Sabato 17 agosto, ore 21,00 alla Corte Recupero Cutore di Aci Bonaccorsi, va in scena “Il Principe del Foro”, commedia brillante in due atti, scritta da Pippo Pattavina e tratta liberamente da “Durand et Durand”, 1887 di Albin Valabrègue e Maurice Ordonneau.
Diretta da Ezio Donato e prodotta dall’Associazione Città Teatro, vanta un cast numeroso e prestigioso: Giampaolo Romania (Alberto Impallomeni salumiere), Pippo Pattavina (Francesco Cucurullo suo suocero), Riccardo Maria Tarci (Alberto Impallomeni avvocato), Raffaella Bella (Luisa moglie di Alberto, il salumiere ), Aldo Toscano (Giosuè Favaretto vicino di casa del salumiere), Lucia Portale (Irma Scornavacca fidanzata di Alberto, l’avvocato), Olivia Spigarelli (Amalia sua madre), Enrico Manna (Teodoro garzone di salumeria), Raniela Ragonese (Giovanna domestica di Alberto e Luisa) e Giulia Oliva (Saveria segretaria di studio dell’avvocato). Le scene sono di Susanna Messina, i costumi delle Sorelle Rinaldi. Foto di Dino Stornello.
Commedia riuscitissima, in cui con equilibrio vengono tenute in considerazione l’equivoco verbale, l’errore nella persona, la tensione drammatica che giunge inevitabilmente alla risata. L’alta aspettativa del suocero interpretato da Pippo Pattavina induce il genero, interpretato da Giampaolo Romania, ad incartarsi in una serie di bugie che infine lo stritoleranno e dalle quali si libererà solo ammettendo la propria verità. A riabilitare il poveraccio – si fa per dire – saranno i non indifferenti guadagni e la consolidata posizione economica. Ciascun attore contribuisce a magnificare di efficacia ciascuna situazione e a tratteggiare con bravura il proprio ruolo.
«Per alcuni anni – spiega Pippo Pattavina – ho rigirato fra le mani il testo francese, ma regolarmente lo riponevo continuando ad andare alla ricerca di qualcosa d’altro. Alla fine, ho deciso di tentare una riscrittura, prendendo spunto dal titolo originale che non è altro che il cognome dei due protagonisti ma cambiando quasi totalmente la struttura originale della commedia trasferendola, da fine ‘800 in cui era ambientata, agli anni ’30 del ‘900». «Per “Il principe del foro” – aggiunge il regista Ezio Donato – ho voluto mantenere i caratteri del vaudeville rivisitandolo con quelli della commedia brillante con una forte presenza delle canzoni italiane più popolari degli anni ’30. Si tratta di una “comédie bien faite”, in cui dialoghi e intreccio di azioni sono talmente imprevedibili da tenere il pubblico in una divertita tensione fino alla fine».
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