Una serata di beneficenza è stata l’occasione per guardare con più attenzione al patrimonio architettonico cittadino, al fine di salvaguardarlo dall’incuria. Le belle facciate antiche del centro storico con i loro usci, portoni, balconi, sono il soggetto fotografico di Vittoria Celano, vicepresidente dell’Associazione Maris onlus, che, nella mostra “Baroccando”, invita a riflettere sull’aforisma di Daniel Pennac: “Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare”. Le porte hanno un valore simbolico, perché esse possono aprire o chiudere al mondo, accettare ed escludere; la loro dimensione è liturgica e sapienziale, giacché varcare la soglia può significare prendere la via per l’ascesi o per l’abisso; il valore della porta però è anche politico, la cronaca ce lo insegna con l’attualità degli sbarchi di immigrati. Al riguardo la scrittrice Andrea Marcolongo scrive: “Soglia come uscio, uscio come uscire, come lasciarsi andare. Come andare incontro a ciò che ci succede. Le porte esistono soprattutto per essere aperte, per accogliere e lasciare entrare la luce,il vento, gli altri ”.
La mostra di Vittoria Celano è stata presentata al SAL, nella piacevole serata di beneficenza organizzata dall’associazione onlus Maris (Malattie Reumatiche Infantili Sicilia), presieduta dall’avv. Patrizia Cavallaro. Il giornalista Andrea Lodato ha introdotto sul palco le autorità – tra gli altri, la sovrintendente Rosalba Panvini –e le personalità che con squisita sensibilità hanno aderito al progetto di solidarietà sociale: la stilista Mariella Gennarino; la storica Silvana Raffaele; l’architetto Maurizio Spina, l’esperta d’arte Marina Cafà. Professionisti, associazioni, imprenditori hanno contribuito al buon esito della serata, aperta da un concerto – musiche di Piazzolla, Bellini e Puccini – eseguito da tre docenti dell’Istituto musicale Vincenzo Bellini: Stefano Sanfilippo (piano), Giovanni Anastasio (violino), Pina Sofia (soprano). Applausi finali per “E vui durmiti ancora!”.
Lascia un commento
You must be logged in to post a comment.