Andrea Camilleri e il ricordo dei “suoi siciliani”

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Andrea Camilleri e il ricordo dei “suoi siciliani”

Andrea Camilleri non c’è più: si è spento il fumo della sua ultima sigaretta consumata…

In lungo ed in largo, l’Italia lo piange, il mondo commenta la sua scomparsa. Uomo di severi e sereni punti di vista, con un’apertura verso l’umanità e gli animali e i buoni sentimenti che tutto farebbe credere tranne al suo professarsi non credente. Era uomo di sani principii, si sarebbe detto un tempo; di scuole alte ed educazione raffinata; di gestualità garbata e ricercatezza linguistica. E il pensiero che uno così non ci sia più mi fa tristemente scorgere con chiarezza l’orlo del baratro. Fate bene “italiani, quelli dello Stivale”, a piangerlo, perché di uomini così si è perso lo stampo, ormai.

In questi giorni, innumerevoli riassunti della sua vita; a me non va di scrivere l’ennesimo curriculum vitae e neppure utilizzare troppi luoghi comuni. Uno come lui, schietto che certo non le mandava a dire, non li avrebbe apprezzati. Così, senza nascondere un po’ di campanilistica gelosia, provo a trattenerlo un po’ qui, sull’isola chiamata Trinacria che grazie anche a lui, gli altri guardano con meno pregiudizi. Ho chiesto ad amici, fra gente comune, liberi professionisti, attori, giornalisti, registi, pittrici. “libraie”, gente che lo ha amato e conosciuto in qualche modo, ai suoi conterranei siciliani di ricordarlo….

Francesca Ferro (attrice/autrice/regista): <<Di Camilleri si potrebbero dire tantissime cose: ha vissuto 93 anni senza mai fermarsi e la sua opera è davvero gigantesca. Quello che però apprezzo di questo grande scrittore, è l’immagine di una Sicilia lontana dal solito cliché che ci vuole legati alla Mafia, con cui da sempre siamo identificati noi siciliani. Camilleri ci ha restituito dignità.>>

Gino Astorina (attore/Gatto Blu): <<In questi giorni, tutti sentono il bisogno di esprimere un ricordo su Camilleri, pure l’ultima comparsa, apparsa per un paio di minuti in una scena di una fiction, in questi giorni sente il bisogno di esprimere la propria testimonianza. Io vorrei essere contro corrente: Camilleri stava inviso a parecchi per il semplice e meschino fatto che lui vendeva e la gente i suoi libri li leggeva pure (e continuerà a farlo)  a differenza di una “intelligentia” filosofa e pseudo istruita che sforna sermoni noiosissimi che nessuno capisce, di cui nessuno gode, e vendendone al massimo sette o otto copie. Questa cosa qui, dà molto fastidio. Camilleri aveva un segreto: scriveva con gioia ed il lettore se ne accorgeva, oltre al non trascurabile linguaggio che arrivava a tutti per raccontare e far capire. Il “vigatese”, è stato l’appiglio per la classe intellettuale biecamente invidiosa. Era uno scrittore che viveva la gioia della scrittura, aveva l’orgasmo della scrittura; lui appena si alzava la mattina, scriveva ! Magari cà poi i scicava dì fogghi, lui intanto scriveva!>>

 

Agostino Zumbo (attore): << Non l’ho mai conosciuto personalmente, ma ho lavorato ne “Il cane di terracotta” e “La piramide di fango”. Quello che mi ha colpito di Camilleri è sempre stata la capacità di descrivere la Sicilia, nei suoi romanzi, facendo sentire odori e sapori. La sua scrittura non si limitava a narrare una vicenda ambientata in questa terra piena di colori, ma andava oltre, sino a farci sentire tutto il suo profumo. I suoi romanzi si leggono e non si vedono solo le parole ma si va oltre immaginando la Sicilia come fosse la ricorrente prima protagonista.>> 

Francesco Foti (attore): <<Non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Camilleri, purtroppo. Il massimo del rapporto con lui è stato interpretare Calogero Picone, il protagonista di puntata de “Gli arancini di Montalbano”, nel lontano 2002. Da quell’esperienza ho avuto due grandi insegnamenti. Uno dal regista Alberto Sironi, che quando il fonico mi aveva chiesto di “timbrare di più (e, senza spoilerare, non potevo proprio in quella situazione), era corso in mio aiuto con una semplice frase: “Tu fai il tuo lavoro, il fonico deve fare il suo”. L’altro, proprio dal Maestro Camilleri, ed è la soluzione dell’eterna diatriba tra catanesi e palermitani: arancini, al maschile! Grazie Grande Vecchio.>>

