sostanze chimiche, che inducono un effetto antalgico in grado di scaricare lo stress.  

– Chi è e cosa fa il “Riflessologo”?

Il riflessologo non è un medico, non parliamo di pazienti, ma di clienti. Non prescrive e non diagnostica: si limita a prendersi cura della persona che si affida a lui per il ripristino del suo equilibrio corporeo. Il riflessologo è un operatore del benessere, funge da facilitatore cioè pone il corpo in un processo di autoguarigione, sfruttando tutte le risorse a disposizione dell’organismo stesso. La Riflessologia è una terapia olistica, basata quindi sul principio generale che ogni aspetto della vita dell’individuo influirebbe sul benessere e sulla salute della persona. La Riflessologia Plantare può diventare un metodo per prevenire molti malesseri comuni delle persone, cambiando decisamente in positivo la qualità della vita. È importante però avere ben chiaro che tale approccio non deve ritenersi assolutamente sostitutivo alla medicina ufficiale, bensì è da considerarsi a questa complementare. In tal senso può  affiancare la medicina allopatica e le cure naturopatiche; così come non si sostituisce all’intervento di altri professionisti quali medici, fisioterapisti, osteopati.  

– Il nostro corpo possiede delle energie veramente ancora ignote all’uomo: quali benefici si ricevono dalla Riflessologia Plantare ?

Essa è efficace perché considera il corpo umano, non come reparti di macelleria, o compartimenti stagni, bensì come un tutt’uno, da qui “olos” cioè “tutto, intero, totale”. Come uno specchio, i nostri piedi riflettono tutte le zone del corpo, secondo corrispondenze reali e specifiche, grazie alle quali è possibile intervenire per azione riflessa, si interviene con estrema efficacia sia sull’equilibrio generale, rilassando e tonificando tutto il corpo, che sulle patologie di tutti i sistemi cardiovascolare, muscolare, linfatico, nervoso, gastrointestinale, riproduttivo, ecc. Indipendentemente dal sesso, dall’età, dalle condizioni di salute, dal tipo di lavoro, la riflessologia plantare provoca a tutti sostanziale beneficio, soprattutto per gestire lo stress e, se sei nelle mani di uno specialista, anche per combattere energicamente molti inestetismi. Per esempio la cellulite!

Massaggiando i piedi è possibile risolvere o alleviare, ad esempio, i fastidi più comuni della gravidanza, dalla nausea, ai bruciori di stomaco degli ultimi mesi, dalla stanchezza all’insonnia. Da valutare, che in alcune patologie non va effettuata: vasculite alle gambe, trombosi venosa profonda, gotta, ulcera ai piedi, funghi ai piedi (“piede d’atleta”), malati oncologici. Sono tutte condizioni di salute in presenza delle quali si consiglia il parere di un medico di fiducia.

– Quali sono in breve le origini storiche di questa disciplina?

L’origine del massaggio riflessologico è antichissima: risalgono a circa 5000 anni fa – in Cina e in India – trattamenti basati sulla pressione di punti precisi del piede, in alcuni casi coincidenti con quelli dell’agopuntura. A Saqqara, in Egitto nella tomba dei medici (2330 a.C.), una pittura funeraria mostra un massaggio dei piedi e delle mani.

– Se anticamente la Medicina tradizionale, l’ascolto della Natura erano attività consuete, cosa è cambiato dopo? Perché ci si è completamente distaccati dal quel sistema di vita? Perché i piedi? 

Il piede rappresenta le nostre radici, il nostro avanzare nella vita, simbolo di libertà, in quanto consentono il movimento. In Cina intorno al ‘900, le donne con i piedi piccoli rappresentavano la bellezza pura; i loro piedi venivano fasciati, affinché rimanessero piccoli, in virtù di una pratica erotica ed estetica che celava la convinzione che fosse possibile, rinchiudere, imprigionare la donna in una relazione di dipendenza nei confronti dell’uomo, pratica per fortuna oggi abolita.  Anticamente i piedi rappresentavano un valido mezzo di trasporto, ad esso venivano tributati attenzioni ed onori, il progresso e l’uso dei mezzi di trasporto hanno spinto l’uomo ad ignorare i suoi piedi, a trascurare le sue radici, curiamo sempre più ciò che e visibile, cioè la testa, il viso, mentre ci si dimentica dei piedi. Il piede è sottoposto a grotteschi supplizi, a scarpe scomode strette e tacchi alti; destinato a calli, duroni occhi di pernice; le donne in maggioranza ne soffrono più degli uomini.  I piedi rappresentano il contatto con la Terra, le radici dell’individuo, le sue potenzialità, il suo atteggiamento nei confronti della vita. L’intero peso del corpo si scarica sui piedi e osservandone la struttura si possono individuare le aree sulle quali si concentra la tensione posturale. 

– In generale, il ritorno alle antiche metologie di cura del corpo, lei crede sia più una necessaria presa di coscienza o una moda?  Chi si rivolge ad un riflessologo?

Oggi si sente sempre più la necessità di un rapporto «diverso» con il medico convenzionale, la voglia di cercare attivamente soluzioni per la propria salute, la convinzione che non ci siano rischi e che a provare non si perda nulla, che spinge una  persona a rivolgersi alle «terapie alternative o complementari». Il riflessologo deve essere in grado di” Toccare-Ascoltare”, con un ascolto attivo, bisogna prestare attenzione ai messaggi verbali e non verbali, ai sentimenti e ai pensieri espressi dal cliente e non paziente, al modo in cui il cliente si esprime e anche a ciò che non dice, entrando in empatia, mettendosi in un certo senso ,nei suoi panni e guardando le cose dal suo punto di vista.

– Progetti?

Progetti! Tantissimi, conto di finire gli studi di naturopatia, per adesso, e poi collaborazioni con centri benessere o studi medici/specialistici, erboristerie, e poi chissà, cosa la vita ha in riserva, magari faremo un ulteriore intervista…ahah

 

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