L’originale rassegna sarà presentata dall’attore ed interverranno i registi e gli attori degli spettacoli previsti in calendario. Alle , ci si intratterrà con un “cocktail break”, una pausa con un aperitivo per i presenti. La serata continuerà alle 21.00 con la pièce “Aquiloni” per la regia di Nicola Alberto Orofino che vedrà in scena Francesco Bernava e Alice Sgroi. Lo s sarà in omaggio per gli abbonati alla rassegna “Olodrammi” e ad un prezzo speciale per il pubblico non abbonato. Lo spettacolo andrà in replica s 28, ,.
L’Associazione mezzARIA, nata a Catania nell’aprile del 2017, ha l’intento di promuovere il teatro e in generale le espressioni artistiche come occasione di crescita culturale. MezzARIA Teatro ha come obiettivo primario quello di indagare le dinamiche della comunicazione e dell’interazione tra gli esseri umani attraverso la produzione di spettacoli che siano frutto di ricerca, studio e confronto continui sulla realtà e sulla espressività poetica di cui essa è portatrice.
, , Ultime Ore di Sarah Kane, andrà in scena 11, 12 e 13 Ottobre 2019, presso il Teatro del Canovaccio, per la regia di Giovanni Arezzo, con Alice Sgroi. Tratto dal romanzo di Francesca Auteri, Io, Sarah. Ultime ore di Sarah Kane, un monologo post-mortem, in cui a parlare è Sarah Kane, drammaturga inglese morta suicida a ventotto anni, uccisa dalla solitudine e dalla mancanza di amore. Dopo essersi strangolata con i lacci delle sue scarpe nel bagno dell’ospedale psichiatrico in cui era ricoverata, nel tentativo di liberarsi delle sue ossessioni, Sarah – non-morta e in un non-luogo definito solo dallo scorrere del tempo – si ritrova a dover fare i conti con i suoi mostri, perseguitata dai pensieri che sono stati causa del suo stesso suicidio. Tra ricordi, visioni e rimandi al suo teatro, Io, Sarah è un viaggio intimo tra le riflessioni di una donna appassionata e fragile, tanto capace di dare amore quanto desiderosa di riceverne, in bilico tra dannazione e salvezza, e che si ritrova costretta a dover decidere il proprio destino anche dopo la morte.
di Steven Berkoff, diretto e interpretato da Nicola Alberto Orofino, andrà in scena 15, 16 e 17 Novembre 2019, presso il Teatro del Canovaccio. Il testo affronta il tema della solitudine in una società che ha ridotto al minimo i rapporti familiari e affettivi a sterili rituali. Il Natale è il periodo dell’anno in cui tutto si amplifica: le feste, i regali, i biglietti d’auguri, i pranzi, le giocate a carte, le riunioni. La solitudine di Harry si ingigantisce e diventa insopportabile.
di Domenico Loddo, regia di Roberto Zorn Bonaventura,
con Stefano Cutrupi, andrà in scena 17, 18 e 19 Gennaio 2020, al Teatro del Canovaccio di Catania. Spettacolo selezionato al Roma Fringe Festival 2019. La vita non è una preposizione semplice. Piuttosto, è una preposizione decisamente articolata, financo disarticolata, che da una pre-posizione eretta ci conduce ad una post-posizione coricata, e finisce il teatro, si spengono le luci, si chiude il sipario. In mezzo, l’abuso sulla nostra impotenza. Il sangue ci lega, il coito ci tramanda, la terra ci accoglie. E il mondo continua a compiersi senza la nostra presenza. Quindi, cosa vuole ancora il protagonista del nostro monologo da questa terribile meraviglia che è la vita? Ci parla da un lontano luogo della sua memoria. Anzi, non parla a noi, ma registra un messaggio per il suo grande amore, durato una eternità di soli tre anni, e mai più dimenticato. Di lei gli è rimasta soltanto una audiocassetta, con dentro canzoni, voci e rumori dei loro anni insieme, ultima testimonianza di ciò che era stato il loro meraviglioso amore. Cosa si ostina a cercare, il nostro uomo in frack? Una vendetta! Implacabile, feroce, definitiva, affinché lo salvi finalmente da tutto quel suo immenso dolore.
di Giusi Arimatea e Domenico Loddo. Regia di Nicola Alberto Orofino, con Francesco Bernava, Stefano Cutrupi e Alice Sgroi (spettacolo extra abbonamento) sarà in scena 21, 22 e 23 Febbraio 2020, Teatro del Canovaccio. Lo spettacolo prende le messe da una cellula compositiva: l’incipit di una famosa canzone di Mina il cui testo, apparentemente pop, sconfina di fatto nella metafisica. Met For Mina è una storia di STUPORE e la sua protagonista è Metella, una donna tradita e abbandonata, che nel testo di quella canzone fa un nido per continuare ad andare avanti. Metella sta ferma, indecisa sulla soglia di casa se andare o restare. Da una parte l’ignoto e dall’altra il dolore già appreso. Nel mezzo, la presenza di un topo che si aggira tra le stanze DELLA sua casa. E una trappola che non scatta per nessuno. In questa sospensione arriva Metastasio, un uomo anacronistico e pieno di domande cui Metella non vuole rispondere. Dopo la diffidenza iniziale, il dialogo tra i due prende una piega profonda. In quella strana NOTTE Metella si svela, si confessa e alla fine toglie la maschera, restando nuda di sé e delle sue fragilità. A quel punto si ritrova SPALANCATA di fronte a Damiano, l’uomo che l’aveva lasciata da sola. In bilico sulle sue paure e a soffrire SUL suo dolore. Metella e Damiano finalmente si parlano senza più nascondersi nulla e la verità su ciò che li ha divisi viene fuori in tutta la sua dirompente tragicità. In fondo, basta chiudere gli occhi, e guardare il MAR.
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