Ausilia Miceli (docente/pittrice): <<Puntasecca. Un pomeriggio d’autunno, il mare vivo e la fugacità di un attimo. Un incontro e due chiacchiere sulla natura umana. Ecco. Se dovessi esprimere un desiderio, quel desiderio sarebbe un incontro e due chiacchiere con il Maestro. Si, il Maestro. Perché lui lo era, e lo era davvero. Camilleri, un Maestro di vita, di sicilianità, di arte, di bellezza. Una bellezza contrastante, stridente e mai appagante. Una sicilianità universale che ricopre uomini, donne, picciriddi e natura. La natura che prepotentemente marca la nostra Sicilia e la rende unica ed universale. Cosi come la natura umana. Si, due chiecchiere..un incontro in un pomeriggio di autunno ed un po’ di immortalità, dell’arte e della sua bellezza. Due chiacchere con Camilleri per ascoltare le sue, già da lui narrate e scritte, verità.>>

Patrizia Orofino (collaboratore MetroCt): <<Caro Maestro Camilleri oggi per i siciliani, è un giorno di dolore, hai vissuto e te ne sei andato da  gran signore. Uomo d’esempio di virtù d’amore per la tua terra e la tua gente. Il cielo ti accoglie ed i nostri cuori ricorderanno un grande siciliano che in fondo non morirà mai, come tutti i grandi uomini e donne di questa terra.>>
                                                  
 
Cinzia Caminiti Nicotra (attrice/cantante/scrittrice): <<Non mi è mai piaciuto vedere soffrire qualcuno… l’agonia mi addolora più della morte. Ci hai lasciato così tante parole, così bei pensieri, ci hai insegnato così tanto. hai mostrato una Terra, la nostra Terra, come pochi, pochissimi grandi hanno saputo fare. Uomo leale e coraggioso, grande cuore, immensa mente, profonda e inconfondibile voce. Voce di una Sicilia da amare, da cantare, da raccontare. Ci vorrà una vita, la vita di ognuno di noi per ricordarti ed onorarti come meriti. Grazie di tutto grande vecchio.>>
Eduardo Saitta (attore/regista/autore): <<Mi é capitato di leggere un pensiero su come “adesso siamo più poveri”. Non siamo per niente più poveri: tutto ciò che ha fatto e di conseguenza ha lasciato Camilleri é una ricchezza enorme, ed é nostra. Non lo vivremo più fisicamente tramite le sue interviste, i suoi spettacoli, ma sicuramente continuerà ad essere vivo grazie a ciò che ha scritto. Sono di quegli uomini che non muoiono mai.>>
                   

Massimo Maugeri (scrittore e titolare del blogger “Letteratitudine”): <<Forse l’appellativo spontaneo di Maestro (che molti spontaneamente, sulla Rete e fuori dal web, gli stanno tributando) lo avrebbe imbarazzato. Ma Andrea Camilleri ha inventato un linguaggio e un nuovo modo di fare letteratura che non subito (e non da tutti) fu capito. E tuttavia uno scrittore che raggiunge la grandezza che ha raggiunto il padre letterario del commissario Montalbano, con libri venduti in tutto il mondo, non può che essere considerato un Maestro. Ci mancherà moltissimo, ma lo ritroveremo nei suoi libri ogni volta che vorremo. Un autore così noto, così letto, così amato dal grande pubblico continua a vivere oltre la dipartita fisica”.

Gabriella Magistro (sociologa e giornalista): <<Quando ho letto che era venuto a mancare il maestro Camilleri, ho pensato: “strano, come viene strano immaginare il mondo senza di lui”. Ultimamente era totalmente diretto e svelato. Mi piaceva molto ascoltarlo. Chiare e precise le sue parole. Potenza laser! E poi Andrea, sì Andrea, chiamato per nome, senza filtri, perché lui aveva la capacità di entrare dalla finestra del cuore, ci ha incantato con i suoi racconti. La “trinacria nostra”, lui, l’ha portata in tutto il mondo. Ecco, ora ho capito perché mi pare strano immaginare il mondo senza di lui, perché lui come ogni scrittore degno di essere definito tale, il mondo lo sapeva riscrivere, raccontare da capo con rappresentazioni che ci facevano battere il cuore.>>
                           

Ernesto Romano (tecnico della Polizia di Stato): <<Anche in salute, il maestro Camilleri scandiva il suo pensiero lentamente, segno della sua marcata “sicilianità'”. I testi dei suoi capolavori, invece, scorrono al lettore come un fiume in piena, segno del suo indiscusso talento.>>

