… amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita!

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… amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita!

di Mattteo Licari

 Alzi la mano chi non ha sentito parlare male del matrimonio, del fatto che sia la tomba dell’amore, che affoga il sentimento nella routine e via dicendo. Quando sono nato il matrimonio era indissolubile, non c’era il divorzio e alle soglie della fanciullezza, dal barbiere ho ascoltato, incuriosito e spaventato, un poliziotto che paragonava il matrimonio ad un ergastolo inflitto agli innocenti. Fu un trauma, immaginare papà e mamma come ergastolani mi traumatizzò a tal punto che giurai a me stesso che non sarei mai convolato a nozze. Tradì, di slancio e ignominiosamente, il proposito vent’anni dopo. Non fui il solo perché mi fa compagnia ancora oggi, nonostante un coro pubblico pressoché unanime (sposati e non, maschi e femmine), la quasi totalità dell’umanità che corre ogni anno, privatamente, verso il matrimonio (o istituzioni similari), come attirata da un gigantesco invisibile magnete. Perché? Forse perché gli appetiti sessuali trovano nel matrimonio la promessa di una soddisfazione regolare e continua? Ma può lo stordimento sessuale, per quanto esaltante, essere il fondamento di una relazione che, almeno nelle premesse, dovrà durare fino alla morte? Oppure nell’altro/a si tenta di ritrovare il tepore dell’utero materno? Una modalità socialmente accettata per allontanarsi dai propri genitori, una fuga dalla solitudine, un effetto indotto dalla fascinazione, un’autorizzazione a procreare, un espediente per sentirsi normali, una casa di riposo per la vecchiaia? No, niente di tutto questo. Il matrimonio non è affatto una istituzione al servizio del benessere personale o della felicità individuale, tutt’altro. Esso è, piuttosto, uno strumento (non il solo!), un itinerario di sviluppo e di trasformazione dell’intera personalità; con esso ci si accosta al senso della vita per esplorare in tutta la sua profondità il mondo e noi stessi per come siamo e per come vorremmo essere. Riflettete: benessere e felicità escludono la sofferenza, mentre è esperienza comune che sacrificio e sofferenza siano tratti essenziali di ogni matrimonio. Scegliere un uomo o una donna per tutta la vita – l’idea è questa, almeno all’inizio – significa scommettere senza essere supportati da alcuna buona ragione perché, per quanto strano possa apparire, in amore la ragione non ha voce in capitolo.

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