Antonella Alì (docente): <<“Alla nascita ti danno il ticket in cui è compreso tutto: la malattia, la giovinezza, la maturità e anche la vecchiaia e la morte. Non puoi rifiutarti di morire perché è compreso nel biglietto. O l’accetti serenamente e te ne fai una ragione o sei un povero coglione!” Andrea Camilleri. Ciao Maestro. GRAZIE.>>

Ketty Governali (attrice/insegnante/autrice): << E’ stata una gravissima perdita, soprattutto per i tempi bui che stiamo attraversando; una voce libera come la sua ci mancherà. Ci sentiamo un po’ tutti orfani, perchè per molti è come se si fosse perso un parente. La grandezza di Camilleri stava nel parlare in maniera libera, semplice ed essenziale alla gente, dall’intellettuale all’umile. Non era l’uomo di cultura che poneva delle distanze: era uno di noi! Gli saremo debitori per tutto quello che ci ha lasciato.>>

           

Alessandro Bonanno (disegnatore meccanico-impiantista): <<Basta guardarsi intorno per avere un’idea del disastro che ci circonda. Camilleri era autentico uomo del sud, come pochissimi ne sono rimasti. Infinitamente più di questi milioni di trogloditi che ci circondano, che si sentono uomini e donne del sud a denominazione di origine controllata, ma in realtà non “appartengono” più a queste terre. Terre che sostengono di amare, ma che in realtà sono solo capaci di maltrattare, devastare, violentare e stuprare. Ma d’altra parte, cosa ci si può aspettare da gente cresciuta e allevata volutamente ormai da parecchi decenni nella mancanza del rispetto della propria e della altrui dignità? Ci si abitua a vivere in città che sono fogne a cielo aperto e come tali si continua a trattarle, con tutto ciò che esse contengono, esseri umani, animali e cose. E dalle città alle nostre splendide campagne, coste, montagne. Camilleri, autentico uomo del Sud, era l’esatto contrario di tutto ciò.>>

Giuseppe Nicotra (giornalista/direttore MetroCt): <<Come disse Camilleri: “a novant’anni si ha l’esigenza e il desiderio di scoprire l’eternità”; lui, gran curiosone, è andato a farlo.>>

Alfio D’Agata (regista): <<Nino Frassica, Tuccio Musumeci, Dipasquale ed io lo avevamo “incrociato” per un suo racconto – “Il medaglione” – che Frassica mi aveva fatto leggere. Per me, Camilleri è stato Il Siciliano come dovrebbe essere: ironico, smaliziato, creativo, dalla cultura barocca che si rinnova continuamente nel presente. Raro caso di uomo scrittore “istituzione” che è riuscito a mettere d’accordo tutti , da est a ovest, dal meno preparato al più scrupoloso degli intellettuali.>>

     

Riccardo Perricone (scenografo): <<Oggi ha preso congedo da noi Tiresia. Il nostro maestro preferito, il nostro sogno d’immortalità, dolce e saggia. Come la terra che lo ha partorito. Come il verbo che lo ha incarnato. Addio “Nenè”, arrivederci fra altri cent’anni!>>

Maurizio Sesto Giordano (giornalista ed editore “CronacaoggiCatania”): <<Oggi si è spenta una voce libera, un raccontatore di storie, di emozioni, il famoso papà di Salvo Montalbano, una delle penne più scorrevoli e deliziose di sempre. Sarai sempre nei nostri ricordi con la tua leggiadria, le tue storie, i tuoi saggi ragionamenti, caro Maestro Camilleri.>>

Marisa De Luca (casalinga): <<Di Camilleri mi resterà per sempre la pacatezza, la saggezza e la ricchezza dei suoi racconti di vita. Un pezzo di storia magistralmente  raccontata perché vissuta in prima persona. Depositario di ricordi, come un nonno/padre che ti spiega i fatti proprio come sono andati. Una persona che ha saputo cambiare i suoi punti di vista in virtù dei cambiamenti della politica italiana degli ultimi 70 anni. (fascista, antifascista, partigiano, di sinistra) 
Grazie a lui ho apprezzato il piacere di leggere e amare la nostra Sicilia con ironia e severità e con i suoi libri ho imparato a leggere il dialetto siciliano, lingua a sé. Consiglio “la linea della palma”, il libro su Pirandello e quello su Caravaggio.>>
Francesca Sisto (docente): <<Grazie, Professor Camilleri, per avere reso la Sicilia ancora più bella!>>
               
Gianni Caracoglia (giornalista/direttore Sicilymag): <<Camilleri, nel suo saper descrivere con arguzia e ironia l’animo umano – e, non nascondiamocelo, con una certa “spocchia” sicilianista, che risveglia un po’ di sano campanilismo sudista che alberga in tutti noi -, non solo piace a molti perché viene letto e amato in tutta Italia ma anche all’estero, ma è un vero elemento di unità, e non di divisione, aspetto fondamentale oggi in cui l’errore politico più grosso è proprio quella della demolizione di quel poco che resta della nazione italiana. La comunità nazionale, che in Italia ha sempre stentato ad esistere, oggi è stata seppellita dalla antistorica campagna sovranista del “prima gli italiani” che non ha capito nulla della Costituzione sulla quale in teoria giurano i nostri politici, dove la parola d’ordine dovrebbe essere “prima l’Italia”, e dove la nazione, che è il fondamento del buon funzionamento di uno Stato, è materia viva in continua evoluzione e non roba da impolverate antologie abbandonate alla loro storia. Quando Camilleri ci ricordava che il razzismo è una brutta bestia oggi, (lui che il fascismo lo conobbe bene essendo nato nel 1925), che i porti devono restare aperti perché da bravo uomo nato in una città di mare storicamente i porti sono stati sempre aperti, dà valide e concrete lezioni di educazione civica. Qualcuno lo rimproverava di essere il capo di tutti i buonisti, ma se buonismo vuol dire essere persona intelligente, accorta, e, soprattutto, dotata di civili sentimenti, non può che essere un complimento.>>
Lavinia D’Agostino (giornalista/redattore Sicilymag): <<Sono sconvolta perché se n’è andato un pezzo di storia e di cultura siciliane. Mi pregio di aver lavorato a teatro, nel mio ruolo di Ufficio Stampa, per cose scritte da lui e di averlo visto, l’anno scorso a Siracusa, anche se ero arroccata sui gradini del teatro. Quando lui salutò il pubblico dicendo “ci rivediamo frà cent’anni”, là abbiamo temuto tutti che fosse un grande addio; quella fu una grandissima lezione di mito, di storia, di vita. Se ancora ci penso, mi si accappona la pelle. Per me, quell’occasione fu un grandissimo privilegio; la Sicilia deve tanto a questo scrittore ed illustre filosofo; ci ha lasciato un patrimonio immenso, donandoci i colori che vedeva vividi in sogno, che ha ridescritto. Mi verrebbe da dire che Camilleri ha dato colore alla Sicilia con i suoi colori, perché i colori di Camilleri sono anche i nostri, sono i colori della nostra terra. Lui li ha rispolverati dal buio della sua cecità, e restituiti alla luce con la potenza della sua scrittura.>>
                                  
Orio Scaduto (attore): <<Ho avuto il piacere di averlo incontrato e conosciuto; e un attimo dopo, ti sentivi più ricco! Aveva una forza, una intelligenza e un’ironia che erano fuori dal normale, secondo me. Poi, ho avuto la fortuna di interpretare un suo personaggio ne “La Stagione della caccia”, Natale Bonocore, un uomo buffo, pieno di comicità e ricco di contraddizioni. Davvero felice di avere interpretato un personaggio nato dalla sua scrittura… io dico che abbiamo perso tanto, davvero…>>
Antonella Villari (dirigente amministrativo): <<Camilleri non era solo Montalbano… anzi forse la vera Sicilia è nel birraio di Preston, tra le pagine della Mossa del Cavallo, scorrendo le frasi de la Concessione del Telefono e nei personaggi de la Scomparsa di Pató. Testi a tratti ironici e a volte amari e taglienti come i raggi del sole in un agosto siciliano… Camilleri come Sciascia: grandi autori, non perché elogiassero gratuitamente le bellezze sicule, ma soprattutto perché ne evidenziavano i difetti atavici e le speranze disilluse…>>
Maria Carmela ed Angelica Sciacca (titolari Librerie “Vicolo Stretto” e “Prampolini”): <<Come i bambini pensano che i genitori siano immortali, così noi pensavamo che lo fosse Camilleri. Ci mancherà quella sua voce roca da fumatore incallito ma ci saranno le sue parole e i suoi libri, come dei buoni amici, a tenerci compagnia.>>
 Matteo Licari (avvocato/collaboratore MetroCt): <<…e finchè il sole risplenderà sulle sciagure umane… >>
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